Un Marine torna a casa: una storia non raccontata della guerra
Domenica, 9 Gennaio 2005, il diciannovenne Andres Raya ha sparato a due ufficiali della polizia, uccidendo il sergente Howard Stevenson del Dipartimento della Polizia di Ceres, e finendo lui stesso ucciso nella seguente battaglia a colpi di pistola.
Raya aveva prestato servizio per sette mesi in Iraq con il secondo battaglione, quarto Marine della prima divisione Marine. Benchè avesse prestato servizio nel tristemente noto triangolo Sunnita, l’esercito ha negato che avesse partecipato all'assalto su Fallujah.
Andres Raya e Howard Stevenson non verranno inseriti nella lista ufficiale delle perdite della guerra in Iraq ma sono entrambi vittime di guerra certamente tanto quanto i civili iracheni che non erano l’obiettivo delle bombe Americane ma che allo stesso modo da esse sono stati uccisi.
Descritto come un possibile suicidio dai poliziotti, la storia di Andres Raya è riuscita a conquistare spazio sui media nazionali solo perché è stata catturata dalle telecamere di sorveglianza di un locale negozio di liquori. È un simbolo di tutte quelle storie non raccontate della guerra. Durante i prossimi anni, migliaia di storie simili a questa si schiuderanno di città in città attraverso l'America. Non riusciranno ad avere accesso ai media nazionali. Non saranno presentate dai notiziari della televisione. Solitamente non saranno tanto drammatiche quanto quella di Raya: piuttosto saranno storie di abusi domestici, di rabbia legate all’alcool o all’abuso di stupefacenti, di senza casa e di statistiche del crimine. Saranno soltanto segnalate come storie di interesse locale, sepolte nelle ultime pagine dei giornali dove in pochi le noteranno - come gli stessi soldati caduti.
Le storie non raccontate della guerra rientrano nella categoria dei danni collaterali. Centinaia e migliaia di addestrati assassini sopravvivono alle loro missioni solo per tornarsene a casa destinati ad una vita alla quale non sono più preparati. Hanno visto quello che uomini e donne non dovrebbero vedere. Sono stati coinvolti in operazioni militari che li hanno portati faccia a faccia con la morte di innocenti, donne e bambini. Hanno vissuto in un ambiente nel quale non ci si può fidare di nessuno, dove il padre di un bambino sorridente, che saluta con la mano potrebbe essere il nemico, in cui l'odio locale per l'esercito d'occupazione è onnipresente e dove imparano a odiare indiscriminatamente e ad uccidere, prima che un nemico sconosciuto possa colpire per primo.
La storia non raccontata della prima Guerra del Golfo fu quella della malattia e dell'infermità, di una sindrome debilitante che venne trascurata e negata sia dal governo che dai militari. La storia non raccontata del Vietnam fu quella di una generazione persa di soldati non dissimile da Andres Raya, la cui famiglia e amici sono d’accordo a dire che non voleva tornare in Iraq.
Raya era stato reclutato al Liceo di Ceres, dove il Sergente di Staff Robert Tellez lo aveva classificato come un uomo destinato ad una possibile carriera nell’esercito. Sapeva quello per cui aveva firmato ma quando è ritornato a casa, come ha detto Araceli Valdez ai giornalisti del San Francisco Chronicle, Meredith Maggio e Matthew B. Stannard (1/12/05), "Quell'uomo ripreso dalle telecamere di sorveglianza del negozio di liquori non era nostro cugino. Non era più Andy."
Secondo i Marine, mentre il battaglione di Raya era stato impiegato nell'assalto su Fallujah, la sua unità non era stata invece coinvolta e Raya aveva visto assai poco del combattimento diretto.
Secondo Alex Raya: "Ci ha detto di come entravano nelle case e sparavano sul posto ai suoi occupanti. Ha detto che non voleva premere troppo il grilletto perché non era sua intenzione uccidere nessuno. Ha detto ripetutamente che questa era una guerra che non aveva alcuna ragione di essere, che era motivata solo dal petrolio e che non aveva senso essere alla caccia di Bin Laden ma che invece si fosse andati dietro Saddam Hussein."
Faceva sempre degli incubi, e spesso aveva lo sguardo fisso nel vuoto e rimaneva chiuso nella sua stanza per ore.
Come ha detto Marisa Raya, "Come è possibile vedere le cose che lui ha visto e non esserne toccati nel profondo dell’anima?"
A tutti coloro che continuano ad ignorare gli inganni e le bugie del nostro governo a causa del proprio impellente bisogno di sostenere a tutti i costi le nostre truppe, consiglio di dare una buona occhiata dura a Andres Raya e alla sua storia. Era un Marine, forte e duro come vengono su i Marine. Desiderava farsi una vita. Voleva che la sua famiglia fosse fiera di lui. Non era così diverso dal figlio o dalla figlia di qualunque altra madre, fino a quando non è tornato a casa dalla guerra.
In un tempo in cui i militari stanno bersagliando i nostri licei, centri commerciali e bar, andando alla caccia di reclute fresche, parlando in maniera forte di patriottismo, onore e dovere, chi racconterà la storia di Andres Raya? Chi darà testimonianza del lato scuro della guerra? Chi parlerà della sindrome della Guerra del Golfo, dei soldati che hanno gettato via le loro medaglie, o dei veterani che potrebbero più non resistere? Chi spiegherà loro perché il papà si è dato agli stupefacenti o ha posto fine alla propria vita? Chi dirà loro degli ‘Hearts & Minds’ o di ‘Johnny Get Your Gun’?
È venuto il tempo di allontanare i militari dai nostri licei o, se non lo faranno, di invitare i veterani della guerra a entrare in azione per raccontare l'altro lato della verità. Se inviamo i nostri ragazzi in guerra senza dare loro una immagine piena e senza abbellimenti di sorta su quello che sono destinati ad affrontare, siamo colpevoli quasi come gli stessi signori della guerra, che non hanno mai prestato servizio militare, che non hanno mai rischiato le loro stesse vite o quelle dei loro amati, ma che sono perfettamente disposti ad alzare e a sventolare la bandiera per la parata del Quattro Luglio.
Tradotto da Melektro per www.peacelink.it
Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando le fonti, l'autore e il traduttore.
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