Conflitti

A BAGHDAD SCOPPIA IL BOOM DELLA DROGA

2 giugno 2003
Rosarita Catani

Amman 2 giugno 2003 – Una fazione politica irachena, ha inviato una delegazione nei vari Paesi del Mondo affinché ottengano supporto per la fine dell’occupazione da parte delle forze statunitensi-britanniche e sia instaurato un governo nazionale indipendente. La notizia è stata divulgata da un portavoce di un gran gruppo shiita ad un giornalista egiziano.

Hamid El-Bayati del Concilio Supremo per la Rivoluzione Islamica parlando con il giornalista dichiara: ”La leadeship ha il compito di far pressione sui vari Governi, spiegando il punto di vista degli iracheni, i quali esprimono il loro rifiuto all’autorità delle forze di coalizione nel nostro Paese. Particolare attenzione, la delegazione presterà nel contattare vari paesi Arabi, per chiedere ai capi dei loro governi di far finire l’occupazione e di far instaurare un Governo nazionale iracheno”.

Hamid El Bayari non specifica quali sono i Paesi che la delegazione andrà a visitare.

Il portavoce dello SCIRI critica la decisione dell’ONU di porre fine alle sanzioni contro l’Iraq e mettendo il suo petrolio sotto il controllo delle forze occupanti. “La risoluzione trasferisce legalmente ed immediatamente il controllo del petrolio iracheno alle forze d’occupazione.”

BAGHDAD

Con una situazione d’insicurezza, senza un Governo centrale e con l’inattività delle forze militari statunitensi, i venditori di stupefacenti hanno trovato terreno fertile nella capitale irachena.

Durante il regime di Saddam Hussein, gli spacciatori di sostanze stupefacenti erano puniti con una condanna a morte, ma ora, con le forze USA all’interno di Bagdad e con Saddam Hussein fuori dei piedi la droga circola liberamente per le strade.

“Ogni notte, qualche giovane armato si spinge nell’area degli spacciatori, con l’aiuto d’amici degli abitanti” dichiara Khaled Nuri. “Gli spacciatori ormai circolano liberamente per le strade di Baghdad. Questa è la democrazia e la libertà portata dalle forze occupanti” afferma Nuri, esprimendo, come molti iracheni, il proprio risentimento nei confronti degli Americani e degli Inglesi. Nuri sostiene anche che gli spacciatori hanno preso postazioni in alcuni caffè della capitale. “Nessuna polizia locale, nessun soldato delle forze di coalizione entra in quest’area per proteggere i nostri giovani da queste persone”. Al Mercato d’Al-Muridi gli abitanti sono preoccupati per i loro bambini che hanno già subito grandi frustrazioni psicologiche dopo l’invasione, e pregano che non cadano nella trappola di questo nuovo fenomeno. Uno degli abitanti del quartiere, che non dichiara il suo nome, sostiene! : “Abbiamo visto questi spacciatori, ma non possiamo guardarli in faccia. Sono dei gangsters. Possono attaccarci per vendicarsi. Durante il regime di Saddam, non si è mai parlato di droga; ma ora l’atmosfera è dominata da criminali e spacciatori accompagnati da quelli che li proteggono”.

Gli iracheni accusano le forze di coalizione di incoraggiare gli spacciatori e d’avere atti di compiacenza nei loro confronti. Accusano gli occupanti di aver corrotto la loro generazione.

Il fenomeno porta un cambio morale in una società presumibilmente religiosa, che il popolo iracheno non potrà mai accettare.

Note: Rosarita Catani e' una reporter indipendente che invia i suoi resoconti da Amman, Giordania, raccontando da un punto d’osservazione privilegiato cosa accade in Iraq e in medio oriente. I suoi report - pubblicati regolarmente sul sito www.peacelink.it - sono utilizzabili liberamente previa citazione della fonte e dell'autrice
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