"Il mondo pensa che in Nepal ci sia oggi un sistema democratico, ma il movimento e le lotte continuano. Perchè il mondo sappia cos'è il movimento e perchè sta continuando, l' agenda politica delle lotte del popolo nepalese deve essere resa pubblica"
Un nuovo ciclo di manifestazioni pacifiche di protesta, organizzato dal Movimento dei Cittadini per la Pace e la Democrazia (CMDP), ha avuto inizio, ieri, riportando nelle strade lo spirito dell’ aprile scorso.
Venerdì 16 giugno è stato firmato, tra il governo nepalese e Prachanda, leader dei Maoisti, un accordo che dovrebbe regolare il percorso dei Maoisti all'interno della politica governativa ed il popolo nepalese verso l'Assemblea Costituente.
La firma di un codice di condotta concordato tra il rappresentante del governo nepalese e il CPN (maoista). E' impossibile però pensare ad una soluzione immediata di un conflitto sociale e politico così complesso.
E questa volta è festa per le strade del Nepal. Le proteste di massa organizzate per oggi diventano una festa collettiva. Ma nuove prove attendono il popolo nepalese e, tra i punti interrogativi, il ruolo dei maoisti nel futuro del paese.
Questo è il senso della lettera scritta da un autorevole gruppo di detenuti politici alla comunità internazionale che aveva accolto positivamente il discorso del re.
Dopo più di due settimane di scontri violenti tra manifestanti e polizia nella capitale e nel resto del Nepal, pressato da India e US, Gyanendra parla in TV di democrazia ed elezioni. Ma il popolo non ne vuole sapere.
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