Conflitti

Iraq: Le insicurezze della sicurezza

14 luglio 2004
Juan Gelman - trad. Alejandra Bariviera
Fonte: Pagina 12

Il presidente W. Bush non si stanca di ripettere che grazie all'invasione
dell'Irak e al rovesciamento del regime di Saddam Hussein il mondo e'
diventato dall' aprile del 2003 ,un luogo piu' . Non si capisce bene,
allora, perche' il Segretario della Sicurezza Interna degli Stati Uniti,
Tom Ridge, mercoledi' 8 ha lanciato un avvertimento sull'aumentare del
pericolo di un nuovo attentato da parte di Al-Qaida sul territorio
nordamericano man mano che si avvicinano le elezioni di novembre. La
catena NBC ha informato che i servizi di intelligence di Canada e di
Pakinstan sono riusciti a sventare nei loro paesi attacchi contro grandi
concentrazioni di popolazione simili a quello che l'11 marzo scorso e'
costato la vita a Madrid di duecento civili.

Una recente indagine dell'Istituto di Studi Politici di Washington (IPS sono
le sigle in inglese) e della rete internazionale di politologi e analisti
delle Politiche Estere nella Mira (FPIF) con sede in Silver City, Idaho,
indica che Washington insiste nel insultare l'inteligenza del mondo.

L'indagine documenta , citando fonti della CIA e del Dipartimento di Stato,
che a causa delle azioni terroristiche commesse durante il 2003 in diversi
parti del pianeta sono morte 390 persone e che sono state ferite 1.892 .

Inoltre, il numero degli attacchi suicidi commesse questo anno e' stato di
98 - piu' di uno ogni quattro giorni - , la cifra annua piu' alta della
storia contemporanea. L'IPS e la FPIF rimandano a un'analisi dell'Istituto
Internazionale di Studi Strategici di Londra: rivela che Al-Qaida, lontana
di essere stata sgominata e/o estinta, ancora oggi conta con 18.0000
attivisti, mille di loro in Irak, per non parlare delle loro cellule sparse
per tutto il regno saudita.

Dei sondaggi che sono stati effettuati in otto paesi arabi ed europei fanno
rilevare che la maggior parte degli intervistati non e' d'accordo con Bush:
pensano che l'invasione dell'Irak ha stimolato il terrorismo internazionale
invece di annientarlo. Nel ventre stesso dell'invasore, alti capi militari
ritirati, come il generale dei marines Anthony Zinni - ex capo del commando
centrale delle forze armate americane - , indicano che lo sventolare false
ragioni per scatenare la guerra, il disprezzo col quale sono stati trattati
alleati storici e l'ONU, cosi' come la sconfitta della ricostruzione
dell'Irak, hanno trasformato gli Stati Uniti in un paese piu' insicuro.
Anche il mondo.

L'ultima indagine annuale sul terrorismo internazionale del Dipartimento di
Stato conferma che nel 2003 si e' raggiunto il livello piu' alto , da quando
si analizzano questi dati, di "incidenti significativi" in relazione al
terrorismo.

I costi per il popolo americano di questo aumento dell'insicurezza negli
Stati Uniti e nel mondo provocati dalla "guerra antiterrorista", che il
governo Bush ha scatenato per garantire la sicurezza negli Stati Uniti e nel
mondo, sono anche analizzati dalla ricerca dell' IPS/FPIF. Non sono pochi,
cominciando dai costi umani.

Durante il periodo analizzato - dal 19.03.03, data d'inizio dell'invasione
dell'Irak, al 26.06.04 -, secondo i dati ufficiali sono morti in
combattimento 836 effettivi statunitensi; 693, l'82,9 per cento, sono caduti
dal 1° maggio 2003, giorno scelto da Washington per dichiarare la fine
della guerra. Il numero di feriti e' arrivato a 5.134, dei quali 4.593,
l'89,4 per cento, sono stati feriti a partire da quel 1° maggio. Il 64 per
cento dei feriti non e' ancora in condizioni di poter tornare al lavoro,
molti sono stati amputati e altri soffriranno di malattie non ancora
definite a causa del utilizzo di armamenti con uranio impoverito.

Un rapporto del Pentagono del dicembre 2003 registra che quasi il 30 per
cento dei soldati che sono stati o sono in Irak soffrono di qualche problema
mentale: piu' del 15, stress traumatico; 7,3 ansia; 6,9 depressione. Il
sistema di assistenza medica, al quale hanno diritto i veterani, e'
insufficiente - come personale e come spesa - per porre rimedio a questi
disastri.

Dall'inizio dell'invasione, sono stati chiamati 340.000 tra riservisti e
appartenenti alla Guardia Nazionale - alcuni prestano servizio in Irak fino
a 20 mesi - e dal 30 al 40 per cento di questi effettivi ricevono stipendi
inferiori a quelli che percepivano nelle loro attività come civili. La
Direzione di Soccorso di Emergenza del Pentagono ha fatto sapere che , a
differenza del 2002, nell' 2003 "si e' moltiplicato diverse volte" la
quantita' di famiglie di militari che chiedono i timbri per poter avere
alimenti sussidiari. La catena CBS ha comunicato che l'80 per cento degli
statunitensi si dichiara colpito dall'aumento dei prezzi causato
dall'aumento del petroleo originato dalla guerra in corso.

I fondi destinati per la guerra e per l'occupazione dell'Irak in un solo
anno - 151,1 millioni di milliardi approvati dal Congresso - e la riduzione
delle imposte alle classi benestanti si sovvenzionano con drastici tagli sui
programmi sociali. Soltanto con la prima cifra - calcolano IPS/FPIF - si
potrebbero pagare lo stipendio di circa tre millioni di insegnanti della
scuola elementare, o coprire 27 millioni di statunitensi che non hanno
assistenza medica, o curare 82 millioni di bambini.

Altro capitolo di questa storia, molto piu' nero e duro, e' la sofferenza
irachena.
Che non toglie che "la guerra antiterrorista" del governo americano infliga
colpi terroristi al popolo americano.

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traduzione di Alejandra Bariviera a cura di Peacelink

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