Conflitti

Giallo sulla possibile morti di quattro manifestanti per mano dell'esercito

Nigeria: Manifestanti occupano le installazioni della Chevron-Texaco

Riprende la lotta delle popolazioni locali contro le multinazionali del petrolio del Delta del Niger, come due anni fa occupata la stazione di Escravos. La compagnia accusata di non rispettare gli accordi del 2002, e mentre la popolazione riprende le proteste, purtroppo si registra il solito bollettino di guerra.
4 febbraio 2005
Fonte: BBC, IRINNEWS

Nell'area del Delta del Niger sono riprese le occupazioni delle installazioni petrolifere, accusate dalle popolazioni locali di devastare e sfruttare le loro terre. Il 4 febbraio, centinaia di persone hanno invaso la stazione petrolifera della Chevron-Texaco a Warri, con susseguenti scontri tra forze di sicurezza nigeriane e manifestanti.
Dal villaggio di Ugborodo, vicino alla citta' di Warri, circa 200 persone hanno occupato l'installazione della Chevron Texaco di Escravos, dopo che un gruppo di manifestanti e' entrato con un'imbarcazione nell'area della stazione.
La compagnia e' accusata di non aver rispettato gli accordi scaturiti dopo dopo l'ultima occupazione della stazione petrolifera nel luglio 2002, quando centinaia di donne occuparono le installazioni per 10 giorni. Si raggiunse allora un accordo che prevedeva da parte della compagnia Chevron=Texaco l'impegno per un piano di sviluppo economico dell'area e l'intesa per favorire unaumento delle opportunita' di lavoro anche per i residenti.
Purtroppo, come gia' allora, anche questa volta a parlare sono state le armi delle forze armate nigeriane, che secondo Helen Joe, leader degli attivisti locali, ha provocato quattro morti e almeno tre feriti. Sia la compagnia che l'esercito nigeriano, per parola del brigadiere Elias Zamani, non confermano queste fonti, ma un giornalista di Warri ha riferito alla BBC che almeno 12 persone sono state ricoverate all'ospedale, e alcuni sono in gravi condizioni. Come spesso accade in queste situazioni diventa difficile rperire informazioni dettagliate, specie in una zona che da alcuni anni e' praticamente considerata un'area di guerra, con l'esercito nigeriano inviato a riportare l'ordine, anche con l'uso della forza, spesso indiscriminato.
La fermezza del governo federale di Olusegun Obasanjo nel dispiegare migliaia di soldati nel Delta del Niger e' chiaramente legato all'enorme importanza economica che riveste quest'area. Il Delta del Niger e' in grado di produrre oltre 2.5 milioni di barili al giorno di petrolio, l'intera produzione di greggio della Nigeria, in mano per il 90% a joint ventures tra governo federale e compagnie internazionali. Il governo federale detiene la maggioranza delle azioni in queste joint ventures, e con la Chevron-Texaco il 60%, che costituisce il terzo gruppo del paese. E' chiaro che con queste cifre in campo si capisce che la difesa delle installazioni petrolifere va ben oltre la semplice natura di un problema di ordine pubblico, che purtroppo spesso sconfina in aperti abusi e nell'uso dell'esercito come forza "privata" di difesa da aprte delle compagnie.

Note: l'autrice dell'articolo della BBC fonte del presente e' Anna Borzello,
"Protestors hold Nigeria oil plant", http://bbc.co.uk

IRIN, "Soldiers kill four protesters at oil terminal, activists say", http://irinnews.org

Articoli correlati

  • "The Devastating Impact of Climate Change". Le inondazioni nel nord-est della Nigeria
    Ecologia
    La drammatica testimonianza di un giovane medico dell'IPPNW Students Movement

    "The Devastating Impact of Climate Change". Le inondazioni nel nord-est della Nigeria

    "Mentre ci prepariamo per la COP29 di Baku, la necessità di affrontare urgentemente il cambiamento climatico non è mai stata così evidente. Parlo oggi non solo come sostenitore dl clima, ma anche come vittima diretta di queste recenti inondazioni."
    18 settembre 2024 - Roberto Del Bianco
  • No to ECOWAS intervention in Niger
    PeaceLink English
    Open letter by PeaceLink

    No to ECOWAS intervention in Niger

    An armed intervention in Niger would be illegal under international law. Niger has not attacked any state and the coup d'état is an internal affair within the country. Under the UN Charter, Member States must refrain from the use or threat of force.
    7 agosto 2023 - PeaceLink
  • Non a l'intervention armée CEDEAO-ECOWAS au Niger
    Peacelink en français
    Le véritable "ennemi" est la pauvreté, l’exploitation, la faim

    Non a l'intervention armée CEDEAO-ECOWAS au Niger

    Une intervention armée au Niger serait illégale au regard du droit international. En effet, le Niger n'a attaqué aucun Etat (l'article 51 de la Charte des Nations Unies ne peut donc pas être invoqué) et le coup d'Etat est une affaire interne au pays.
    7 agosto 2023 - PeaceLink
  • No all'intervento armato in Niger
    Editoriale
    La minaccia di intervento militare è già di per sè una violazione della Carta dell'ONU

    No all'intervento armato in Niger

    Un intervento armato in Niger sarebbe illegale sulla base del diritto internazionale. Il Niger non ha infatti attaccato alcuno Stato e il colpo di Stato è affare interno del paese. Dietro tutto ciò ci sono in realtà gli interessi verso l'uranio del Niger
    6 agosto 2023 - Alessandro Marescotti
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.21 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)