Sudan : Darfur: a rischio un milione di persone
“L’aiuto non è sufficiente. È necessaria una soluzione politica: la pulizia etnica condotta dal governo sudanese non deve essere tollerata”. A dirlo è Kenneth Roth direttore di Human Rights Watch in occasione della conferenza dei Paesi donatori di Ginevra, dove sono stati richiesti dall'ONU 286 milioni di dollari (gli Usa ne hanno promessi 188) per l'emergenza nella martoriata regione del Darfur. Mentre il cessate il fuoco viene costantemente violato dai bombardamenti di Karthoum e dalle razzie delle milizie arabe Janjaweed, il direttore di Usaid Andrew Natsios avverte la comunità internazionale che se gli aiuti non arriveranno in tempo "un milione di persone potrebbero morire di stenti".
Il conflitto in Darfur, tra governo e ribelli (SLA e MJE) ha già ucciso più di 10mila persone dal febbraio del 2003. Sono circa un milione gli sfollati a rischio, 150 mila sono i rifugiati in Chad.
Nel 2003 il gruppo ribelle del Sudan Liberation Army ha imbracciato le armi per combattere la politica, a loro dire, discriminatoria di Karthoum e per difendersi dalle milizie arabi Janjaweed. Il Darfur è diviso in gruppi nomadi di ceppo e lingua araba e sedentari africani, i Fur, Masalit e Zaghawat (Foto: Irinnews.org)
Secondo le Nazioni Unite almeno 700mila persone non avranno i mezzi per sopravvivere nei prossimi mesi. "Si tratta della più grave crisi umanitaria del mondo", ha ribadito a più riprese Jan Egeland, coordinatore degli Affari umanitari delle Nazioni Unite.
Asma Jehangir, inviato Onu nella zona, ha criticato la fermezza non cooperativa di Karthoum che nega di armare le milizie arabe e che smentisce ogni accusa di pulizia etnica.
Tuttavia anche gli Stati Uniti stigmatizzano il comportamento del regime sudanese. Condoleeza Rice, consigliere per la Sicurezza nazionale dell'amministrazione Bush, ha detto alla France Press che "la catastrofe in atto in Darfur porta la responsabilità del governo sudanese".
Amnesty International rincara la dose puntando il dito contro "detenzioni arbitrarie, torture e maltrattamenti di ogni genere sui civili".
Ventiquattro persone sono state uccise lunedì in un mercato nel Darfur Occidentale, nella zona di Tirbeba. Il Movimento per la giustizia e l'uguaglianza (MJE) ha accusato l'aviazione del raid contro civili.
Il cessate del fuoco, siglato l'8 aprile a N'djamene, viene sistematicamente, violato da tutte le fazioni in lotta.
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