Tre anni di guerra in Ucraina: un'analisi militare
Le fasi del 2022: una timeline dettagliata
Fase 1
L’invasione e il fallimento iniziale (febbraio-marzo 2022)
Fase 2
Le trattative in Turchia (marzo-aprile 2022)
Fase 3
Consolidamento russo e guerra nel Donbass (aprile-agosto 2022)
Fase 4
Controffensiva ucraina e ritiro da Kherson (settembre-novembre 2022)
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Ragioni: l’avanzata russa verso Kiev fu rapidissima, con colonne di carri armati a poche decine di chilometri dalla capitale (battaglia di Irpin e Bucha). Il governo ucraino rischiò di collassare, la popolazione civile fu colpita duramente (massacro di Bucha scoperto ad aprile), e l’esercito, ancora in fase di riorganizzazione, dipendeva da armi leggere contro una potenza superiore in numero e tecnologia.
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Operazioni e armamenti: la Russia impiegò missili Iskander e bombe aeree per colpire infrastrutture chiave, mentre l’Ucraina si affidò a una difesa disperata con Javelin, NLAW e volontari inesperti. La sopravvivenza di Kiev dipese dalla resilienza popolare e dai primi aiuti occidentali, arrivati appena in tempo.
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Impatto: se Kiev fosse caduta, la guerra avrebbe potuto concludersi con una vittoria russa lampo, cambiando l’intero corso del conflitto.
I maggiori momenti di difficoltà del 2022 per la Russia
A settembre è cominciata la fase di maggiore difficoltà per la Russia.
A) Kharkiv
La riconquista di Kharkiv, o più precisamente la liberazione della gran parte della regione di Kharkiv da parte dell’Ucraina, avvenuta tra il 6 e il 12 settembre 2022, è stata uno dei momenti più significativi del conflitto bellico del 2022. Questa controffensiva fulminea ha segnato una svolta strategica e psicologica, dimostrando la capacità ucraina di riprendere l’iniziativa contro la Russia e consolidando il sostegno internazionale.
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Preparazione: l’Ucraina pianificò segretamente l’operazione mentre annunciava pubblicamente una controffensiva nel sud (Kherson), ingannando la Russia e costringendola a ridistribuire truppe. Le forze ucraine, rafforzate da aiuti occidentali, includevano brigate ben addestrate (es. la 92ª Brigata Meccanizzata) e riservisti motivati.
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Inizio: il 6 settembre, l’Ucraina attaccò da nord-est di Kharkiv, puntando a sfondare le linee russe vicino a Balakliya. L’offensiva fu rapidissima, sfruttando la sorpresa e la debolezza delle difese russe, composte spesso da unità sotto organico della Guardia Nazionale Russa (Rosgvardia) e milizie separatiste.
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Svolgimento
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Balakliya: liberata l’8 settembre dopo scontri leggeri, aprendo la strada verso sud-est.
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Izium: presa il 10 settembre, un nodo logistico cruciale per i rifornimenti russi nel Donbass. La conquista fu facilitata dal collasso delle linee russe, con truppe in fuga che abbandonarono armi e veicoli.
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Kupiansk: liberata l’11 settembre, tagliando una delle principali arterie di approvvigionamento russe sul fiume Oskil.
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Armamenti chiave
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Ucraina: sistemi HIMARS colpivano depositi e centri di comando russi a decine di chilometri di distanza, mentre carri T-64 e T-72 modernizzati, supportati da veicoli leggeri e droni, avanzavano rapidamente. L’artiglieria da 155 mm (es. obici M777) garantiva copertura.
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Russia: le difese si affidavano a carri T-80, artiglieria Grad e posizioni trincerate, ma mancavano di coordinamento e rinforzi, con l’aviazione (Su-34) incapace di fermare l’avanzata ucraina.
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Fine: entro il 12 settembre, l’Ucraina aveva liberato oltre 8.000 km² e circa 300 insediamenti, spingendo le forze russe oltre il fiume Oskil.
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Interruzione delle linee russe: la perdita di Izium e Kupiansk spezzò le catene di rifornimento russe verso il Donbass, indebolendo la loro capacità di sostenere offensive su Sloviansk e Kramatorsk. Il fronte orientale fu costretto a ripiegare su posizioni più difensive.
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Dimostrazione di capacità: l’Ucraina mostrò di poter condurre operazioni combinate su larga scala, usando armi occidentali (HIMARS) e tattiche NATO apprese durante l’addestramento con alleati come Regno Unito e USA. Questo segnò un’evoluzione dalla difesa statica a una guerra di movimento.
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Per l’Ucraina: la vittoria galvanizzò il morale nazionale. Le immagini di bandiere ucraine sventolate a Izium e di civili che abbracciavano i soldati a Kupiansk rafforzarono la determinazione a resistere. Fu una prova tangibile che la Russia poteva essere sconfitta.
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Per la Russia: il collasso fu un’umiliazione. Putin affrontò critiche interne da nazionalisti e blogger militari (es. Rybar), mentre il morale delle truppe, già provato, peggiorò. Il 21 settembre, Putin annunciò la mobilitazione parziale (300.000 uomini), un’ammissione implicita della crisi.
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Sostegno occidentale: la riconquista convinse gli alleati dell’efficacia degli aiuti militari. Dopo Kharkiv, aumentarono le consegne di armi più avanzate (es. sistemi antiaerei NASAMS e, successivamente, Patriot), consolidando la fiducia nella capacità ucraina di vincere.
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Perdita di credibilità russa: la fuga disordinata ridimensionò l’immagine della Russia come potenza militare invincibile.
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Riorientamento del conflitto: con il nord-est liberato, l’Ucraina poté concentrarsi su altri fronti, come Kherson (liberata a novembre). Per la Russia, la perdita costrinse a una strategia più difensiva nel Donbass, rallentando i piani di espansione.
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Prossimità al confine: riportare il controllo vicino al confine russo aprì la possibilità di incursioni future (es. Kursk nel 2024), portando la guerra in territorio nemico.
B) Kherson
Il ritiro russo da Kherson, annunciato ufficialmente l’11 novembre 2022, rappresenta un altro dei momenti più significativi e umilianti per la Russia nel corso del conflitto armato in Ucraina nel 2022. Questa ritirata segnò la perdita dell’unica capitale regionale ucraina conquistata da Mosca dall’inizio dell’invasione e fu un trionfo strategico e simbolico per l’Ucraina.
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Inizio: l’Ucraina lanciò una controffensiva nel sud a fine agosto 2022, con l’obiettivo dichiarato di liberare Kherson. A differenza dell’offensiva lampo a Kharkiv (settembre), questa fu graduale e metodica, mirando a logorare le linee russe.
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Armamenti chiave: l’Ucraina utilizzò sistemi HIMARS (forniti dagli USA) per colpire depositi di munizioni, ponti e linee di rifornimento sul Dnipro, come il Ponte Antonovskij e il Ponte Nova Kakhovka. I droni e l’artiglieria da 155 mm (es. obici M777) distrussero infrastrutture critiche, isolando le truppe russe sulla riva ovest.
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Progressi: entro ottobre, le forze ucraine avanzarono da nord e ovest, liberando villaggi come Davydiv Brid e spingendo le linee russe verso il fiume. La strategia puntava a tagliare i rifornimenti, rendendo insostenibile la posizione di Mosca.
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Segnali preliminari: già a settembre, i funzionari russi iniziarono a evacuare civili e amministratori collaborazionisti da Kherson, un segnale di preparativi per un ritiro. La propaganda russa parlava di “protezione della popolazione”, ma il morale delle truppe era in calo.
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Annuncio ufficiale: il 9 novembre 2022, il generale Sergey Surovikin, appena nominato comandante delle operazioni in Ucraina, e il ministro della Difesa Sergei Shoigu annunciarono in TV il ritiro dalla riva occidentale del Dnipro, definendolo una “decisione difficile” per “salvare vite”. La ritirata iniziò immediatamente e fu completata l’11 novembre, con le forze russe che si attestarono sulla riva orientale.
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Operazioni di copertura: la Russia fece saltare sezioni del Ponte Antonovskij e altre infrastrutture per rallentare l’avanzata ucraina, mentre le truppe si ritiravano sotto il fuoco nemico.
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Il 11 novembre, le forze ucraine entrarono a Kherson senza incontrare resistenza significativa. Video mostrano folle festanti che accoglievano i soldati con bandiere ucraine, un’immagine potente di liberazione. Entro il 12 novembre, l’Ucraina aveva ripreso il controllo totale della città e della riva occidentale.
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Isolamento logistico
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I continui attacchi ucraini con HIMARS resero i ponti sul Dnipro inutilizzabili, costringendo la Russia a usare traghetti e pontoni, vulnerabili ai bombardamenti. Le truppe sulla riva ovest (stimabili in 20.000-30.000 uomini) erano tagliate fuori da rifornimenti adeguati di cibo, munizioni e carburante.
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Pressione militare ucraina
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La controffensiva, pur lenta, era inarrestabile. Le forze ucraine, rafforzate da carri T-64 modernizzati e unità ben addestrate, avanzavano su più assi, minacciando di accerchiare le truppe russe. La perdita di villaggi chiave come Snihurivka (10 novembre) fu l’ultimo campanello d’allarme.
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Costo umano insostenibile
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Difendere Kherson avrebbe richiesto un sacrificio enorme contro un nemico sempre più equipaggiato. Le perdite russe totali nel 2022 erano già stimate tra 70.000 e 100.000 (morti e feriti), e Surovikin preferì preservare le truppe per il Donbass.
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Cambio di strategia
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Dopo il fallimento su Kiev, la Russia riorientò la guerra sul Donbass e sul mantenimento dei territori annessi. Kherson, pur importante, era meno vitale rispetto a Donetsk e Luhansk, e il Dnipro offriva una barriera naturale per stabilizzare il fronte.
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Il rischio nucleare nel 2022
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Contesto: questo avvenne mentre gli USA intensificavano il supporto con HIMARS e sistemi Patriot, e la NATO rafforzava il confine orientale. Esperti occidentali, come quelli del Bulletin of the Atomic Scientists, segnalarono un rischio nucleare al livello più alto dai tempi della crisi dei missili di Cuba (1962).
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Armamenti in gioco: la Russia disponeva di testate nucleari tattiche (portata limitata, trasportabili da missili Iskander), e Putin fece esercitazioni simulate a ottobre 2022.
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6 ottobre 2022 - Raccolta fondi a New York
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Dichiarazione: durante un evento privato con donatori democratici, Biden disse: “Non affrontiamo la prospettiva di un Armageddon nucleare dal tempo di Kennedy e della crisi dei missili di Cuba.” Aggiunse che le minacce di Putin sull’uso di armi nucleari tattiche erano “reali” e che il rischio era “il più alto dagli anni ’60”. Parlò anche del pericolo che un’esplosione nucleare tattica potesse “scatenare una reazione a catena fuori controllo”.
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Contesto: queste parole seguirono il discorso di Putin del 21 settembre e l’annessione delle regioni ucraine. Biden cercava di sensibilizzare sull’entità della minaccia senza compromettere la postura ufficiale degli USA.
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Impatto: la dichiarazione, riportata da giornalisti presenti (es. CNN), fece scalpore.
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Il generale americano Milley: "Quando la pace può essere raggiunta, coglietela"
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9 novembre 2022 (Economic Club di New York). Milley disse: “Quando c’è un’opportunità per negoziare, quando la pace può essere raggiunta, coglietela. Cogliete il momento”. Sottolineò che una vittoria militare totale (espellere tutte le forze russe dall’Ucraina) era improbabile nel breve termine e che entrambe le parti avrebbero dovuto riconoscere che “la vittoria militare, nel senso pieno del termine, non è probabilmente realizzabile con mezzi militari”.
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16 novembre 2022 (Conferenza stampa al Pentagono). Dopo Kherson, Milley ribadì che la Russia era “in difficoltà” e che l’Ucraina si trovava in una posizione di forza. Suggerì che questo fosse il momento ideale per negoziare, dato che “si negozia meglio quando sei in una posizione di forza e il tuo avversario è debole”. Tuttavia, precisò che la decisione spettava all’Ucraina e che gli USA avrebbero continuato a sostenerla militarmente.
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Valutazione militare: Milley notò che, nonostante i successi ucraini, un’espulsione completa della Russia da tutti i territori occupati (Crimea inclusa) avrebbe richiesto uno sforzo prolungato e costoso, con probabilità di successo “non alte” nel breve termine. L’inverno imminente, con il rallentamento delle operazioni, offriva una pausa naturale per esplorare soluzioni diplomatiche.
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Lezioni storiche: paragonò la situazione alla Prima Guerra Mondiale, quando i leader non colsero opportunità di pace nel 1914, portando a milioni di morti inutili. Voleva evitare un’escalation simile.
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Posizione della Russia: il ritiro da Kherson e le perdite stimate in 100.000 uomini (morti e feriti) indicavano una Russia indebolita, potenzialmente più incline a compromessi.
- Il generale Milley non fu ascoltato e la guerra continuò.
Le fasi del 2023: una timeline dettagliata
Stallo invernale e la battaglia di Bakhmut (gennaio-maggio 2023)
La controffensiva ucraina e il suo stallo (giugno-ottobre 2023)
Consolidamento russo e crisi ucraina (novembre-dicembre 2023)
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Ragioni: l’Ucraina puntava a sfondare le linee russe per raggiungere il Mar d’Azov e tagliare il “corridoio terrestre” verso la Crimea, ma non riuscì a superare le difese russe, profonde fino a 20 km. La mancanza di superiorità aerea (nessun caccia F-16 ancora consegnato), la carenza di munizioni per HIMARS e Patriot, e l’esaurimento delle truppe dopo mesi di preparazione resero l’impresa impossibile. La Russia, al contrario, sfruttò la sua superiorità numerica (circa 600.000 uomini in teatro) e un’efficace guerra elettronica per neutralizzare i droni ucraini.
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Operazioni e armamenti: iLeopard 2 e Bradley furono decimati da mine e droni Lancet, mentre i Patriot abbatterono alcuni missili russi ma non poterono contrastare l’artiglieria a corto raggio. Questo stallo segnò un punto di svolta psicologico e strategico: l’Ucraina perse l’iniziativa, e la guerra si cristallizzò in un conflitto di attrito, favorendo la Russia nel lungo termine.
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Impatto: il fallimento erose la fiducia degli alleati occidentali e aumentò la pressione interna su Kiev, con un inverno difficile in vista.
Analisi del 2024 in Ucraina
Le fasi del 2024: una timeline dettagliata
Offensiva russa nel Donbass (gennaio-marzo 2024)
Incursione ucraina a Kursk (agosto-settembre 2024)
Autorizzazione all’uso di armi per colpire la Russia e escalation (settembre-novembre 2024)
Fase 4
Avanzate russe (novembre-dicembre 2024)
Il maggiore momento di difficoltà ucraina del 2024
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Ragioni: Avdiivka era una roccaforte strategica; la sua perdita aprì la strada a ulteriori avanzate russe nel Donbass. L’Ucraina era in svantaggio numerico (rapporti 1:3) e mancavano munizioni per HIMARS e artiglieria NATO, bloccate da ritardi USA. La Russia, con 40.000 uomini nell’area, usò tattiche brutali e un’intensa campagna aerea.
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Operazioni e armamenti: le FAB-1500 russe hanno distrutto le difese ucraine, mentre i droni Lancet hanno neutralizzato i carri.
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Impatto: questo evento ha segnato un punto di svolta, confermando il vantaggio russo in una guerra di attrito e indebolendo il morale ucraino.
Mobilitazione, forze in campo, renitenti e disertori nel 2024
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Russia: dopo la mobilitazione del 2022 (300.000 uomini), Mosca ha intensificato il reclutamento nel 2024, aggiungendo circa 200.000-250.000 soldati (stime ISW), portando le forze totali in Ucraina a 600.000-700.000, di cui 300.000-450.000 sul fronte.
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Ucraina: Kiev ha schierato 200.000-300.000 uomini sul fronte. La legge marziale ha abbassato l’età di leva a 25; i renitenti sono aumentati assieme ai disertori.
Analisi del 2025 in Ucraina
Le fasi del 2025: una timeline dettagliata
Transizione politica e stallo (gennaio-febbraio 2025)
Prosecuzione delle operazioni a Kursk (gennaio-febbraio 2025)
Il maggiore momento di difficoltà del 2025 (finora)
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Ragioni: l’incertezza sugli aiuti USA sotto Trump (che ha promesso di rivedere il sostegno) e le perdite cumulative (stimabili in 300.000-400.000 tra morti e feriti dal 2022) hanno minato la capacità ucraina di tenere il fronte. La Russia, pur non avanzando rapidamente, mantiene pressione costante.
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Operazioni e armamenti: per l'Ucraina la carenza di uomini e munizioni è evidente. La Russia usa droni Shahed-136 e bombe FAB-500, logorando le difese.
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Impatto: senza una chiara direzione diplomatica o militare, questo è un momento di maggiore vulnerabilità per Kiev.
Mobilitazione, forze in campo, renitenti e disertori nel 2025
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Russia: Mosca ha continuato a reclutare (circa 30.000 uomini al mese nel 2024-2025), mantenendo 600.000-700.000 militari in Ucraina, con 300.000-450.000 sul fronte.
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Ucraina: le forze totali sul fronte scendono a 200.000-250.000 per perdite e rotazioni. La mobilitazione si è inasprita (controlli stradali per reclutare), aumentando i renitenti e i disertori, stimati in crescita, spinti da stress e paura.
Il ciclone Trump
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Dichiarazione: "Sto facendo un grande favore alla Russia e al presidente Putin. Risolvete ora e fermate questa guerra ridicola! Sta solo peggiorando. Se non arriviamo a un accordo presto, non avrò altra scelta che imporre alti livelli di tasse, tariffe e sanzioni su tutto ciò che la Russia vende agli Stati Uniti e ad altri Paesi partecipanti".
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Contesto: pubblicata su Truth Social dopo una conferenza stampa a Mar-a-Lago, questa dichiarazione ha segnato un primo monito pubblico a Putin per spingerlo a negoziare. Trump ha sottolineato il suo desiderio di evitare ulteriori sanzioni e si è presentato come un mediatore benevolo.
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Fonte: BBC, NPR.
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Dichiarazione: "Stiamo cercando di fare un accordo con l’Ucraina in cui loro garantiranno quello che gli stiamo dando con i loro minerali rari e altre cose. Voglio la sicurezza dei minerali rari, e loro sono disposti a farlo".
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Contesto: pronunciata nell’Ufficio Ovale, questa affermazione ha risposto a una proposta di Zelensky del suo "Victory Plan" dell’ottobre 2024, che offriva agli USA accesso a risorse ucraine (litio, uranio, titanio) in cambio di aiuti. Trump ha mostrato interesse a legare il sostegno militare a benefici economici per gli Stati Uniti.
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Fonte: NBC News.
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Dichiarazione: "La Russia ha combattuto per quella terra in Ucraina e ha perso molti soldati per farlo, quindi la Russia dovrebbe tenerla".
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Contesto: durante un briefing, Trump ha suggerito che i sacrifici russi giustificassero il mantenimento dei territori occupati, una posizione che riecheggia la retorica del Cremlino e ha scatenato critiche per il suo apparente appoggio alle conquiste territoriali di Mosca. Non ha chiarito se si riferisse a tutto il territorio occupato o solo a parti di esso.
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Fonte: Post su X, ripresi da media come The Guardian.
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Dichiarazione: "Oggi ho sentito [dall’Ucraina], ‘Oh, non siamo stati invitati.’ Beh, siete lì da tre anni. Avreste dovuto finirla tre anni fa – non avreste mai dovuto iniziarla. Avreste potuto fare un accordo".
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Contesto: durante una conferenza stampa a Mar-a-Lago, dopo i colloqui USA-Russia in Arabia Saudita (escludendo l’Ucraina), Trump ha accusato Kyiv di responsabilità per il conflitto, ignorando l’invasione russa del 24 febbraio 2022. Ha aggiunto che lui avrebbe potuto negoziare un accordo per preservare “quasi tutta la terra” senza perdite umane.
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Fonte: NBC News, Politico.
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Dichiarazione: "Abbiamo una situazione in cui non ci sono state elezioni in Ucraina, c’è la legge marziale, e il leader dell’Ucraina – odio dirlo – ha un indice di gradimento del 4%. [...] Quando vogliono un posto al tavolo, non dovrebbero forse i cittadini ucraini dire, ‘È passato molto tempo dall’ultima elezione’?"
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Contesto: nella stessa conferenza stampa, Trump ha definito Zelensky “incompetente” e ha insistito sulla necessità di elezioni, allineandosi a una richiesta russa ma presentandola come una sua idea.
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Fonte: CNN, The Guardian.
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Dichiarazione: "Penso di avere il potere di porre fine a questa guerra, e penso che stia andando molto bene."
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Contesto: sempre a Mar-a-Lago, Trump si è mostrato ottimista sui negoziati USA-Russia, definendo i colloqui di Riyadh “molto buoni” e sostenendo che “la Russia vuole fare qualcosa”. Non ha fornito dettagli concreti sul piano, ma ha enfatizzato il suo ruolo personale.
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Fonte: BBC, AP News.
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Dichiarazione: "La Russia ha invaso l’Ucraina per ordine di Putin, ma Zelensky e Biden non avrebbero dovuto permettergli di attaccare. [...] Prevedo che un accordo sui minerali critici con l’Ucraina sarà firmato a breve."
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Contesto: in un’intervista a Fox News Radio, Trump ha rettificato parzialmente le sue accuse a Kyiv, riconoscendo l’invasione russa ma criticando la gestione ucraina e americana pre-2022. Confermò l’intenzione di legare gli aiuti a un accordo sui minerali, un tema su cui il suo consigliere Mike Waltz disse che Zelensky era vicino a cedere.
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Fonte: The Guardian.
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