«Un trattato non basta: non dobbiamo mai dare per scontato che gli impegni presi sulla parola e quelli firmati su un pezzo di carta siano veramente mantenuti. Costruire la pace in Sudan è un'operazione a lungo termine». Marina Peter in Scommessa Sudan, 2006
Detesto essere definito un reporter di guerra. Prima di tutto perché ha l'amaro sapore d'averci fatto il callo. E in secondo luogo perché non si può raccontare una guerra senza conoscere le politiche che le soggiacciono.
Di fronte all'intervento militare in Libia, è necessario riflettere sull'efficacia delle azioni militari da parte delle democrazie liberali in situazioni di emergenza umanitaria.
Sul perché condanniamo l'intervento, non firmiamo appelli, cerchiamo di capire e lavoriamo per fare della Marcia Perugia-Assisi un'occasione di crescita nonviolenta per tutto il movimento pacifista
I motivi possibili di un attacco, presentato ancora una volta come umanitario, che minaccia di tradursi in un disastro di lungo periodo, alle porte di una Europa che rischia di pagare un conto elevatissimo.
Per lo scrittore Abdelhak Serhane, attualmente presso l’Università di Louisiane a Lafayette (USA), nessun dirigente arabo può oggi sfuggire alla collera popolare che scuote la regione.
Lo studioso e giornalista politico Majed Kayyali dà un resoconto di alcuni aspetti della rivoluzione egiziana, con le sue caratteristiche di movimento spontaneo, sostanzialmente nonviolento, slegato dalle categorie politiche tradizionali
Grazie a tutti per gli interessanti commenti e domande; seguono alcune considerazioni sugli ultimi sviluppi sul lungo black-out Internet egiziano, inclusa un’analisi trace-based ed alcune osservazioni sui Paesi vicini. Entro stamattina concluderemo questo articolo ed aspetteremo che le connessioni vengano ristabilite, speriamo il prima possibile – Jim.
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