630 morti in un massacro causato da milizie cristiane in Nigeria
L'Associazione per i popoli minacciati (APM) ha accusato il Governo
nigeriano di essere corresponsabile del massacro di milizie cristiane nei
confronti di 630 civili musulmani, uccisi negli scontri iniziati domenica 2
maggio nella città di Yelwa nella Nigeria centrale. Centinaia di vite umane
si sarebbero potute salvare se solo le autorità avessero rinforzato per
tempo la protezione nei confronti della popolazione musulmana della città e
si fossero frapposte tra Cristiani e Musulmani. Nei tre mesi precedenti a
questo massacro almeno 400 persone sono già state uccise in scontri nei
dintorni di Yelwa. Il Governo continua però a rimanere inattivo, nonostante
sia chiaro che dovrebbe intervenire per garantire pace e sicurezza per la
popolazione. Probabilmente il numero dei morti continuerà ad aumentare visto
che tra i 1500 feriti ci sono almeno 600 feriti gravi e molte persone
risultano scomparse.
In questo caso il terribile massacro non sarebbe genocidio, ma l'espressione
delle enormi tensioni economiche, sociali, etniche e religiose nell'area
della Nigeria centrale. In ogni caso rappresentanti islamici di Yelwa hanno
dichiarato ieri di essere vittime di un genocidio.
Fino ad oggi in questa regione abitata da una maggioranza cristiana,
agricoltori stanziali cristiani e popolazioni nomadi islamiche hanno vissuto
insieme in maniera relativamente pacifica. A partire dal 2000 i rapporti tra
i due gruppi sono diventati sempre più tesi a causa della scarsità di
territorio e relativi problemi economici. Nel settembre 2001 a causa di
pesanti scontri tra Cristiani e Musulmani nella città di Jos, sempre nella
Nigeria centrale, sono state uccise 1.000 persone. Da allora si verificano
ormai settimanalmente attacchi a villaggi in tutta la zona della Nigeria
centrale, in cui vengono uccise persone con machete e armi da fuoco, chiese
e moschee vengono incendiate, le case vengono distrutte.
* www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/031121it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030925ait.html |
www.gfbv.it/3dossier/africa/nigeria-it.html
* www: www.amnistiapornigeria.org
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