Conflitti

Lettera 'rivela le torture di Guantanamo'

Il gruppo di avvocati di un britannico che è attualmente imprigionato alla base
militare statunitense nella Baia di Guantanamo - Cuba - sostiene che la sua
prima lettera, a loro arrivata miracolosamente incensurata, afferma chiaramente
che lui è stato torturato.
3 ottobre 2004

Moazzam Begg -  fonte BBC

Da due anni e mezzo il 36enne Moazzam Begg si trova detenuto senza essere stato
processato alla base militare Statunitense di Guantanamo. La sua lettera indica
che è stato torturato, minacciato di morte e tenuto in isolamento fin
dall'inizio del 2003. L'esercito degli Stati Uniti ha negato gli abusi al campo
di prigionia, ma ha affermato che gli interrogatori dei detenuti hanno fornito
informazioni "vitali" su Al-Qaeda.

Gli avvocati di Begg sostengono che adesso il governo Britannico sarà
"costretto" a prendere "misure immediate" affinché queste prove vengano fatte
arrivare alle Nazioni Unite e affinché si arrivi a giudicare gli Stati Uniti
responsabili di questi abusi. L'avvocato per i diritti umani Clive Stafford ha
detto che il governo dovrebbe assicurarsi l'immediato rimpatrio di Begg. Ha
anche affermato che in nessun "modo" Begg potrà essere sottoposto a giudizio
nella base di Guantanamo, vista particolarmente l'accusa che è stata fatta
secondo la quale la sua confessione sarebbe stata "strappata con il ricorso
alla tortura e all'abuso".

Lunedì prossimo il suo team di legali farà richiesta in una corte degli Stati
Uniti affinché il governo Americano declassifichi rendendo pubblici quei
particolari che attualmente non possono essere rivelati e che riguardano le
accuse di tortura che sono state portate da Begg e da altri.

Ad un avvocato del team di difensori di Begg, che ha recentemente visitato il
campo, è stato proibito secondo la legge degli Stati Uniti di discutere i
particolari che riguardano tutte le accuse che sono state fatte. "Ci sono
molti, molti particolari sulle torture che ancora devono uscire da Guantanamo,"
ha affermato Stafford-Smith. Azmat, il padre di Begg, ha detto che è
"terribile" dover ricevere conferma scritto nero su bianco di quello che aveva
sempre sospettato.

Venerdì l'avvocatessa Gareth Peirce ha dichiarato che l'itinerario diplomatico
seguito dal governo nel trattare la questione dei detenuti Britannici durante
gli scorsi due anni e mezzo è "interamente fallito". Ha affermato che la
lettera di Begg rappresenta un "assoluto grido di aiuto", che è stato lanciato
e diretto in maniera molto chiara al governo Britannico, e successivamente ha
aggiunto che Begg di lettere potrebbe averne scritte centinaia prima di quella,
lettere che purtroppo non sono mai riuscite ad uscire dalla prigione
Statunitense.

SOTTO COERCIZIONE

La Peirce ha detto che il governo Britannico dovrebbe rifiutarsi pubblicamente
di continuare ad essere "complice" nella dissimulazione di cosa sta succedendo.
"La metodologia, la costruzione di questo terribile campo di prigionia a Cuba,
è equivalente a quella di una prigione che se ne sta là al solo scopo di
torturare i detenuti. Non ha altro scopo che quello," ha detto.

Begg è uno dei quattro Britannici che sono attualmente prigionieri nella Baia di
Guantanamo. Sono inoltre detenuti Feroz Abbasi, Martin Mubanga e Richard
Belmar, che sono tutti cittadini di Londra. Gli avvocati di Begg hanno detto
che la sua lettera, che è datata 12 luglio 2004, rappresenta "una singolarità",
che potrebbe averli raggiunti non classificata e incensurata dagli Stati Uniti
semplicemente per errore.

LA COERCIZIONE

Nella lettera, Begg ha fatto richiesta dei suoi diritti secondo la legge degli
Stati Uniti e il diritto internazionale, sostenendo che dovrebbe essere
liberato immediatamente. Tutte le accuse contro di lui dovrebbero essere
presentate "senza alcuna ambiguità," ha aggiunto.

Begg ha chiesto nella lettera delle risposte per "le violazioni e gli abusi" di
cui ha sofferto. Tutte le dichiarazioni che aveva firmato gli sono state
strappate "sotto coercizione", ha aggiunto, insistendo di essere un innocente
"cittadino del Regno Unito che rispetta la legge".

Durante le interviste - rilasciate per la maggior parte, ma non unicamente, in
Afghanistan - ha sostenuto di essere stato sottoposto a minacce e a vera e
propria tortura. Ha inoltre dovuto affrontare abusi religiosi e razziali, ha
detto.

LE VISITE IN PRIGIONIA

Ha poi affermato di aver sentito che anche altri detenuti di Guantanamo sono
stati torturati e di credere che questo abbia portato alle morte di due uomini,
alla cui morte ha detto di aver "parzialmente assistito". La Peirce ritiene che
la lettera spiegherebbe perché Begg sia l'unico detenuto a non essere stato
visto dagli altri. "Direi che fino ad ora è stato tenuto separato dagli altri
detenuti perché ha assistito ad un omicidio e quindi si ritrova ad essere in
una posizione unica."

Copie della lettera sono state inviate a Tony Blair, al Segretario di Stato
David Blunkett, al Ministro degli Esteri Jack Straw e al Ministro della
Giustizia Lord Goldsmith, ha dichiarato il team di legali di Begg. Il Foreign
Office ha detto che sin "dall'inizio" il benessere dei detenuti Britannici a
Guantanamo è sempre stata una priorità per il governo, aggiungendo poi di aver
sempre continuato a perseguire le denunce che sono stati fatte alle autorità
degli Stati Uniti. Ha anche affermato che durante le visite ufficiali ai
detenuti della base militare Americana, Begg non aveva dichiarato di aver
subito alcun abuso sistematico nella prigione di Guantanamo, ma aveva piuttosto
denunciato il maltrattamento ricevuto nella base di Bagram, cosa che è
attualmente sotto investigazione da parte degli Stati Uniti -- Begg era stato
arrestato in Pakistan prima di essere trasferito a Cuba.

Altri cinque Britannici che hanno trascorso fino a due anni di detenzione alla
Baia di Guantanamo sono stati consegnati in custodia Britannica lo scorso Marzo
e da allora sono stati liberati senza accuse a loro carico -- Anche loro hanno
denunciato gli abusi subiti.


Note: Tradotto da Mauri Sesler - A Cura di Peacelink

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