Una proposta al governo Prodi
Ci siamo dati sette mesi, scadenza fine aprile 2007. Sette mesi per riuscire a convincere il governo Prodi di fare del vivere insieme, della promozione dei beni comuni, l'orientamento nuovo, marcante, dell'agenda politica italiana e - se possibile - europea dei prossimi cinque anni. Per questo, i sette mesi serviranno per far prendere le decisioni di principio che consentiranno la realizzazione dell'obiettivo res publica sull'arco di tempo 2006-2010. L'obiettivo è quello di far sì che il governo Prodi si impegni ad operare per l'inversione dei processi attuali di mercificazione della vita, di finanziarizzazione dell'economia e di privatizzazione del politico, ridando la priorità alla giustizia sociale fondata sui diritti umani e sulla sicurezza, ad una vita umanamente degna per tutti i cittadini, attraverso la promozione (e finanziamento) dei beni comuni essenziali ed insostituibili alla vita, al vivere insieme, al miglioramento qualitativo delle condizioni di esistenza, anche nell'interesse delle generazioni future.
In che modo? Cercheremo di ottenere entro aprile 2007 la creazione di un Segretariato di coordinamento nazionale dei beni comuni sotto la responsabilità della Presidenza del Consiglio, come primo passo fondatore - sul piano politico-istituzionale e simbolico - del cammino di reinvenzione della res publica. Il compito del segretariato sarà quello di stimolare e coordinare le iniziative delle istituzioni pubbliche (governo, regioni, province e comuni) e degli operatori economici e sociali (imprese pubbliche, terzo settore, sindacati, movimenti ed associazioni) rivolte a promuovere i beni comuni, al fine di identificare, valutare e proporre gli strumenti giuridici, istituzionali e finanziari più idonei alla loro realizzazione e sviluppo. Si pensa, fra altre azioni che dovrebbero essere promosse dal Segretariato, all'organizzazione di Conferenze programmatiche regionali sui Beni comuni e ad Ateliers di progettazione.
Considerato lo stato attuale delle cose, proponiamo di concentrare i percorsi da compiere sul cammino della nuova res publica su quattro direttrici: 1) l'acqua, valorizzando l'eccezionalità conferitale dal governo Prodi nell'escludere i servizi idrici dai processi di liberalizzazione e far sì che non passi la sua privatizzazione e mercificazione attraverso altre disposizioni. Quel che è in gioco, attraverso l'acqua, è la sacralità della vita; 2) l'energia e l'ambiente, i due grandi campi del vivere insieme sui quali si sta giocando il futuro delle nostre economie e della civiltà urbana; 3) la conoscenza, «spirito» dell'essere umano e cultura di ogni comunità, non essendo più accettabile la sua attuale appropriazione privata e mercificazione. Ne va dell'educazione. L'università sta diventando, anche in Italia, una impresa di produzione, vendita e distribuzione di saperi mercificati. La mercificazione della conoscenza significa quella della salute e, quindi, la sparizione del diritto alla salute; 4) la bellezza, o quel che resta del Bel Paese che non è stato ancora fagocitato da una logica finanziaria di valorizzazione turistica puramente commerciale, sia di lusso che di massa.
Due i nostri alleati principali. I membri oggi al Governo ed in Parlamento. Non è saggio né giustificato pensare che i nostri amici al governo ed in parlamento siano oramai dall'altra parte. Anzi, queste settimane dimostrano il contrario, malgrado certi limiti e certe contraddizioni. Sta anche a noi non abbassare la guardia e fornire proposte e contenuti innovativi nonché sostegno popolare, mantenendo una forte capacità critica costruttiva.
L'altro alleato sono le reti dei movimenti impegnati in particolare lungo le direttrici menzionate (acqua, energia/ambiente, conoscenza/educazione/salute, bellezza). Si continuerà nei prossimi giorni a promuovere l'iniziativa res publicagià lanciata grazie a il manifestoe a Carta.
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