L’accordo con l’Ue mette gli interessi per l’approvvigionamento di terre rare davanti alla pace in Africa Centrale. La Cgil, insieme alla Csi africana, si mobilita per chiedere alle istituzioni una presa di responsabilità
Quello che sta avvenendo in Congo era stato ampiamente denunciato – nell’ottobre del 2024 - nel rapporto congiunto elaborato da Eurodad – Counter Balance – Oxfam dal titolo: “Who profits from the Global Gateway? The EU new strategy for development cooperation” dove veniva denunciato l’accordo siglato dall’Ue e dalla Banca europea per gli investimenti con il Ruanda. Un accordo, che aveva visto la netta opposizione della società civile congolese, e che si inseriva all’interno della già fortemente destabilizzata area di nord-Kivu, ricco bacino minerario oggetto di una feroce lotta armata che sta destabilizzando l’area oramai da decenni. Alcuni degli attivisti del gruppo “Lucha” della società civile congolese, attivo nel chiedere la cancellazione dell’accordo dell’Ue, hanno subìto arresti per la loro attività di opposizione. (Cfr. Mabel Grossi e Stefano Palmieri su Collettiva)
Il ruolo della von der Leyen e della UE
Il presidente della Repubblica del Ruanda Paul Kagame e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si sono incontrati il 18 dicembre 2023 ed hanno discusso su come portare avanti e sviluppare il partenariato UE-Ruanda, anche con investimenti reciprocamente vantaggiosi nell'ambito della strategia Global Gateway dell'UE.
L'accordo UE-Ruanda riguarda metalli critici e terre rare
L'intesa, firmato nel febbraio dello scorso anno, è stata accolta da Bruxelles come un passo fondamentale per garantire all'Europa l'approvvigionamento di materiali fondamentali per la transizione ecologica. Lo stesso documento è stato però criticato poiché si ritiene che in questo modo si chiuda di fatto un occhio sul commercio illecito di tali minerali, che spesso vengono saccheggiati dai ribelli sostenuti dal Ruanda nella Repubblica democratica del Congo, come documentato anche dalle Nazioni Unite.
Negli ultimi giorni, i ribelli dell'M23, sostenuti dal Ruanda, hanno consolidato il controllo di parti della città di Goma, nella provincia del Nord Kivu, ricca appunto di minerali. E starebbero avanzando anche nella zona del Sud Kivu: un'escalation militare preoccupante, considerata una violazione del diritto internazionale.
L'incursione si è concentrata proprio su aree dense di miniere per l'estrazione di oro, coltan, stagno, tantalio e altri minerali critici e terre rare. Funzionari congolesi e delle Nazioni Unite accusano da tempo il Ruanda di sfruttare i ribelli dell'M23 per impadronirsi delle miniere e contrabbandare poi le materie prime.
Ora si chiede all'Ue di sospendere l'accordo sui minerali con il Ruanda
Questa settimana, il gruppo M23 ha ottenuto il controllo di gran parte della città di Goma, un importante nodo per trasporti e commercio della RDC, al confine con il Ruanda. Sono stati segnalati scontri intensi tra le forze governative e i ribelli, che hanno causato anche delle vittime. Il gruppo avrebbe conquistato anche altri centri considerati di particolare importanza.
Gli esperti delle Nazioni Unite affermano che vi sono prove che le forze armate ruandesi mantengano un "controllo di fatto" sulle operazioni condotte dall''M23, gruppo al quale forniscono addestramento e armi. Sebbene il presidente del Ruanda abbia sempre negato il sostegno del proprio Stato all'M23, le evidenze si sono accumulate, tanto che il capo delle operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite, Jean-Pierre Lacroix, ha dichiarato questa settimana che "non c'è dubbio che ci siano truppe ruandesi a Goma che sostengono l'M23".
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La spettacolare denuncia di Lukaku
La Commissione Europea firmava nel febbraio 2024 gli accordi economici minerari con il Ruanda proprio nei giorni in cui circolavano le immagini del clamoroso gesto del giocatore di calcio Romelu Lukaku: una mano puntata alla tempia a forma di pistola e un'altra a coprire la bocca. "Tutto ciò - scriveva l'ANSA - per sensibilizzare l'opinione pubblica su quanto sta accadendo nel paese, da diversi anni in una situazione di vera e propria guerra civile per via dei ripetuti scontri, sempre più violenti negli ultimi due mesi, tra forze armate governative e milizie ribelli M23".