Ripate il boicottaggio: oggi la IV Giornata mondiale
More and more coca-cola, less and less rights (sempre più coca-cola, sempre meno diritti). Per frenare quello che sembrerebbe il vero jingle della multinazionale, oggi si svolge la quarta giornata mondiale di boicottaggio della coca-cola. All'origine della campagna, lanciata nel 2003 dal sindacato colombiano Sinaltrainal, c'è la speranza di ottenere verità, giustizia e risarcimenti per i familiari degli 8 sindacalisti assassinati e per le vittime di 179 gravi violazioni dei diritti umani. La multinazionale è stata accusata di violare i diritti dei lavoratori e di chi li rappresenta, non solo negli stabilimenti di imbottigliamento colombiani, ma anche in Guatemala. L'accusa è di aver collaborato all'uccisione di sindacalisti che si ribellavano alle condizioni schiavistiche in cui erano costretti i lavoratori. Una presunzione di colpevolezza che si potrebbe estendere a tutti quei paesi in cui la situzione politica può influire sul mancato rispetto dei diritti del lavoratore, come per gli stabilimenti in Kenya, Eritrea, Nicaragua, Peru, Venezuela, Pakistan, Azerbaijan, Turchia, Moldavia e Russia. Per far chiarezza sul caso, il sindacato colombiano, appoggiato da Reboc (Rete boicottaggio Coca-cola), Rifondazione, Fim-Cisl, Cobas e dall'associazione Giuristi democratici, ha chiesto aiuto alle istituzioni, tra cui il comune di Roma, per formare una Commissione d'inchiesta indipendente in Colombia entro marzo 2006. L'accordo è stato raggiunto e sottoscritto nel novembre scorso. Il sindaco Walter Veltroni ne è stato il garante. Marzo è passato nel silenzio e con lui 8 mesi di attesa. Così, alla vigilia della giornata mondiale contro le politiche repressive della Coca-cola, il movimento dichiara di apprezzare le parole pronunciate in novembre dal sindaco di Roma, ma vorrebbe vederle messe in pratica ora, senza altri indugi.
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