Le lesioni al cervello guidano le casistiche degli incidenti nella guerra in Iraq
incidenti Statunitensi in Iraq, un numero piu' alto di quello registratosi
durante qualunque altro conflitto Americano del passato
WASHINGTON - Quasi due terzi dei soldati Statunitensi che sono stati feriti e
mandati dall'Iraq al Centro Medico dell'Esercito Walter Reed sono stati
diagnosticati con lesioni traumatiche al cervello - una percentuale ritenuta
piu' alta di quella avutasi in qualunque altro conflitto del passato nel quale
gli Stati Uniti sono stati coinvolti, hanno detto funzionari militari alla
United Press International.
Circa il 60 - 67 per cento dei soldati che passano dall'ospedale con ferite
cosi' come con lesioni riportate da esplosioni, cadute severe o da incidenti
dei loro veicoli militari hanno sofferto di queste lesioni al cervello che
hanno il potenziale di alteragli la vita. A dirlo e' stata la Dott.ssa Deborah
Warden, direttrice nazionale del 'Defense and Veterans Brain Injury Center' al
Walter Reed, nel quale vengono mandati la maggior parte dei pazienti con
lesioni alla testa ritenute sospette e riportate mentre erano in servizio in
Iraq.
Con lo sviluppo di armature per il corpo piu' sofisticate e di caschi fatti in
Kevlar - un materiale anti proiettile - il tasso di sopravvivenza dei soldati
con lesioni traumatiche al cervello e' notevolmente migliorato, mentre nelle
guerre passate lesioni simili avrebbero avuto conseguenze mortali, ha spiegato
la Warden.
Ha detto che i soldati che sopravvivono alle lesioni alla testa soffrono spesso
di una vasta gamma di problemi conoscitivi ed emozionali, comprese elevate
difficolta' mnemoniche, deficit nell'attenzione e nel ragionamento, cosi' come
alti tassi di depressione, alcoolismo, ansie post-traumatiche e irritabilita'.
Ha aggiunto che i problemi psicologici sembrano inoltre continuare per molti dei
pazienti che soffrono di disordini depressivi e dettati dall'ansia e questo li
porta spesso all'alcolismo per fare fronte ai problemi di cui hanno fatto
esperienza.
Questo studio ha lo scopo di penetrare a fondo le lesioni alla testa anziche'
quelle interne, visto che le prime sono quelle prevalenti nel conflitto
corrente, ha detto Raymont, "(In questo modo) e' molto probabile che noi
potremo ottenere riscontri differenti" per quel che riguarda i veterani della
guerra in Vietnam rispetto a quelli della guerra in Iraq.
Grafman ha detto che i risultati dello studio aiuteranno pure i soldati in Iraq
a sapere che cosa aspettarsi da queste lesioni e sara' alla base
dell'importanza della riabilitazione di lunga durata.
"Nel caso di piu' lesioni provocate da esplosioni, e' probabile che esse vadano
ad interessare parti piu' ampie del cervello rispetto a quello che farebbe la
tipica scheggia," ha spiegato Grafman. "Piu' cose impariamo sulle diverse zone
del cervello e su come funzionano, e piu' conoscenza avremo a disposizione sul
genere di danni che possono avere luogo" e quindi trattamenti piu' specifici e
piu' efficaci possono essere sviluppati.
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