Quello che i francesi non dicono
Ci permettiamo di aggiugere qualche dettaglio se cosi si puo definire- sulla situazione in Costa d'Avorio.
Siamo tre volontari di una ONG di Verona, tre dei tanti di questo mondo multicolore che e' il volontariato internazionale.
Ci troviamo ad Ayame', Sud Comoe, a 150 km da Abidjan, Non pretendiamo di dare una visione ne' tantomeno una lettura- oggettiva dei fatti, quanto piuttosto riportare la situazione vista dagli ivoriani stessi.
Veniamo ai fatti, giovedi scorso l'esercito regolare ivoriano bombarda la cittadina di Bouake', occupata da ribelli, nel corso degli attachi vengono uccisi nove soldati francesi ed un volotario americano. La forza Licorne dell'esercito francese, forza di interposizione ONU (ma stabilitasi nello stato africano ben prima dell'incarico delle Nazioni Unite) decide, su ordine del presidente Chirac, di rispondere al fuoco distruggendo l'intera aviazione ivoriana (due vecchi caccia e cinque elicotteri), colpendo il palazzo presidenziale, occupando l'aereoporto e le strade della capitale economica Abidjan con decine di mezzi blindati ed, infine, sparando ad altezza uomo sulla folla scesa a manifestare in favore del presidente.
Risultato : 62 morti ed oltre mille feriti tra cui molti gravissimi (fonte Radio Nazionale Ivoriana, cifre date per attendibili da Me'decins sans Frontie'res e dalla Croce Rossa Internazionale).
Perche' una forza delle Nazioni Unite ha attaccato senza alcun ordine del Consiglio di Sicurezza ?
Perche' attaccare il palazzo presidenziale, simbolo storico dell'indipendenza del paese dalla Francia ?
Veniamo ad altri fatti, la Francia perde la sua colonia 44 anni or sono, da allora mantiene il controllo dell'elettricita', dell'acqua, della telefonia, del commercio del cacao (di cui la Costa d'Avorio e' il primo produttore mondiale), fino al palazzo del Parlamento, di proprieta' francese e, per il quale, il governo ivoriano paga regolare affitto.
Ci permettiamo di ricordare inoltre la recente scoperta di grandi giacimenti petroliferi nelle acque territoriali del paese africano.
Il presidente, Laurent Gbagbo, regolarmente eletto quattro anni fa, invito' le multinazionali francesi e quelle di altri paesi a partecipare alle gare di appalto locali per il rinnovo delle concessioni dopo oltre quarant'anni di monopolio economico francese.
Nel settembre 2002, ha luogo un tentativo di colpo di stato, subito represso ma che lascia il paese diviso in due parti : i ribelli al nord, le forze governative al sud.
Chi finanzia questi ribelli, residenti della zona piu' povera del paese ma, curiosamente, dotati di armi piu' moderne dello stesso esercito regolare ivoriano ?
Perche' gli appelli internazionali, non ultimo, quello degli arcivescovi e vescovi ivoriani (10/11/04) verso la reazione spropositata dei nostri cugini d'oltralpe e' passata inosservata ?
Perche' un paese sovrano si trova a dover scendere in piazza, a difendere il proprio presidente, la televisione e la radio da chi, per incarico delle Nazioni Unite, dovrebbe garantirgli sicurezza e pace ?
Ed ancora, perche' nove morti francesi fanno notizia e le decine di giovani ivoriani caduti sotto il fuoco francese vengono dimenticati cosi' come questa guerra?
Cordialmente,
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