Liberia: dopo 14 anni di guerra civile, finalmente la pace; se questa è pace!
Dopo quattordici anni di guerra civile durante i quali tre etnie si sono massacrate a vicenda per appropriarsi delle risorse del paese: diamanti, legno, caucciu' e ferro; dopo 250.000 vittime e 600.000 profughi; dopo che noi occidentali abbiamo, per anni, acquistato legname ed altro dai ribelli che poi, con i nostri soldi, compravano armi illegittime; dopo tutto questo, appunto, oggi, in Libera, regna la pace! Una pace costruita, principalmente su uno scambio fra i caschi blu (dell'ONU) e i ribelli; i ribelli (quasi tutti minorenni) consegnano le loro armi, i caschi blu promettono trecento dollari, l'equivalente di uno stipendio di un intero anno. Gli ex-ribelli vengono schedati, visitati e portati in una baracca dove resteranno qualche giorno; il tempo necessario per smistarli, trovare loro un lavoro oppure inserirli in una scuola professionale.
Ma i lavori offerti sono i piu' umili e i meno pagati; le scuole private sono per pochi e quelle pubbliche sono chiuse; il governo provvisorio non trova i soldi per pagare i docenti, eppure l'ONU sta assegnando molti dollari ai ministri del governo provvisorio. Non si sa come questi soldi vengano gestiti; a gestirli sono coloro che fino a poco tempo fa erano i leader dei ribelli; coloro che velocemente hanno lasciato la mimetica per indossare il doppiopetto; coloro che, ieri, hanno compiuto crimini atroci contro la popolazione civile e nelle cui mani, oggi, e' il destino della Liberia...
Macchine blu, di quelli che erano i signori della guerra, e fuoristrada, in dotazione ai signori della pace, circolano oggi nelle strade della capitale.
Ci sono dubbi su come questi signori (quelli della guerra e quelli della pace) si stiano spartendo i soldi degli aiuti umanitari; l'unica certezza e' che alla popolazione vengono date le briciole...
Ci sono anche ragazze, che dopo essere state stuprate hanno abbracciato un fucile ed hanno sparato accanto ai loro carnefici; anche loro hanno restituito i loro fucili e sono state liquidate con settantacinque dollari; ma per una notte, l'uomo bianco, e' disposto a pagarle fino a cento dollari...
E ci sono ancora tanti ribelli armati; quarantacinquemila -dicono- almeno tre volte tanto i militari delle Nazioni Unite giunti li' un anno fa! Chi consegna le armi lo fa solo per i soldi; qualcuno poi, dopo il programma riabilitativo e dopo i soldi, tornera' con un altro fucile e con un altro nome...
Intanto George Weach, arrivato in Italia non con una carretta della morte approdata miracolosamente a Lampedusa, ma grazie al Milan, invita i suoi connazionali a consegnare le armi e a tornarsene a casa dalle loro famiglie...
Non tutti pero' possiedono ancora una casa ed hanno ancora una famiglia.
Nell'ottobre del 2005 ci saranno le nuove elezioni.
Articoli correlati
AIFO: Un appello per aiutare i disabili della Liberia
C'è da riempire un container che partirà a breve, con materiali essenziali per il Progetto di Riabilitazione su base comunitaria13 gennaio 2006 - Davide Sacquegna- Un euro e mezzo per dodici ore di lavoro. Per l'Africa non è una novità.
Pneumatici con catene
La Firestone, in Liberia, è la più grande coltivazione di caucciù del mondo ma l'intera produzione viene esportata e non c'è un solo stabilimento per la produzione di gomma nel paese.15 giugno 2005 - Carmine Curci - Appello agli amministratori pubblici
Dalla Liberia, al Congo, alla Palestina: come esportare ecografi al posto di armi
Gli ospedali si disfano di attrezzature diagnostiche funzionanti e che vengono sostituite da modelli più sofisticati. E' possibile il "riutilizzo solidale" aiutando il Terzo Mondo e risparmiando sui costi di smaltimento.28 maggio 2005 - Alessandro Marescotti
Sociale.network