Conflitti

I timori del Corriere della Sera

"Una guerra scaccia l'altra"

La crisi tra Israele e Hamas rischia di mettere in ombra e relegare ai margini dell'attenzione globale il conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Gli analisti ritengono che potrebbe chiudersi la "finestra di opportunità" per Zelensky. Per i pacifisti è il momento di riprendere la parola.
9 ottobre 2023
Redazione PeaceLink

La crisi israeliana oscura la guerra in Ucraina

Una situazione di conflitto internazionale può facilmente eclissarne un'altra. Questo è quanto emerge dalle parole di Andrea Marinelli e Guido Olimpio, che, attraverso il Corriere della Sera, sollevano una preoccupazione rilevante: la crisi tra Israele e Hamas rischia di mettere in ombra e relegare ai margini dell'attenzione globale il conflitto in corso tra Russia e Ucraina.

Un nuovo conflitto armato che dirotta l'attenzione

L'Ucraina ha per lungo tempo occupato un posto di rilievo nelle cronache internazionali a causa del suo conflitto armato con la Russia, dopo l'invasione ordinata da Putin nel febbraio dello scorso anno. Tuttavia, la recente escalation delle ostilità tra Hamas e Israele ha catturato l'attenzione mediatica a livello mondiale, facendo sì che la guerra ucraina perdesse gradualmente spazio nei titoli di giornale e nei notiziari. Questo fenomeno può essere paragonato a un confronto che si sovrappone a un altro, benché entrambi richiedano una pronta soluzione e una costante vigilanza.

Le parole del presidente polacco, Andrzej Duda, evidenziano questa situazione di preoccupazione. Duda sottolinea come l'attacco di Hamas a Israele abbia il potenziale di dirottare l'attenzione internazionale dalla Russia e dalla sua aggressione in Ucraina. Questa distrazione dell'attenzione globale potrebbe avere conseguenze significative per il destino dell'Ucraina e per la controffensiva di Zelensky, che richiede un costante e crescente sostegno della Nato.

La "finestra di opportunità" per l'Ucraina

L'Ucraina sta attraversando una fase critica del suo conflitto con la Russia, e la cosiddetta "finestra di opportunità" rischia di chiudersi. Questo termine è stato coniato dal presidente ceco, Petr Pavel, ex generale della NATO, che aveva previsto come sarebbe diventato sempre più difficile per gli alleati fornire aiuti di ampie proporzioni, simili a quelli concessi nel primo anno di guerra.

Gli ucraini hanno subito ingenti perdite in termini di vite umane e risorse militari, e l'avvicinarsi dell'inverno rappresenta un ulteriore ostacolo per le operazioni militari. La controffensiva ucraina si trova di fronte alla difficoltà di riorganizzare le proprie forze impegnate in un conflitto prolungato. La chiusura della "finestra di opportunità" potrebbe significare una maggiore vulnerabilità per l'Ucraina, che dovrà fare i conti con risorse sempre più scarse e una crescente difficoltà nel ricevere sostegno internazionale.

L'impatto del conflitto in Medio Oriente

Il conflitto in corso in Medio Oriente, in particolare tra Hamas e Israele, ha richiamato l'attenzione degli Stati Uniti e di altri attori internazionali. Gli Stati Uniti sostengono militarmente Israele. Questo è un grosso problema dato che Biden era già in difficoltà a causa dell'alto consumo di armi e munizioni nel conflitto ucraino.

La ridistribuzione di risorse e attenzione verso il Medio Oriente potrebbe comportare un cambiamento nelle priorità internazionali, con il rischio oer Zelensky di vedere ridotti sia la visibilità sia il supporto militare per l'Ucraina. 

La situazione attuale mette in luce la complessità delle dinamiche geopolitiche globali, in cui una crisi internazionale può facilmente oscurarne un'altra, con conseguenze significative per gli esiti dello scontro militare in atto.

Riprendere la parola

È necessario che la comunità internazionale avvii colloqui di pace e che ogni scontro armato venga considerato una minaccia. Mentre analizziamo i conflitti in corso, dobbiamo ricordare che la via della pace non è mai inutile o superata. La guerra e la violenza portano solo a ulteriori sofferenze, distruggendo vite umane e comunità intere. Le voci che si levano per la pace, la diplomazia e la cooperazione internazionale devono essere ascoltate con attenzione. Solo attraverso il dialogo, il rispetto reciproco e la cooperazione possiamo sperare di creare un mondo in cui la guerra sia relegata al passato, così come vollero i padri della Carta dell'ONU. Gli eventi devastanti di quest'ultima crisi dimostrano ancora una volta che una guerra giusta non esiste e che l'unisca strategia giusta da organizzare e perseguire con determinazione è quella della pace. Per i pacifisti è il momento di riprendere la parola. Stop war

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