La guerra in Ucraina vista dall'ospedale minuto dopo minuto
Dialogo tra voce fuori campo della giornalista Diana Butsko e il medico Sviatoslav
- Sapete se porteranno qualcuno oggi?
- Non lo sappiamo mai.
- Quanto preavviso vi danno?
- Due secondi, la porta si apre e loro corrono dentro.
Quanti secondi sono passati? Cinque? Ed ecco altro lavoro da fare.
Minuto 0.33 [Diana Butsko, giornalista di hromadske] Questo è un punto di stabilizzazione in direzione di Bakhmut. Rimane alquanto difficile. I russi non rinunciano a cercare di riconquistare le posizioni perse vicino a insediamenti come Kiishciyvka e Andriyivka. Qui vengono portati anche i soldati feriti di Kurdyumivka. Abbiamo passato due notti coi dottori ucraini e vi mostreremo lo sforzo che fanno per salvare le vite dei soldati ucraini.
Minuto 1.04 [Yuriy, medico dell’ottantesima brigata d’assalto aereo] Questa è una particolarità del trauma da guerra, e qui non lo cureremo in questa fase. Stiamo cercando di stabilizzarlo. Le cure saranno il prossimo passo. Se ci mettessimo a curare tutti, ci vorrebbe un’ora e mezza per ciascuno di loro. Ma non si trattano così i traumi da guerra.
Minuto 1.24 Dialogo tra dottori
- E queste sono le sue cose nuove, gliene abbiamo date di pulite.
- E i pantaloni?
- Li abbiamo tagliati e buttati via.
- Ne stanno portando altri con delle bruciature sul viso.
- Sì, ne ho già uno.
Minuto 1.47 [Sviatoslav, medico della ventiduesima brigata meccanizzata] Con queste persone è lo stesso, sei al lavoro giorno e notte. Ventiquattro ore al giorno. Ci fanno alzare di notte, di mattina, in qualunque momento. Avete visto, è imprevedibile. Qui, sapete com’è... Su Discovery, c’era un programma interessante su un banco dei pegni e il conduttore è il proprietario. Diceva “Non so cosa faranno entrare da quella porta”. Gli portano di tutto. Lui deve valutare e decidere se comprare o no. Qui è lo stesso, non sappiamo cosa succederà tra un minuto. Chi ci porteranno o chi verrà. Qui è lo stesso. Cioè, questa attesa costante deteriora il sistema nervoso. È tutta una questione di minuti. Siamo corsi qui, dovevamo farlo subito. A volte li portano sanguinanti su una barella. Qui sono i secondi a contare, non i minuti. Secondi per decidere, perché devi togliere loro i vestiti in fretta, trovare la fonte del sanguinamento, stringere il laccio emostatico o metterne uno nuovo. Quindi, fermare il sanguinamento e poi affrontare la situazione. Sono secondi. È per questo che è così difficile.
Minuto 2.53
- [Voce fuori campo] Chi è quello?
- [Medico] È stato colpito da un missile anticarro.
- [Dottoressa] Hai avuto una contusione, hai avuto nausea? Quando?
- [Paziente] Oggi.
Minuto 3.09 Dialogo tra dottori
- Eravate un gruppo solo?
- Otto persone hanno portato un “200” [persone uccise in azione], otto hanno portato le altre.
- Perché ho sentito dire 19 “300” [feriti] ed ero un po’ fuori di testa.
- No, no, no. Il gruppo è stato colpito da un carro antimissile.
- Ok, ho capito.
Minuto 3.26 Dialogo tra giornalista (fuori campo) e un ferito
- Ho sentito che eravate venuti per sostituire i ragazzi alle postazioni.
- No, avevamo già fatto il turno. E per strada, abbiamo incontrato una squadra di evacuazione con un “200” e li abbiamo aiutati a portarli.
- Quindi era un’evacuazione?
- Sì.
- Wow.
- [Voce di un dottore] Adesso parla un po’, è per gli antidolorifici. Un po’ più tardi, tra solo un paio di minuti, ti darò un altro antidolorifico. E non sentirai niente. Insomma, il dolore se ne andrà via.
Minuto 3.57 Scambio tra dottore, infermiera e paziente
- Ti hanno dato la nalbufina?
- No! Non mi hanno dato niente.
- Gli abbiamo dato dell’ibuprofene. Gli abbiamo solo dato due pastiglie di ibuprofene.
- Diamogliene almeno quattro.
Minuto 4.08 [Sviatoslav] Certo, ti preoccupi per tutti. Ti preoccupi per qualunque ferita. Perché sai, non ci sono dita, c’è un piede lacerato. Da chirurgo, capisco cosa succederà, che una persona resterà disabile, quanto soffrirà, quanto sarà difficile per lei scegliere le protesi. Tutti i problemi iniziano così. La ferita in sé non è tanto importante quanto quello che succede dopo.
Minuto 4.39 Dialogo fra dottore e paziente
- Senti, devo proprio inserire un tubo nel tuo petto. Sarà un po’ spiacevole.
- Sopravvivrò?
- Sì, sopravvivrai. Hai capito? Come potresti non sopravvivere?
- Per quanto?
- Cosa?
- Per quanto?
- Per tanto tempo. Sei già qui!
- [Infermiera] Qual è il tuo gruppo sanguigno?
- Non lo so.
Minuto 5.21 [Sviatoslav] A volte 6-8 persone lavorano con un paziente per volta. Ci sono casi in cui resti… resti scioccato da tutto questo, com’è possibile? È arrivato un uomo ferito. Aveva un’evidente ampia ferita alla spalla. Da qualche parte, un lanciagranate era caduto e si era rotto. La ferita era enorme e sanguinava. In qualche modo lui è riuscito a fare pressione. Era lontano da qualche parte, e ha dovuto uscire da lì da solo. E sono passate 6 o 8 ore - ore! - non ricordo esattamente. Ha camminato da solo con una ferita sanguinante, gli faceva male tutto, sanguinava, era esausto. Ma si è dato così tanto da fare, era così determinato che ha detto: “No, devo andare in una struttura medica per farmi aiutare”. E così è venuto da noi alla stazione e ha detto “Dove sono?” gli abbiamo detto “Ci sei, sei già alla stazione”. Ha detto “Posso svenire?” e noi “Beh…” e in un secondo, è caduto ed è svenuto. Ha calcolato la sua forza al secondo, altrimenti non ce l’avrebbe fatta.
Minuto 6.37 Dialogo tra giornalista e paziente
- Posso guardarlo poi, mandamelo.
- [Fuori campo] Siamo di hromadske, un canale Youtube. Siamo su Youtube.
- Ho una compagna di classe di hromadske.
- [Fuori campo] Cosa?
- Una mia compagna di classe è di hromadske. Darka Hirniak.
- [Fuori campo] Oh, sì, la conosco. È un mondo piccolo.
Minuto 7.03 Dialogo tra giornalista e Sviatoslav
- Per continuare a far arrivare il sangue, se la riserva è messa in sicurezza.
- Beh, il laccio emostatico serviva per un’ora.
- Sì, per non rompere i vasi sanguigni. Se non interrompi, va bene lo stesso. I traumatologi gli ricostruiranno l’osso, la ferita guarirà e questo è quanto.
- Beh, sono stati colpiti da un carro antimissile.
Minuto 7.31 Medici mentre curano un ferito
- Lentamente, con attenzione, togliti gli stivali. Togliti maglietta, maglione, tutto.
- Aspetta, dove vai? Non muovere le mani.
Minuto 7.49 Dialogo tra voce fuori campo della giornalista e Sviatoslav
- C’è una golden hour? O il trasporto è ancora-
- Vorrei che esistesse.
- Qual è la media?
- Da venti minuti, se li portano dentro il più in fretta possibile, a un giorno. A volte da due a quattro. Immaginate la situazione, ci sono state delle esplosioni. Per esempio, è sopravvissuto solo uno dei feriti del gruppo. Ora è qui, che si mette un laccio emostatico. Chi lo salverà?
Minuto 8.17 Sviatoslav mentre cura un ferito
Aspetta, aspetta, te lo metto sulla barba. No, no, non metterlo in bocca, te lo metto io sulla barba così non finisce in mezzo.
Stenditi con la testa. Guarda. Fai un bel respiro e poi non respirare. Trattieni il respiro.
Risonanza.
Minuto 8.35 [Sviatoslav] C’è stato bombardamento, la squadra di evacuazione non riusciva a raggiungerli. La squadra di evacuazione arriva. Vengono bombardati. Ci sono feriti nella squadra di evacuazione. Chiamano una seconda squadra per portare via i feriti che erano venuti a cercare. C’è stato un caso simile, o qui o a Chadovyi Yar. Non me lo ricordo più. E hanno fatto fuoco contro la seconda squadra di evacuazione. C’erano dei feriti, quindi questi feriti sono andati dietro agli altri feriti ma gli hanno sparato, poi il terzo gruppo è arrivato per raccogliere almeno quelli che erano sopravvissuti. Beh, succede. Quindi che golden hour può esserci?
Minuto 9.03
- [infermiera] Ti puoi rilassare, stenderti.
- [Paziente] Ci posso provare.
- [Infermiera]Prova.
- [Sviatoslav] Ecco, respira con calma, stenditi.
- [Dottore] Risonanza. Sì, ben fatto. Passiamo al fianco.
- [Fuori campo] Un po’. Ce l’hai?
- [Fuori campo] Qui?
- [Dottore fuori campo] Sì, amico mio, dimmi se non provi dolore. Dove fa male, sentirai solo il tocco. Non sentirai il dolore.
Minuto 9.47 Dialogo tra voce fuori campo di un giornalista e Sviatoslav
- È rimasto col proiettile dentro per tre giorni? E come?
- Chiediglielo. Soffriva, ma visto che si muoveva doveva uscire da lì in qualche modo, altrimenti sarebbe morto.
- Ad un certo punto si è seduto e non riusciva più a rialzarsi.
- Non poteva perché ha iniziato a sentire dolore. Si è infiammato e ha iniziato ad irritarlo. Può succedere. Può emergere lo shock da dolore.
- E se fosse arrivato direttamente?
- L’abbiamo preso, amico mio! Da qualche parte nell’armatura, si è piegato.
- Il centro è rimasto e il proiettile di rame.
- [Voce fuori campo] Vedi, Oleh, sei un McCloud!
Minuto 10.30 [Sviatoslav] Il lavoro è difficile, sapete. Ma mi piace, perché hai dei risultati, valuti, salvi delle vite, te ne accorgi. Altrimenti, sarebbe brutto.
https://www.youtube.com/watch?v=oWYWoHVdKDs
Traduzione a cura di Anna Iaderosa
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