Conflitti

Anonimi tiratori provocarono a Kiev una strage il 20 febbraio 2014

Le ombre sulla rivolta di piazza Maidan

Gli elementi raccolti suggeriscono che la narrazione di Piazza Maidan come una rivoluzione non violenta è incompleta e fuorviante. Occorre un'indagine più approfondita per comprendere meglio le dinamiche e i responsabili di quegli eventi drammatici in Ucraina.
27 giugno 2024
Redazione PeaceLink

Quello che è avvenuto a Piazza Maidan nel 2014 merita un approfondimento che finora è mancato. La narrazione dominante ha descritto Piazza Maidan come una rivoluzione popolare non violenta, repressa nel sangue da un governo filo-russo.

Tuttavia, questa versione dei fatti è oggi poco credibile e va riesaminata con maggiore attenzione.

La cronaca degli eventi racconta un crescendo di tensione e di scontri. 

La situazione degenerò con l'apparizione di misteriosi cecchini che il 20 febbraio 2014 aprirono il fuoco sia sui poliziotti che sui manifestanti, alimentando il caos e creando le condizioni per quello che è stato definito "un colpo di Stato" contro il governo "democraticamente eletto". Questi anonimi tiratori, mai identificati, avevano operato in momenti cruciali anche in altre rivolte internazionali, come in Romania nel 1989, in Russia nel 1993, in Venezuela nel 2002, in Thailandia e Kirghizistan nel 2010, e durante le Primavere Arabe del 2011. In tutti questi casi, la presenza di cecchini fu un preludio a tentativi di golpe contro i governi in carica.

Ma la narrazione che è stata fatta il 20 febbraio 2014 in TV è stata finalizzata ad attribuire il massacro alle forze di polizia.

Ecco cosa ha trasmesso LA7 (clicca qui). Si vedono manifestanti colpiti da cecchini che vengono individuati tra le forze speciali governative. Diverse immagini provengono da https://www.radiosvoboda.org/ ossia una emittente ucraina di estrema destra.

Un elemento cruciale nelle recenti ricostruzioni è emerso quando il ministro degli Esteri estone Urmas Paet rivelò in una conversazione con l’alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Catherine Ashton, che i cecchini non erano stati inviati dal governo di Yanukovich, ma agivano presumibilmente sotto la direzione di elementi all’interno della coalizione d’opposizione.

"Olga mi ha detto - spiega Paet - che tutte le prove mostrano che le vittime di piazza Maidan sono state uccise dagli stessi cecchini, e non da tiratori diversi e contrapposti. Sto parlando sia dei morti tra i poliziotti, sia di quelli tra i manifestanti. Uccisi dalle stesse armi. Le prove che ho personalmente vagliato sono inequivocabili. Non è stato Yanukovich a ordinare il massacro, è stato qualcuno della nuova coalizione. Olga mi ha mostrato delle foto. Mi ha fatto parlare con alcuni medici e ho visto le perizie medico legali. Sono stati uccisi dallo stesso tipo di pallottole, con le stesse angolazioni di fuoco, la stessa firma sui bossoli e le stesse striature sui proiettili».

Ma chi è Olga?

Scrive Michele Zurleni su Panorama: "Urmas Paet fa queste rivelazioni sulla base, dice alla Ashton, delle notizie avute da Olga Bogomolets, medico ucraino di fama internazionale, intellettuale e artista, una delle più attive nell'invitare gli studenti a partecipare alle manifestazioni a favore dell'Europa a Kiev. La Ashton la conosce".

L'audio della discussione, intercettata e diffusa dai servizi di intelligence russa, mostrava chiaramente che Ashton non rimase sorpresa dalle rivelazioni di Paet. Barricate a piazza Maidan nel 2014

Ulteriori prove sono state raccolte dai servizi segreti ucraini. Un video mostra Sergeij Pašinskij, deputato del partito Bat’kivščyna, incaricare il funzionario del Ministero degli Interni Jurij Sobolta di far sparire un'auto governativa contenente un fucile di precisione con mirino ottico. Era il 18 febbraio 2014. Successivamente, un'inchiesta di Gabriel Gatehouse della BBC documentò che il 20 febbraio, due giorni dopo il ritrovamento del fucile, alcuni simpatizzanti del fronte anti-Yanukovich aprirono il fuoco dalla sommità di edifici sotto il controllo dei manifestanti. Un cecchino anonimo, chiamato 'Sergeij', rivelò a Gatehouse di essere stato contattato un mese prima di Euro-Maidan da un ufficiale in congedo, che gli propose di sparare sui manifestanti "per il bene del Paese".

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Solo nel febbraio 2024 la magistratura ucraina ha concluso le indagini.

Fulvio Scaglione vi dedica un articolo apposito.

E scrive: "La conclusione corrisponde alle tesi che, non solo in Ucraina ma anche in Europa, sono sempre state maggioritarie e ufficialmente sostenute: ovvero, quella di uno scontro tra una folla di dimostranti pacifici e la violenza dei reparti speciali (Berkut) della polizia ucraina, pronti a tutto pur di soffocare le proteste. Non tutti, però, sono convinti di questa spiegazione, che ha una grossa falla: tende a dimenticare il ruolo decisivo che ebbero i militanti dell’ultra-destra di formazioni come Svoboda e Pravi Sektor nel tenere vivo l’Euromaidan ma soprattutto nell’indirizzarlo verso lo sbocco finale, il completo rovesciamento del regime. Tanto che tra i tre leader che nella giornata fatale del 21 febbraio 2014, quella successiva alla strage, andarono a trattare con Janukovich e con i mediatori inviati dalla Ue (i ministri degli Esteri Sikorski per la Polonia, Steimeier per la Germania e Fabius per la Francia), accanto a Vitaly Klitshko (ora sindaco di Kiev) e Arsenij Jatsenjuk (poi primo ministro), c’era anche Oleh Tiahnybok, leader di Svoboda e già fondatore del Partito social-nazionale d’Ucraina. In un modo o nell’altro, i leader della destra avevano stretti contatti con diversi dei più potenti oligarchi ucraini, da Kolomoiskij (che poi finanziò i primi battaglioni impegnati contro i separatisti del Donbass) ad Akhmetov, da Poroshenko alla Tymoshenko, che alle origini erano stati vicini a Janukovich ma che in quel momento avevano tutto l’interesse a sbarazzarsi del “clan presidenziale”, un potente gruppo di ladroni che faceva loro concorrenza nello spartirsi le ricchezze del Paese".
Fulvio Scaglione riporta la testimonianza di Ivan Katchanovski, docente di Scienze politiche presso l’Università canadese di Ottawa. Katchanovski ha lavorato a lungo sui materiali ufficiali dell’inchiesta condotta dalle autorità ucraine, analizzando decine di testimonianze, vedendo e rivedendo centinaia di ore di video prodotti in quei giorni fatali sia dalle televisioni di mezzo mondo sia da privati cittadini, per giungere a una conclusione che sta nel mezzo delle due tesi.

Qual è il suo parere? "La conclusione - dichiara - è sempre la stessa: ci sono state molte morti provocate dai militanti della destra per infiammare ancor più la protesta, popolata in grandissima parte da persone pacifiche, e indirizzarla in una direzione precisa”.

Scrive Yurii Colombo: "In piazza Maidan non spararono solo cecchini dei gruppi neofascisti ma anche mercenari assoldati dagli americani per mezzo dell’ex-presidente georgiano «Misha» Shakashvili. Che Shakashivili fosse nella manica della Cia, non c’è mai stato dubbio alcuno. Il suo ruolo di provocazione nei confronti della Russia divenne evidente sin dai tempi della guerra russo-georgiana del 2008".

Questi elementi suggeriscono che la narrazione di Piazza Maidan come una rivoluzione non violenta è incompleta e fuorviante. Occorre un'indagine più approfondita per comprendere meglio le dinamiche e i responsabili di quegli eventi drammatici.

A queste conclusioni giunge anche l'inchiesta della BBC che riportiamo qui di seguito.

Note: Rielaborazione con ChatGPT delle informazioni tratte da https://lists.peacelink.it/pace/2022/01/msg00044.html

Domanda a Perplexity
Chi erano i cecchini che spararono a Piazza Maidan nel 2014?

Risposta
I cecchini che spararono a Piazza Maidan nel 2014 non erano russi, ma provenivano da gruppi di estrema destra ucraini e mercenari assoldati da funzionari del governo americano.

Secondo le testimonianze di due contractors georgiani, un membro del governo americano li assunse come cecchini per sparare sia sui manifestanti che sulla polizia, con l'obiettivo di provocare il maggior numero di vittime possibile e destabilizzare la situazione[2]. Questi cecchini si posizionarono in edifici come l'Hotel Ucraina, controllati dai gruppi di estrema destra, e aprirono il fuoco in modo incrociato[2].

Inoltre, uno studio del ricercatore ucraino Ivan Katchanovski ha dimostrato che parte dei manifestanti uccisi furono colpiti proprio da questi cecchini dei gruppi di estrema destra, e non solo dalla polizia[3][4]. Quindi, nonostante le accuse iniziali di coinvolgimento russo, le indagini hanno concluso che i cecchini che spararono a Maidan erano ucraini, non russi[3][5].

Citations:
[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_ucraina_del_2014
[2] https://ilmanifesto.it/kiev-2014-chi-sparo-davvero-a-maidan
[3] https://www.lindipendente.online/2024/02/21/ucraina-i-cecchini-che-spararono-ad-euromaidan-nel-2014-non-erano-russi/
[4] https://it.insideover.com/politica/maidan-chi-sparo-su-quella-piazza.html
[5] https://it.wikipedia.org/wiki/Euromaidan

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