Le analisi si riferiscono ad un evento accaduto a febbraio a Saraqueb, città che dista 290 chilometri rispetto a Duma, sito dove è stato sospettato un attacco chimico ad aprile di quest'anno
Protagonista del nuovo attacco è Israele che ha lanciato missili contro postazioni militari iraniane in Siria. In questo clima incandescente il movimento per la pace deve far risentire la propria voce prima che questo vulcano esploda provocando una ulteriore escalation per fini geopolitici che nulla hanno a che fare con la tutela della pace e dei diritti umani.
Intanto gli oltre 100 campioni prelevati a Douma, in Siria, non riportano alcun segno della presenza di sostanze chimiche letali che secondo gli Usa Assad avrebbe sganciato sulla città siriana. Diciassette testimoni presenti nel luogo del preteso attacco chimico hanno chiarito che è stato frutto di una messinscena per provocare l'intervento occidentale
Un mese fa, l'8 aprile 2018, i mass media trasmettevano immagini di un presunto attacco chimico in Siria. Il 12 aprile il presidente francese diceva di avere le prove. Dopo un mese nessuna prova è emersa. Gli ispettori UNU sono tornati a casa.
Assad è certamente un leader autoritario e il suo regime non democratico. Se l'alternativa ad Assad fosse una democrazia liberale, dovremmo fare di più per sostituirlo. Ma gli avversari del dittatore siriano non sono liberali assetati di democrazia, ma per lo più islamisti intolleranti. Dopo Assad, democrazia, diritti e libertà con ogni probabilità diminuirebbero in Siria, non aumenterebbero.
Siamo convinti che in nessun luogo la religione può essere invocata a sostegno di propagande di violenza, di distruzione e di guerra. Per quanto concerne l'Italia, le già ottime relazioni bilaterali sono destinate a divenire ancora più intense.
Giorgio Napolitano
Robert Fisk, inviato di guerra del quotidiano britannico The Indipendent, smentisce la tesi dell'attacco chimico in Siria, conferma invece ipossia dentro i tunnel e negli scantinati durante i bombardamenti pesanti
I governi occidentali hanno deciso di sferrare un attacco contro la Siria sulla base di un’accusa provata da video su You Tube e dai “sentito dire” di profughi fuggiti da Douma con i ribelli e che lo avrebbero raccontato ad organizzazioni anti-Assad. Nessun prova confermata da esperti internazionali, dall’OPCW o da organismi preposti.
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