Conflitti

LA TATTICA PSICOLOGICA DEL TERRORE PER REPRIMERE LA RESISTENZA IRACHENA

22 giugno 2003
Rosarita Catani

BAGHDAD 22 giugno 2003— Le truppe americane usano una nuova tattica per reprimere la resistenza: “la tattica psicologica del terrore”. Erano piu’ di cento i soldati che sono entrati nella citta’ di Ramadi, dopo un attacco alle truppe americane, ed hanno iniziato ad entrare in ogni casa.

Nessun obiettivo preciso, terrorizzando intere famiglie.

Il metodo è sempre lo stesso. Le violazione dei diritti umani ormai non si contano più.

I bambini sono quelli psicologicamente piu’ colpiti. Svegliati nel bel mezzo della notte dal rumore dei calci che sfondano la porta della loro casa. Spaventati! Nei loro occhi rimane solo l’immagine del padre, del fratello grande e/o dello zio, che vengono portati all’esterno.

Gli iracheni, nonostante tutto non smettono di protestare e continuano a far sentire la loro voce.

Circa duemila mussulmani shiiti si sono riuniti dinanzi all’immenso palazzo presidenziale a Baghdad, usato dall’amministrazione Americana, per dire basta all’occupazione. “Gli americani sono occupanti ed aggressori. Avevano detto che ci liberavano dall’oppressore, ora sono loro che ci stanno occupando. Noi vogliamo un governo nazionale. Vogliamo Libertà e giustizia”dichiara Sayyid Ali ad un reporter di Reuters.

Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, continuano a ripetere che le loro forze sono in Iraq per garantire la sicurezza e per restaurare l’economia fino a che non si avrà un governo iracheno. Le giustificazioni ormai, non reggono piu’ e perdono la loro credibilita’. I due governi occupanti, devono ancora rispondere al quesito di dove siano finite le famose armi di distruzione di massa che erano lo spunto per legittimare la guerra.

La liberta’ e la democrazia delle forze d’occupazione hanno fatto registrare, in soli tre mesi, 78 casi di AIDS su una popolazione di 25 milioni di abitanti. A Baghdad si sono verificati altri casi di colera e gli attacchi contro “i liberatori” continuano.

A Khan Azaz a 20 chilometri a sud di Baghdad, un convoglio militare americano è stato attaccato, un soldato è stato ucciso ed un altro ferito.

La resistenza irachena provvede anche a sabotare i pozzi di petrolio, in quanto non vuole che il petrolio iracheno venga manipolato ed esportato dai governi occupanti.

Note: Rosarita Catani e' una reporter indipendente che invia i suoi resoconti da Amman, Giordania, raccontando da un punto d’osservazione privilegiato cosa accade in Iraq e in medio oriente. I suoi report - pubblicati regolarmente sul sito www.peacelink.it - sono utilizzabili liberamente previa citazione della fonte e dell'autrice
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