Conflitti

La repubblica delle banane

Dopo l’assalto al Campidoglio, il Congresso annuncia la vittoria di Biden

15 gennaio 2021
Joey Garrison, Deirdre Shesgreen
Tradotto da Martina Di Carlo per PeaceLink
Fonte: Usa Today - 06 gennaio 2021

Trump nel pallone

WASHINGTON – Giovedì mattina presto, dopo un mercoledì insidioso e tumultuoso in cui i contestatori hanno preso d’assalto il Campidoglio, interrompendo i procedimenti legali e tenendo l’edificio sotto assedio per più di cinque ore, il Congresso ha dichiarato la vittoria elettorale del Presidente Joe Biden.

Con i nervi a fior di pelle a causa dell’attacco alla sede del governo statunitense, Camera e Senato hanno respinto le obiezioni repubblicane al conteggio del Collegio Elettorale, uno focalizzato sui voti dell’Arizona, l’altro su quelli della Pennsylvania.

Il Vicepresidente Mike Pence ha presieduto la sessione congiunta di conteggio dei voti elettorali, annunciando il risultato alle ore 21.00: Joe Biden ha vinto sul presidente Donald Trump con un margine di 306 a 232.

I voti di Camera e Senato, per respingere le obiezioni, sono giunti dopo intense discussioni nelle due Camere sulla forza della democrazia americana e dopo ore di caos al Campidoglio, durante le quali i legislatori sono stati isolati in luoghi protetti, mentre la polizia ha cercato di riportare l’ordine nell’edificio.

Sulla scia della rivolta, numerosi repubblicani hanno abbandonato i loro tentativi di bloccare il riconoscimento formale della vittoria elettorale di Biden, affermando che la violenza li aveva fatti riflettere.

«La violenza, l’illegalità e l’assalto alle sale del Congresso sono ripugnanti e rappresentano un attacco diretto all’istituzione che la mia obiezione era destinata a proteggere: la santità del processo democratico americano», ha dichiarato la senatrice Kelly Loeffler, una repubblicana georgiana che ha voluto obiettare i risultati delle elezioni del 3 novembre dal suo paese di origine. Martedì, Loeffler aveva perso il ballottaggio contro il democratico Raphael Warnock.

Ma altri erano d’accordo con ciò che i loro colleghi hanno descritto come uno stratagemma pericoloso funzionale solo a indebolire la fiducia degli americani nel sistema elettorale e ad alimentare le false affermazioni di Trump circa l’illegalità delle elezioni, affermazione che è stata subito smentita e respinta da tribunali, funzionari elettorali e capi di stato.

Al Senato, più di novanta senatori hanno votato contro l’esclusione delle certificazioni di voto di Arizona e Pennsylvania, ma una mezza dozzina di repubblicani ha votato a favore. Tra questi i senatori Ted Cruz (Texas), Josh Hawley (Missouri), Cindy Hyde-Smith (Mississippi), John Kennedy (Louisiana), Roger Marshall (Kansas) e Tommy Tuberville (Alabama).

Alla Camera i repubblicani erano divisi: oltre 100 dei 211 membri del partito repubblicano hanno votato a favore dell’obiezione, mentre 64 si sono uniti alla maggioranza democratica contro le misure.

Il dibattito non era una presentazione di nuove prove o fatti; diversi repubblicani hanno dichiarato di non aver tentato di capovolgere le elezioni, piuttosto riflettevano le preoccupazioni dei loro elettori in merito a presunte frodi.

«Spero di migliorare l’integrità del voto» ha dichiarato Marshall, che ha prestato giuramento per il suo primo mandato all’inizio di questa settimana. Non ha fornito alcuna prova di frode e nessuna ragione per cui i risultati di stato dovrebbero essere respinti.

Gli avversari affermano che Trump abbia seminato dubbi sui risultati e le obiezioni del Partito Repubblicano hanno alimentato le false affermazioni del presidente. I sostenitori di Trump hanno dichiarato che non esistono prove a sostegno delle sue affermazioni, sul fatto che le elezioni siano state truccate.

Infatti, diversi repubblicani hanno attaccato le obiezioni e affermato che le rivolte e la violenza di mercoledì hanno mostrato la pericolosità di tali tattiche.

«Ci riuniamo a causa dell’orgoglio ferito di un uomo egoista e l’indignazione dei sostenitori che per gli ultimi due mesi ha deliberatamente mal informato», ha dichiarato il senatore Mitt Romney, R-Utah.

Romney ha definito l’attacco al Campidoglio «un’insurrezione spronata dal presidente» e ha affermato che i sostenitori delle false affermazioni di Trump saranno puniti duramente.

«Coloro che hanno deciso di continuare a sostenere questo pericoloso stratagemma contestando i risultati di una legittima elezione democratica, saranno considerati ora e per sempre come complici di un attacco senza precedenti contro la nostra democrazia», ha dichiarato. «Sarà questa la loro eredità».

Mercoledì pomeriggio c’è stata una condanna bipartisan per i rivoltosi che ha arrestato i procedimenti legali.

«Oggi è un giorno terribile nella storia del Campidoglio americano», ha affermato Pence, ricoprendo il ruolo di presidente del Senato, mentre ha ripreso la sessione subito dopo le 2.00. «Condanniamo con la massima fermezza la violenza che si è scatenata qui. Piangiamo la perdita di vite umane in queste sale sacre, così come quelle ferite nel nostro Campidoglio».

«A tutti coloro che hanno portato scompiglio nel nostro Campidoglio oggi dico: non avete vinto».

Pence ha concluso il suo discorso dicendo: «Torniamo a lavorare».

Il presidente della Camera, Nancy Pelosi, ha riunito la Camera circa un’ora dopo l’accaduto, promettendo: «il nostro obiettivo verrà raggiunto».

«Dobbiamo, e dimostreremo, al paese e al mondo intero che non ci allontaneremo dal nostro dovere e che rispetteremo le nostre responsabilità nei confronti della Costituzione e del popolo americano».

«A tutti coloro che hanno cercato di dissuaderci dalla nostra responsabilità, ripetiamo: avete fallito» ha affermato Pelosi. «A tutti coloro che si sono impegnati in questo con sapiente discrezione – il nostro tempio della democrazia, la democrazia americana – giustizia sarà fatta».

Proprio mentre i legislatori erano riuniti in Camera e Senato, una miriade di funzionari delle forze dell’ordine di diverse agenzie (molti con equipaggiamento militare e armi automatiche) erano appostati fuori e sparpagliati per tutto il Campidoglio. Le forze dell’ordine hanno continuato a lavorare per disperdere la folla che si era riunita per sostenere Trump.

Il leader della maggioranza al Senato, Mitch McConnel ha affermato: «hanno cercato di bloccare la nostra democrazia». «Hanno fallito, hanno fallito. Questo fallito moto insurrezionale ha evidenziato quanto sia cruciale per la nostra repubblica l'incarico che ci attende».

Il Senatore Chuck Schumer, leader democratico alla Camera, ha affermato che il giorno sarebbe «vivere per sempre nell'infamia» insieme ad altri eventi spartiacque.

«Sarà una macchia sul nostro paese che difficilmente riusciremo a lavare via» ha affermato Schumer. Egli ha definito l’assalto al Campidoglio «l’ultima terribile e indelebile eredità del quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti, senza dubbio la peggiore».

«Tutto questo, in larga parte, è stato scatenato da Trump, alimentato dalle sue parole, dalle sue menzogne», ha dichiarato Schumer. «In buona parte questa violenza è opera sua, la sua vergogna eterna».

Quando il dibattito ha avuto inizio, si è subito capito che la rivolta aveva modificato il tenore e l’agenda della riunione. L’atmosfera al Campidoglio era calma dopo lo sgombero dei rivoltosi. Il sindaco di Washington ha imposto il coprifuoco a mezzanotte e il comandante della polizia americana ha affermato che sono state arrestate cinquantadue persone perché armate o per altri reati.

La polizia – inoltre – ha dichiarato che sono morte quattro persone durante l’assalto di mercoledì nei pressi del Campidoglio, tra cui una donna che è stata colpita dalla polizia stessa e altre tre persone che hanno subito emergenze mediche.

«In tutta onestà ora non posso obiettare la certificazione di questi votanti», ha dichiarato Loeffler.

Un’altra repubblicana alla Camera ha affermato che avrebbe ritirato le sue obiezioni.

«Ho deciso che voterò per sostenere i risultati del Collegio Elettorale e incoraggerò Donald Trump a condannare e porre fine a questa follia», ha dichiarato la repubblicana Cathy Mc Morris Rodger, R-Wash. «Ciò che è accaduto oggi e che continua ad accadere nella capitale americana è vergognoso e antiamericano».

Quando i rivoltosi hanno fatto irruzione al Campidoglio, i legislatori erano nel mezzo del dibattito sull’obiezione al conteggio dei voti in Arizona. Gli estremisti pro-Trump girovagavano per il Campidoglio, devastando uffici, sequestrando – di fatto – i legislatori e minacciando di sovvertire una cerimonia normale e tranquilla.

La legge federale richiede che una sessione congiunta del Congresso si riunisca il 6 gennaio alle ore 19.00 dopo le elezioni presidenziali per il conteggio dei voti del Collegio Elettorale tenute dagli stati. La legge però non può ammettere un ritardo nei procedimenti legali. Biden e la vice presidente eletta Kamala Harris presteranno giuramento il 20 gennaio.

Tradotto da Martina Di Carlo, revisione di Maria Pastore, adattamento di Giacomo Alessandroni per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.
N.d.T.: Titolo originale: A rattled Congress affirms Joe Biden's Electoral College victory after pro-Trump riot at Capitol

Articoli correlati

  • La nostra solidarietà ai giovani americani
    Editoriale
    Protestano pacificamente contro il sostegno militare Usa all'esercito israeliano

    La nostra solidarietà ai giovani americani

    Chiedono un cambiamento significativo nella politica di Biden verso Israele ma ottengono pallottole e arresti. Catherine Elias - leader della protesta - dice: "Siamo nel Paese che non solo finanzia, ma produce e crea anche la maggior parte delle bombe che vengono lanciate su Gaza".
    26 aprile 2024 - Redazione PeaceLink
  • "Gli Stati Uniti devono smettere di incoraggiare la guerra in Ucraina"
    Conflitti
    Monito del presidente brasiliano Lula agli Stati Uniti

    "Gli Stati Uniti devono smettere di incoraggiare la guerra in Ucraina"

    Occorre invece "iniziare a parlare di pace". Il presidente brasiliano si pone alla testa del fronte dei paesi non allineati e, assieme al presidente cinese Xi Jinping, sottolinea che "il dialogo e il negoziato sono l'unica via d'uscita praticabile per risolvere la crisi ucraina"
    15 aprile 2023 - Redazione PeaceLink
  • "My one and only New Year's Resolution":   
Letter from an ex-pacifist (now no longer "ex")
    PeaceLink English
    How to fight against war disinformation? Julian Assange shows a way

    "My one and only New Year's Resolution": Letter from an ex-pacifist (now no longer "ex")

    January 1st of each year is the time for formulating resolutions to keep or break (usually the latter) during the 365 days ahead. So Martina, an ex-pacifist who now is no longer “ex”, has decided to make only one resolution for 2023. “That way,” she says, “I’m sure to keep it.”
    8 gennaio 2023 - Patrick Boylan
  • Dolci, terribili scivolamenti del discorso pubblico sulla guerra in Ucraina
    Conflitti
    Scomparsi i negoziati e la parola "pace"

    Dolci, terribili scivolamenti del discorso pubblico sulla guerra in Ucraina

    Il discorso pubblico sulla guerra in corso si va modificando in modo rapido e sostanziale ma, al contempo, poco visibile e perciò “indolore”. Questi cambiamenti così rilevanti raramente sono oggetto di discussione in quanto tali e questo può contribuire a renderli invisibili ai nostri occhi.
    1 maggio 2022 - Daniela Calzolaio
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)