RAFAH: DI FRONTE AL MASSACRO DIGIUNO O SILENZIO
Nei tre mesi passati a Rafah nel 2003 abbiamo provato tante cose.
Dolore e Disperazione per la morte di Rachel, Tor, Alì e altri a noi meno conosciuti.
Speranza e Allegria nel pensare possibile fare qualcosa per fermare la violenza israeliana e nel condividere la vita quotidiana con i bambini, le famiglie e gli amici palestinesi.
Terrore e Impotenza quando sparavano alle case dove eravamo, ai bambini, a noi, quando bombardavano e invadevano la città seminando morte e distruzione.
Non si può dimenticare Rafah. Non la si può dimenticare perchè è ancora nel dramma, perché con continuità si ripete l'orrore.
Sarei voluto tornare a Rafah ma le restrizioni israeliane e la mancanza di un progetto di intervento da parte dei qualsiasi associazione e del movimento per la Pace, mi hanno fatto rimandare. Si sono lanciati appelli e proposte ma niente è stato fatto.
Voglio però ancora credere possibile fare qualcosa insieme, per cui propongo un DIGIUNO DI UNA SETTIMANA (con la possibilità di continuare ad oltranza) di almeno 500 persone davanti all'ambasciata israeliana a Roma che chieda la PROTEZIONE UMANITARIA DI RAFAH e di tutta la popolazione civile palestinese e la cessazione dell'assedio nella striscia di Gaza e delle incursioni in tutta la Palestina.
Il digiuno potrebbe iniziare SABATO 29 MAGGIO 2004 in concomitanza con una manifestazione nazionale per la Palestina e il ritiro delle truppe italiane dall'Iraq.
Dalla Sicilia dove coltiviamo gli ulivi senza l'angoscia di esser uccisi o di vederceli spazzati via dai bulldozer riprendiamo l'idea di Danilo Dolci e dei contadini siciliani che, con un digiuno di massa, ottennero la diga.
Non lasciamo soli Rafah e i palestinesi o a poco servirà parlarne o rammaricarci.
Bisogna fare qualcosa. Se no, forse, meglio il silenzio.
Nicola A. Arboscelli e i Liberi Artigiani e Contadini senza frontiere in Sicilia
Per informazioni e/o per organizzarci meglio, contateci al 339 3711926.
Sociale.network