Se le armi europee fanno strage di civili in Russia
"I sistemi RM-70 Vampire aiuteranno Kiev a rafforzare le sue difese contro gli attacchi delle forze russe nella regione del Donbass", si legge nei titoli in sovrimpressione di questo video di "European Defense" che associa questo sistema lanciamissili alla colomba della pace con il ramoscello d'olivo.
Questo lanciamissili multiplo RM-70 Vampire è stato fornito dalla Repubblica Ceca all'Ucraina nell'ambito del pacchetto europeo di aiuti militari.
Il RM-70 Vampir - come si può notare dalle immagini - è dotato di un lanciatore elevabile da 40 colpi posizionato nella parte posteriore del telaio del camion e di un ulteriore pacchetto di 40 razzi da 122 mm nella parte posteriore della cabina per un caricamento rapido. Il RM-70 Vampir utilizza lo stesso lanciatore del sistema russo BM-21 MLRS (Multiple Launch Rocket System) da 122 mm.
Questo sistema fornito da una nazione europea doveva servire - secondo la narrazione che si è imposta in questi mesi - a difendere gli ucraini dai russi. E invece le cose sarebbero andate diversamente. Infatti ieri gli RM-70 Vampire avrebbero colpito i civili della città russa di Beograd, secondo Mosca. La questione è scottante ed è al centro di una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU chiesto dalla Russia.
Le "armi di difesa" che colpiscono i civili
L'attacco di ieri a Beograd, una città russa vicina al confine con l'Ucraina, avrebbe visto - secondo quanto si apprende dalle notizie di stampa - l'utilizzo di armamenti di fabbricazione ceca. L'attacco perpetrato dall'Ucraina con i razzi RM-70 Vampire di produzione ceca, ha innescato una serie di polemiche.
La Russia ha chiesto la convocazione di una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, accusando l'Ucraina di aver mirato deliberatamente a obiettivi civili a Beograd.
La Russia, attraverso il vice ambasciatore all'ONU, Dmitry Polyanskiy, ha chiesto spiegazioni alla Repubblica Ceca, sostenendo che le armi di fabbricazione ceca fornite all'Ucraina sono state utilizzate contro i civili. La Repubblica Ceca ha rifiutato di partecipare alla riunione del Consiglio di Sicurezza, dichiarando che non vuole avere a che fare con gli invasori dell'Ucraina.
Il dilemma delle forniture di armi
Il caso delle forniture di armi cecoslovacche all'Ucraina solleva importanti interrogativi sulla responsabilità nell'uso finale effettivo di tali armamenti. La Repubblica Ceca sostiene che le armi siano state inviate per la difesa dell'Ucraina contro l'aggressione russa, ma le accuse di uso contro civili suscita domande che non possono essere ignorate da chi in passato ha detto di aver inviato queste armi per "difendere i civili".
Una spirale distruttiva senza fine
La strage di Beograd rappresenta un triste esempio di come il conflitto tra nazioni possa sfociare in un caos distruttivo per i civili. La discrepanza tra ciò che viene presentato nelle narrazioni ufficiali e la realtà sul campo diventa sempre più stridente, con le vittime civili che pagano il prezzo di un conflitto che non rispetta le norme internazionali. La comunità internazionale è chiamata a indagare accuratamente sugli eventi e cercare una soluzione che ponga fine a questa spirale di violenza.
La strage di Beogrod viene dopo un massiccio attacco russo con oltre cento missili e una quantità imprecisata di droni sull'Ucraina nel giorno precedente. E quest'ultimo è stato scatenato dopo l'attacco ucraino nei confronti di navi militari russe nel Mar Nero. Un botta e risposta, un colpo su colpo che alla fine si è andato a ripercuotere contro i civili che in guerra non dovrebbero essere colpiti in base alle Convenzioni di Ginevra.
Ucraina risponde agli attacchi colpendo con armi europee la città russa di Belgorod: "Uccisi almeno 14 civili fra cui 2 bambini, ferite 108 persone di cui 15 sono bambini". Ma il bilancio delle vittime sembra aggravarsi
https://lists.peacelink.it/pace/2023/12/msg00052.html
Testo realizzato con il supporto dell'IA generativa
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