Per poter disprezzare la guerra bisogna guardarla negli occhi. Per potersene disgustare bisogna sentirne il fetore. E non si tratta di numeri e di statistiche quanto di volti, di storie, di progetti di vita andati in frantumi. Spero di incontrarli e, al ritorno, di contagiarvi perché il disgusto della guerra generi il suo ripudio. Fermo e assoluto. Sempre e dappertutto.
Il dramma in corso non ha tolto ancora i sorrisi dei bambini, non ha ancora offuscato i loro occhi brillanti che ci osservano attentamente. Ma, se non si ferma questa folle guerra, presto i sorrisi si spegneranno e la rabbia diventerà disperazione.
Un diario di viaggio dalla delegazione delle associazioni e delle ong italiane che sta trascorrendo qualche giorno in Libano. Incontri, impressioni, il racconto della disperazione della gente.
8 agosto 2006 - Delegazione ong italiane in Libano
Signor Presidente: Lei non inganna nessuno con la sua presunta guerra al terrorismo. Dal nostro punto di vista, lei ed Israele siete i terroristi con meno scrupoli che si trovino sulla faccia della terra. Se lei vuole combattere il terrorismo, le suggeriamo di iniziare con la sua amministrazione e con il suo terribile alleato, Israele.
La distruzione deliberata e sistematica delle infrastrutture sociali del Libano da parte dell'aviazione israeliana è un crimine di guerra, programmato per trasformare il Paese in un protettorato israelo-statunitense.
7 agosto 2006 - Tariq Ali, Noam Chomsky, Eduardo Galiano, Howard Zinn, Ken Loach, John Berger e Arundhati Roy
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