lettera aperta

L'acqua bene comune è un diritto ancora possibile

12 dicembre 2006
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Carissimi Nichi e Riccardo,
sapevamo da tempo delle difficoltà a portare avanti in modo condiviso le sfide, che avevate deciso di assumere insieme, di ripubblicizzare l'acquedotto pugliese. Come capita quando ci sono in ballo persone a cui si vuole molto bene, abbiamo avuto quasi pudore a prendere parola cercando, magari, di dare qualche consiglio dietro le quinte. Ora, però, che si è consumata una separazione pubblica, vogliamo esprimerci, per l'affetto e la stima che vi prestiamo e per l'importanza che ha per tutti noi la battaglia per l'acqua bene comune. Quello per l'acqua è uno straordinario movimento mondiale di cui noi, come voi, ci sentiamo militanti e che tanto conta per il nostro futuro. E' in questa veste, dunque, che ci esprimiamo evitando di «dare voti» ma ragionando su una impresa che sentiamo comune. Certo, sentiamo la vostra separazione come una battuta d'arresto. Ma siamo confortati dal fatto che la lotta continua, che entrambi vi sarete impegnati e che diciate con chiarezza che l'acqua in Puglia, e l'acquedotto, devono essere pubblici.
Crediamo sia un errore dividerci tra realisti e utopisti. Come tutto il movimento altermondialista ci ha insegnato, «un altro mondo è possibile» proprio perché è un mondo diverso dall'attuale, vive già nelle lotte dell'oggi e non è confinato nel «sol dell'avvenire».
L'acqua bene comune, diritto dell'umanità, è parte dell'altro mondo possibile. Ci parla di un'altra economia sia sociale che ambientale, sia democratica, cioè di qualcosa che supera tutti gli assetti del dominio capitalistico: la riduzione a merce, la separazione del ciclo naturale e il sequestro democratico, l'accaparramento bellico. E' una prospettiva in totale controtendenza con la velleità capitalistica di mercificare servizi e vivente naturale come nuove frontiere del dominio. Velleità che alimenta le pratiche delle multinazionali, i Gats, la Bolkestein, le guerre per le risorse, la «localizzazione» del diritto al bere. Questa velleità vuole rompere i compromessi democratici del Novecento, nominare il mercato arbitro totale. Si ammanta anche di razionalità o addirittura di una pretesa etica (il mercato come migliore allocatore per poveri o per i cittadini o per la scarsità delle risorse). La vostra lotta sta contrastando questa velleità. Ha posto un argine. Non si è fatta ancora alternativa compiuta perché è estremamente duro conseguirla. Pure, emerge ormai che la velleità della mercificazione integrale ha bisogno, per realizzarsi, di sconvolgere ogni residuo compromesso. Trasformare i servizi in mercato, in realtà, o significa il colossale imbroglio di far guadagnare i privati con l'esborso di denaro pubblico (accaduto in tante privatizzazioni), oppure teorizzare che servizi essenziali per la vita possano, nel trasformarsi in merce, essere negati a chi non può pagarli. Entrambe queste prospettive vanno contrastate in tutta la gamma delle loro azioni (dal disegno di legge sulle liberalizzazioni dei servizi locali al piano delle grandi multinazionali).
Ma per contrastarle occorre portare avanti l'insieme del nostro disegno alternativo. Che è fatto di acqua come diritto e come bene comune. Di uso ecologico. Di gestione non mercantile. Di pubblico partecipato. Avere chiaro l'insieme del quadro permette di operare su più terreni, tra i quali non ce n'è uno che da solo sia risolutivo; e permette anche di ricercare risultati su quello in quel momento più maturo. E' più decisiva la dichiarazione dell'acqua come diritto (da chiedere all'Onu dopo che finora si è parlato di acqua come bisogno), la gestione ecologica, la fuoriuscita dalla forma Spa, l'affidamento «in house», la gestione partecipata? Difficile dirlo. Non volendo entrare nel merito delle vicende dell'acquedotto pugliese, parliamo della legge d'iniziativa popolare che è stata presentata dal movimento e che comprende tutti questi obiettivi e li riconnette. La raccolta di firme per questa legge, come le battaglie sul disegno di legge sui servizi, come quelle per fermare le privatizzazioni che ancora continuano, come l'appuntamento del parlamento mondiale dell'acqua il 20 marzo a Bruxelles ci attendono tutti e quindi, siamo sicuri, anche i nostri compagni Nichi e Riccardo.
*** Patrizia Sentinelli, Pietro Folena, Mirko Lombardi, Gabriele Polo, Pierluigi Sullo, Piero Sansonetti, Roberto Musacchio, Emilio Molinari

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