Saharawi: scoppierà la guerra?
Sono in prima a fila a guardare la ripresa di una guerra, quella che leggo dietro le parole del ministro degli esteri della Repubblica Saharawi, Ould Salek Salem, che in Messico ha dichiarato che il suo paese ricorrerà alla lotta armata, se il Marocco persisterà nel non rispettare gli accordi per risolvere il conflitto del Sahara Occidentale. Una guerra che finirà molto presto: in un bagno di sangue innocente. Il Marocco si trincera dietro presunte approvazioni internazionali. Parla in maniera apologetica della Marcia Verde, in realtà un’occupazione a tutti gli effetti. Ignora completamente, nelle sue agenzie di stampa, ciò che è emerso dal 30esimo convegno di Saragozza: la volontà internazionale del rispetto della risoluzione 15.41 dell’ONU, e l’applicazione del Piano Baker, per una soluzione pacifica e definitiva. Il suo grande sogno imperiale, se dovesse iniziare a concretizzarsi con l’acquisizione definitiva del Sahara Occidentale, non continuerà, dopo, verso l’Algeria, la Mauritania…? La stampa algerina e marocchina parlano, in questi giorni, di movimento di carri armati alle frontiere e, nello stesso tempo, riportano frasi di fratellanza tra i popoli. L’Algeria non è parte in causa nel conflitto che oppone il Marocco ai legittimi proprietari del Sahara Occidentale, anzi, si adopera fattivamente per una soluzione diplomatica. Chi interverrà per fare sì che la popolazione civile non venga decimata? Mi spaventa il silenzio della stampa internazionale. Il Maghreb è alle nostre porte: sul suo territorio sono state trovate enormi riserve petrolifere, dall’Italia all’America alla Cina molte nazioni sono già presenti sul territorio.
È questo il sistema economico? Si distrugge per ricostruire? Manderemo anche laggiù la nostra “forza di pace”, di modo da poter avere diritto a una fetta della torta della ricostruzione? Magari quella che abbiamo perso per non aver partecipato alla Guerra del Golfo, se quella dell’Iraq non dovesse essere sufficiente a nutrire gli insaziabili appetiti…
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