Mamme nowar in Ucraina
I tempi della guerra in Ucraina si stanno allungando e mettono a dura prova non solo i soldati al fronte ma anche le loro famiglie.
Madri, bambini, parenti. Una pena continua che genera stress, ansia e voglia di normalità. Voglia di pace.
Nel cuore di Kiev e in numerose altre città ucraine, le mogli e i figli dei soldati si sono riuniti in una dimostrazione commovente e significativa domenica scorsa per esprimere il loro disagio riguardo alla durata obbligatoria del servizio militare. La protesta, la seconda del genere, ha attirato l'attenzione non solo dei cittadini locali ma anche degli osservatori internazionali, evidenziando un crescente malcontento nei confronti della prolungata guerra che affligge l'Ucraina.
Il 27 ottobre, come riportato dall'agenzia AP, è stata la prima volta che le proteste hanno preso forma, segnando l'inizio di un movimento che sembra destinato a crescere. Le piazze di città come Dnipro e Leopoli si sono riempite di donne e bambini, manifestanti pacifici con cartelli che chiedevano un limite di 18 mesi per il servizio militare obbligatorio. La loro richiesta riflette la preoccupazione crescente per la durata prolungata della guerra, con l'indignazione che si fa sempre più evidente tra coloro che hanno i propri cari impegnati sul fronte.
La testimonianza di Imma, madre di una bambina con un piumino rosa che reggeva un cartone con la scritta "Ora tocca a me riabbracciare papà", ha toccato i cuori di molti. La pioggerellina fredda non ha fermato la determinazione di queste donne, che promettono di continuare a manifestare finché la loro voce non verrà ascoltata. Questo leggiamo su Repubblica del 13 novembre.
La richiesta di limitare il servizio militare a 18 mesi riflette anche le crescenti segnalazioni di una possibile stanchezza sia a livello nazionale che internazionale riguardo ai 20 mesi di conflitto. Entrambe le fazioni coinvolte cercano di mantenere il proprio slancio militare, ma nessuna delle due in grado di infliggere un colpo decisivo. E' evidente la prospettiva di un prolungamento dei combattimenti fino all'anno successivo. Ciò suscita preoccupazioni e sfiducia.
La protesta delle mogli dei soldati non è solo un grido di disperazione, ma anche un segnale inequivocabile dell'urgenza di trovare una soluzione pacifica e duratura a questo conflitto. La loro voce, forte e chiara, pone una sfida diretta alle autorità e alla comunità internazionale affinché si impegnino attivamente per porre fine al massacro in Ucraina.
Articoli correlati
- Albert - bollettino pacifista dal 16 al 22 dicembre 2024
Ucraina: è finita la fiducia della vittoria militare
Zelensky ha ammesso che l’Ucraina non ha le forze necessarie per riconquistare la Crimea e il Donbass. Siamo di fronte al fallimento di una strategia costruita sull’illusione e sulla propaganda che i mass media hanno diffuso a piene mani intossicando l'informazione pubblica.18 dicembre 2024 - Redazione PeaceLink - Albert - bollettino pacifista dal 9 al 15 dicembre 2024
Ucraina, quante sono le vittime della guerra?
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha recentemente dichiarato che, dall'inizio della guerra, sarebbero morti 43.000 soldati ucraini, mentre altri 370.000 risulterebbero feriti. Ma i dati non tornano e, soprattutto, su di essi incombe il segreto di stato.14 dicembre 2024 - Redazione PeaceLink - E' stato denunciato il rischio attuale di un conflitto armato globale
Mobilitazione pacifista mentre a Oslo i sopravvissuti all'olocausto nucleare ricevono il Nobel
A Roma un presidio ha protestato contro la Legge di Bilancio 2025, che prevede un aumento della spesa militare a 32 miliardi di euro. A Bari è stata illustrata l'adesione alla campagna ICAN per il Disarmo Nucleare. A Verona solidarietà con il Sudan, devastato da una guerra dimenticata.11 dicembre 2024 - Redazione PeaceLink - Lo ha dichiarato il procuratore generale del Paese
Oltre centomila soldati ucraini denunciati per diserzione
In Ucraina, "SZCH" è un termine militare che indica la diserzione o l'abbandono volontario del servizio. La situazione è diventata così critica che supera di gran lunga la questione dell'invio di armi occidentali.2 dicembre 2024 - Alessandro Marescotti
Sociale.network