Erdogan è un flagello
La situazione nella Siria nord-orientale sta rapidamente degenerando a causa degli implacabili attacchi condotti dalla Turchia, guidata dal presidente Recep Tayyip Erdogan. Le recenti notizie riportate dall'agenzia stampa Pressenza dipingono un quadro allarmante, con cinquantasei località colpite in soli quattro giorni, lasciando due milioni di civili senza acqua ed elettricità. La distruzione delle infrastrutture chiave nel cantone di Jazira ha portato a una catastrofe umanitaria senza precedenti.
Attacchi mirati contro infrastrutture essenziali
A differenza dei mesi precedenti, la Turchia sta ora concentrando i suoi bombardamenti contro infrastrutture essenziali. Campi petroliferi, stazioni elettriche, impianti di gas e magazzini sono diventati obiettivi primari, con danni che superano di gran lunga la capacità di ripristino delle autorità locali. I campi petroliferi di Odeh, Zarba, Gir Dahol e Tafla, insieme alle stazioni del gas di Gir Zero e Suwaydiyah, sono stati colpiti ripetutamente, causando distruzioni per decine di milioni di dollari.
Colpi a impianti di gas ed elettricità cruciali
Uno degli attacchi più gravi è stato condotto contro gli impianti di gas ed elettricità a Suwaydiyah, considerati di importanza cruciale nel Rojava. Questi impianti producono circa la metà delle forniture del cantone di Jazira e garantiscono l'erogazione continua di energia alle sottostazioni, fondamentali per i servizi essenziali come stazioni idriche, ospedali e panetterie. Oltre dieci attacchi aerei hanno compromesso irrimediabilmente questa infrastruttura vitale, mettendo a repentaglio la sicurezza e il benessere della popolazione locale.
Proteste della popolazione e appello internazionale
Le principali città del Rojava sono teatro di manifestazioni di massa contro gli attacchi turchi, mentre a Darbasiyah i residenti hanno chiesto l'intervento della Russia, garante ufficiale nella buffer zone di confine. Il Consiglio democratico siriano (DSC) ha condannato questi attacchi come una palese violazione del diritto internazionale e una minaccia grave alla pace e sicurezza nella regione. La Comunità Internazionale, tuttavia, sembra rimanere in silenzio di fronte all'occupazione turca, suscitando l'indignazione del DSC che denuncia una grave negligenza dei valori umani e dei principi fondamentali della giustizia e dei diritti basilari.
Il silenzio della comunità internazionale
Gli attacchi continui della Turchia nella Siria nord-orientale stanno provocando una crisi umanitaria, con danni irreparabili a infrastrutture vitali. Il silenzio della comunità internazionale e l'indifferenza nei confronti delle grida di aiuto della popolazione locale evidenziano la necessità urgente di chiare prese di posizione per fermare il flagello rappresentato dagli attacchi guidati dal presidente Erdogan. La pace e la sicurezza nella regione sono in gioco, e l'incapacità di affrontare questi crimini minaccia i valori umani e la stabilità della regione.
L'Amministrazione Autonoma della Siria del Nord-Est, anche nota come Siria del Nord-Est o Rojava, è una regione autonoma de facto nel nord-est della Siria, non ufficialmente riconosciuta da parte del governo siriano. Costituitasi a partire dal 2012 inizialmente in aree a maggioranza curda, nel contesto della guerra civile siriana, la regione si estese progressivamente anche ad aree a maggioranza araba, assira e turcomanna precedentemente occupate dallo Stato Islamico, integrandone le comunità. L'organo legislativo è rappresentato dal Consiglio Democratico Siriano, mentre le Forze Democratiche Siriane ne rappresentano l'ala militare. (Wikipedia)
Per approfondimenti e per seguire la situazione
Rojava Information Center
https://rojavainformationcenter.org
https://twitter.com/RojavaIC
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