L’acqua è un diritto, non una merce
L’acqua è un problema enorme ovunque, ma in alcune parti del mondo è emergenza umanitaria.
E nonostante questo, le grandi società multinazionali stanno colonizzando il pianeta, con il beneplacito delle grandi potenze e del WTO.
Il 13 gennaio parte la raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico” elaborata dal Forum italiano dei movimenti per l’Acqua. Una proposta di legge per l'Italia, perché il problema esiste anche da noi. Questi i primi articoli:
Articolo 1 (Finalità)
1. La presente legge, ai sensi dell’art. 117, lettere m) ed s), della Costituzione, detta i principi con cui deve essere utilizzato, gestito e governato il patrimonio idrico nazionale.
2. La presente legge si prefigge l’obiettivo di favorire la definizione di un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale.
Articolo 2 (Principi generali)
1. L’acqua è un bene naturale e un diritto umano universale. La disponibilità e l’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili ed inviolabili della persona.
2. L’acqua è un bene finito, indispensabile all’esistenza di tutti gli esseri viventi. Tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e non mercificabili e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà. Qualsiasi uso delle acque è effettuato salvaguardando le aspettative e i diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale. Gli usi delle acque sono indirizzati al risparmio e al rinnovo delle risorse per non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell’ambiente, l’agricoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrogeologici.
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