"Ma insomma chi mi vuole ammazzare?"
Questo scrive oggi Massimo Introvigne sul Nuovo Quotidiano di Puglia in un editoriale intitolato "IN SIRIA UNA GUERRA LUNGA E ATROCE SENZA I BUONI".
E aggiunge: "I rapporti delle organizzazioni umanitarie più indipendenti, a partire da quelle cristiane, sono terrificanti".
Tra i ribelli i collegamenti con l'ISIS sono inquietanti e terribili sono gli attentati e le violenze di cui si macchia chi lotta contro Assad. Le loro bombe "esplodono nelle aree più frequentate dai civili - comprese le stazioni degli autobus e degli ospedali -, facendo ogni volta decine e spesso centinaia di morti". Dall'altra parte il regime: "Il governo di Assad - spesso con responsabilità dirette dei suoi alleati iraniani e russi - è a sua volta accusato di atrocità e massacri".
Con chi stare?
La conclusione di Introvigne è amara ma purtroppo realistica: "Occorre farsene una ragione: in Siria non ci sono i «nostri», non ci sono «buoni» di cui augurarsi la vittoria. Ci sono solo cattivi, alcuni forse più cattivi degli altri: ma il giudizio non è sempre facile e le fake news abbondano. Con chi stare? La risposta sembra retorica, ma è anche l’unica moralmente accettabile: stare con il popolo siriano. Stare con le vittime vuol dire non prendere per oro colato le proteste di innocenza di nessuna milizia, ed esercitare un ragionevole scetticismo quando le grandi potenze assicurano - e lo fanno da troppi anni - di avere pronta una soluzione".
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