Conflitti

Più la situazione in Iraq peggiora e più grandi si fanno le bugie che ci vengono dette da Tony Blair

Ricordate che l'Iraq doveva essere lo stato modello. Sarebbe stato il
catalizzatore, se non il 'crogiuolo', del nuovo Medio Oriente
27 settembre 2004
Robert Fisk (trad. Melektro)
Fonte: The Independent www.independent.co.uk

Stiamo ora attraversando la più grande crisi, che è cominciata dopo l'ultima crisi più grande. Questa è la maniera nella quale stiamo gestendo la guerra in Iraq - o la Seconda Guerra in Iraq per come il Blair di Kut-Al-Amara adesso ce la vorrebbe far passare. Gli ostaggi vengono fatti sfilare in tuta arancione per ricordarci della Baia di Guantanamo. I rapitori chiedono il rilascio delle donne che sono tenute prigioniere dagli Americani. Quello di cui stanno parlando è Abu Ghraib. Abu Ghraib? C'è qualcuno che si ricorda di Abu Ghraib? Vi ricordate di quelle piccole, sporche istantanee? Ma non preoccupatevi. Quella non era l'America riconosciuta da George Bush e poi, noi alla fin fine stiamo solo punendo delle mele difettose,
non è vero? Le donne? Perché, è rimasta soltanto una coppia di dame - e sono la
"Dottoressa Germe" e la "Dottoressa Antrace".

Ma gli Arabi non dimenticano così facilmente. Era stata una donna Libanese,
Samia Melki, che per prima aveva compreso la vera semantica che quelle
fotografie scattate ad Abu Ghraib avevano per il mondo Arabo. L'Iracheno nudo,
il suo corpo ricoperto di escrementi, di spalle alla macchina fotografica, le
braccia allungate davanti al pube e l'Americano biondo con un bastone nelle
mani, avevano, lei aveva scritto in CounterPunch, "tutto il dramma e il
contrasto di colori di una pittura del Caravaggio".

Il meglio dell'arte Barocca invita chi guarda a sentirsi parte dell'opera
d'arte. "Forzato a camminare in linea retta con le gambe incrociate, il suo
torso leggermente torto e le braccia stese in fuori per restare in equilibrio,
il corpo armonico del prigioniero Iracheno, accentuato dagli escrementi e dalla
cattiva illuminazione, si estende nella forma del crocifisso. Trasudando una
dignità a lungo negata, l'Arabo sta soffrendo per i peccati del mondo."

E quella, temo, è solo una minima parte della sofferenza che ha avuto luogo ad
Abu Ghraib. Che cosa è poi successo a tutti quei video che ai membri del
Congresso è stato consentito vedere in segreto e che a noi - il pubblico - non
è stato permesso vedere? Perchè ci siamo improvvisamente dimenticati di Abu
Ghraib? Seymour Hersh, il giornalista che aveva rivelato la storia di Abu
Ghraib - ed uno dei pochi giornalisti in America che sta facendo il suo lavoro
- ha parlato pubblicamente delle altre cose che sono accadute in quella
terribile prigione.

Sono in debito con un lettore per il seguente estratto da una recente conferenza
di Hersh: "Per quanto riguarda alcune delle cose più terribili che sono
successe e che voi non sapete, una di queste riguarda i video. Ci sono delle
donne rinchiuse in quella prigione. Alcuni di voi potrebbero aver letto che
stavano cercando di far passare delle lettere verso l'esterno, delle
comunicazioni per i loro uomini. Questo è avvenuto ad Abu Ghraib... Le donne
stavano passando messaggi verso l'esterno nei quali supplicavano che qualcuno
venisse ad ucciderle a causa di quello che era avvenuto. E fondamentalmente
quello che era successo è che quelle donne erano state arrestate assieme a
ragazzi giovani, bambini, in casi che sono stati registrati, e i ragazzi erano
poi stati sodomizzati, con le telecamere che filmavano, e la cosa peggiore di
tutte è la colonna sonora nella quale si sentono i ragazzi che gridano... "

Ma nonostante tutto lo abbiamo già dimenticato. Tanto quanto il fatto che non
dobbiamo più parlare delle armi di distruzione di massa. E mentre lentamente
emergono i particolari che riguardano i disperati sforzi compiuti da Bush e da
Blair per trovare queste oscenità inesistenti, al momento non so più se ridere
o piangere della cosa. Squadre mobili per le investigazioni sul luogo degli
Stati Uniti sono riuscite, ad un certo punto, a farsi largo in quello che
precedentemente era stato uno dei quartier generali della polizia segreta
Irachena a Baghdad, solo per trovarci una porta interna serrata con un
lucchetto. Qui hanno creduto che avrebbero scoperto quegli orrori per i quali
stavano pregando Bush e Blair. E che cosa hanno poi trovato dietro la seconda
porta? Un vasto emporio di aspirapolvere nuovi di zecca. Invece alle sedi del
partito Baath, un'altra squadra - guidata da un certo Maggiore Kenneth Deal -
aveva creduto di essere riuscita a mettere le mani sui documenti segreti che
avrebbero portato a galla il programma delle armi di Saddam. Le carte si sono
poi rivelate essere una traduzione in Arabo del 'The Struggle for Mastery in
Europe' -- La Battaglia per il Dominio in Europa -- di A J P Taylor, un libro
che forse Bush e Blair dovrebbero leggersi.

Così mentre continuiamo a scendere barcollando lungo la traballante scalinata da
noi stessi spaventosamente creata, veniamo costretti a sorbirci fandonie sempre
più grandi. Iyad Allawi, il primo ministro fantoccio - ancora chiamato in
maniera deferente "primo ministro ad interim" da parte di molti dei miei amici
giornalisti - insiste che le elezioni si terranno il prossimo gennaio anche se
il suo governo avrà un minor controllo della capitale Irachena (e tanto meno
del resto del paese) di quello del sindaco di Baghdad. L'ex agente della CIA,
che si è obbedientemente rifiutato di liberare le due donne prigioniere nel
momento in cui Washington gli ha dato istruzioni di non farlo, trotterella
pienamente sottomesso da Londra a Washington per puntellare ancora di più le
bugie di Blair e Bush.

Così in verità staremmo combattendo la Seconda Guerra in Iraq: Quante più di
queste stupidaggini pretendono di farci ancora ingoiare a noi, la pubblica
opinione? Staremmo combattendo "nel crogiolo del terrorismo globale", questo
secondo il Blair di Kut-Al-Amara: Che cosa dovremmo farci con questa assurdità?
Naturalmente, non ci aveva detto che avremmo dovuto fronteggiare una Seconda
Guerra in Iraq, nel momento in cui ha contribuito ad iniziare la Prima Guerra
in Iraq, non è vero? E non l'ha neppure detto agli Iracheni, giusto? No, certo
che no, noi eravamo solo venuti per "liberarli": Così ricordiamoci solo della
crisi dopo la crisi dopo la crisi. Andiamo di nuovo indietro allo scorso
Novembre quando il nostro Primo Ministro aveva parlato al banchetto del
Sindaco. La guerra in Iraq, ci aveva informato allora - e presumibilmente stava
ancora riferendosi alla Prima Guerra in Iraq - era "la battaglia di importanza
seminale per l'inizio del ventunesimo secolo".

Bene, questo lo può ancora dire. Ma prestate solamente un po' di attenzione a
che altro il Blair di Kut-Al-Amara ci ha detto sulla guerra. "Definirà i
rapporti fra il mondo Musulmano e l'Ovest. Influenzerà profondamente lo
sviluppo degli stati Arabi e del Medio Oriente. Avrà implicazioni di largo
raggio per il futuro della diplomazia Americana e quella Occidentale."

E questo lo può ancora dire, non è vero? Poiché è difficile pensare a un
qualcosa di più profondamente pericoloso per noi, per l'Ovest, per il Medio
Oriente, per i Cristiani e i Musulmani dalla Seconda Guerra Mondiale - quella
che è stata la vera seconda guerra - della guerra di Blair in Iraq. E l'Iraq,
ricordatevelo, era destinato ad essere il modello per l'intero Medio Oriente.
Ogni stato arabo avrebbe voluto essere come l'Iraq. L' Iraq sarebbe stato il
catalizzatore - forse persino "il crogiolo" - del nuovo Medio Oriente:
Risparmiatemi la vostra vuota risata.

Durante le scorse settimane sono rimasto profondamente colpito dal fatto che
molte delle lettere che ho ricevuto dai lettori siano state scritte da uomini e
da donne che hanno combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, e che sostengono ferocemente che a Blair e a Bush non dovrebbe mai essere consentito di paragonare questa palude alla vera lotta contro la malvagità che loro avevano intrapreso più di mezzo secolo fa.

"Io, che ho adesso 90 anni, ricordo gli uomini mutilati nel corpo e nella mente
che come spettri si aggiravano nei vicoli del Galles rurale, dove sono
cresciuto negli anni dopo il 1918," mi ha scritto Robert Parry. "Per questo
motivo, il 'Dulce et Decorum est' di Owen rimane per me l'espressione ultima
della realtà della morte in guerra, resa adesso ancor più orripilante dal
bombardamento 'mirato' degli Americani e dagli attacchi suicidi. Abbiamo
bisogno di un nuovo Wilfred Owen per aprire i nostri occhi e la nostra
coscienza, ma fino a quando non ne comparirà uno, a questo grande poema deve
essere dato lo spazio necessario per parlarci ancora una volta." Sarebbe
difficile trovare una risposta più eloquente alle assurdità infantili che ci
vengono adesso vendute dal nostro Primo Ministro.

Era da molti anni che non si vedeva un tale abisso - in America così come in
Gran Bretagna - fra la gente ed il governo che hanno eletto. I commenti più
recenti di Blair sono discorsi fatti - per citare quel poema di Owen - "a
bambini che ardono per un briciolo di gloria disperata". La faccia con gli
occhi bendati di Ken Bigley è la nostra ultima più grande crisi. Ma non
dimentichiamoci di che cosa è successo prima.

Note: Traduzione di Melektro - A Cura di Peacelink

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