Solo nel febbraio 2024 la magistratura ucraina ha concluso le indagini.
Fulvio Scaglione vi dedica un articolo apposito.
E scrive: "La conclusione corrisponde alle tesi che, non solo in Ucraina ma anche in Europa, sono sempre state maggioritarie e ufficialmente sostenute: ovvero, quella di uno scontro tra una folla di dimostranti pacifici e la violenza dei reparti speciali (Berkut) della polizia ucraina, pronti a tutto pur di soffocare le proteste. Non tutti, però, sono convinti di questa spiegazione, che ha una grossa falla: tende a dimenticare il ruolo decisivo che ebbero i militanti dell’ultra-destra di formazioni come Svoboda e Pravi Sektor nel tenere vivo l’Euromaidan ma soprattutto nell’indirizzarlo verso lo sbocco finale, il completo rovesciamento del regime. Tanto che tra i tre leader che nella giornata fatale del 21 febbraio 2014, quella successiva alla strage, andarono a trattare con Janukovich e con i mediatori inviati dalla Ue (i ministri degli Esteri Sikorski per la Polonia, Steimeier per la Germania e Fabius per la Francia), accanto a Vitaly Klitshko (ora sindaco di Kiev) e Arsenij Jatsenjuk (poi primo ministro), c’era anche Oleh Tiahnybok, leader di Svoboda e già fondatore del Partito social-nazionale d’Ucraina. In un modo o nell’altro, i leader della destra avevano stretti contatti con diversi dei più potenti oligarchi ucraini, da Kolomoiskij (che poi finanziò i primi battaglioni impegnati contro i separatisti del Donbass) ad Akhmetov, da Poroshenko alla Tymoshenko, che alle origini erano stati vicini a Janukovich ma che in quel momento avevano tutto l’interesse a sbarazzarsi del “clan presidenziale”, un potente gruppo di ladroni che faceva loro concorrenza nello spartirsi le ricchezze del Paese".
Fulvio Scaglione riporta la testimonianza di Ivan Katchanovski, docente di Scienze politiche presso l’Università canadese di Ottawa. Katchanovski ha lavorato a lungo sui materiali ufficiali dell’inchiesta condotta dalle autorità ucraine, analizzando decine di testimonianze, vedendo e rivedendo centinaia di ore di video prodotti in quei giorni fatali sia dalle televisioni di mezzo mondo sia da privati cittadini, per giungere a una conclusione che sta nel mezzo delle due tesi.
Qual è il suo parere? "La conclusione - dichiara - è sempre la stessa: ci sono state molte morti provocate dai militanti della destra per infiammare ancor più la protesta, popolata in grandissima parte da persone pacifiche, e indirizzarla in una direzione precisa”.