Conflitti

Gli interventi video di Michele Santoro, Alberto Negri, Alessandro Marescotti e Giorgio Bianchi

La controffensiva ucraina è stata un disastro ma Stoltenberg diceva il contrario

Ci sono tutti gli elementi per mettere sotto accusa il segretario generale della Nato. Conosceva le previsioni dei software militari e sapeva che venivano mandati al massacro i soldati ucraini con una probabilità di avanzata solo del 50% e con perdite stimate in partenza fino al 40%
19 dicembre 2023
Redazione PeaceLink

Probabilità di successo? Poche. Perché farla allora? Lo scopo era quello di convincere i governi a fornire altre armi (e anche i caccia F-16) e altro sostegno economico in funzione della "vittoria" militare. Un soldato

Quindi questa controffensiva - costruita sulla guerra psicologica - doveva servire come grancassa mediatica per raccogliere altri aiuti nella speranza di prolungare fino al 2024 lo sforzo bellico dei paesi Nato. Ma questa operazione di psyop (operazione psicologica militare) si è rivelata un azzardo.

La controffensiva ucraina, inizialmente pianificata dalla Nato assieme ai generali ucraini come un'azione di rilevanza strategica, si è invece trasformata in un completo fiasco, come riportato dettagliatamente in un'inchiesta del Washington Post pubblicata il 4 dicembre 2023. Ciò che emerge è che l'operazione ha comportato gravi perdite fra le truppe ucraine coinvolte. E tra i soldati si diffondono i disturbi da stress post traumatico, di cui sarebbe affetto il 60% dei combattenti sopravvissuti

Pesantissime sono le perdite che in questi giorni stanno subendo i soldati ucraini che sono stati inviati oltre il fiume Dnipro per creare una "testa di ponte". Disperati, hanno raccontato le loro storie al New York Times.

Quali saranno, dunque, le conseguenze future di questi fallimenti a livello militare? E come influirà tutto ciò sulle dinamiche geopolitiche globali? Si imboccherà la via dei negoziati? Per esplorare questi temi, si sono confrontati Giorgio Bianchi, reporter di guerra; Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink; e Alberto Negri, giornalista e inviato di guerra.

Qualche altra informazione sulla controffensiva va aggiunta, anche perché la comunità degli esperti militari aveva accesso ai dati geolocalizzati delle varie unità militari in campo e le condivideva su apposite mappe. Il quadro della situazione già in partenza non sembrava affatto roseo per gli ucraini.

La situazione era già carica di incertezza durante l'estate, con varie voci che mettevano in dubbio il successo dell'operazione militare. Nonostante ciò il presidente Zelensky aveva cercato di rassicurare l'opinione pubblica, sostenendo che la controffensiva stava procedendo con successo. E otteneva manforte dal segretario generale della Nato, il norvegese Stoltenberg.

Poi la realtà dei fatti non si è più potuta nascondere ed è venuta a galla quasi di colpo con Stoltenberg che ad un certo punto ha detto - dopo ottimistiche dichiarazione sull'avanzata della controffensiva - che la guerra può riservare delle "sorprese" e che ci si doveva aspettare qualche "brutta notizia". Una comunicazione goffa e impacciata, oltre che non credibile.

Le implicazioni di questo insuccesso della controffensiva non si limitano solamente al contesto militare, ma avranno sicuramente un impatto significativo anche sul fronte internazionale.

Uno dei maggiori impatti del fallimento della controffensiva è sul versante della credibilità della Nato e del suo segretario generale che ha continuamente rassicurato sulla controffensiva e sul suo successo anche quando le informazioni di cui era in possesso smentivano categoricamente questa narrazione ottimistica.

Su questo Michele Santoro si è soffermato martedì 12 dicembre su La7 con Giovanni Floris riportando i dati dell'inchiesta del Washington Post, pubblicata il 4 dicembre 2023.

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