«Anche l'acqua è un diritto»
Napoli Da questa mattina è partita la raccolta firme in tutt'Italia per una proposta di legge d'iniziativa popolare che pretende di assumere definitivamente l'acqua come un bene primario, un diritto umano inviolabile e pertanto definire i principi con cui deve essere gestito il patrimonio idrico nazionale.
A mobilitarsi per opporsi a qualsiasi pretesa di privatizzazione sono 350 realtà territoriali, dalla Campania alla Lombardia, dall'Abruzzo alla Sicilia, dal Lazio alla Toscana, piccoli e grandi comuni, comitati cittadini, centri sociali, ma anche istituzioni che metteranno a disposizioni le proprie sedi per la raccolta.
In più ci sono 54 reti nazionali, la Cgil funzione pubblica, l'area confederale, la Fiom, i Cobas, affiancati da Prc, Pdci, Verdi e Sinistra Ds che hanno assunto come propria questa battaglia mettendo in campo risorse e mezzi.
«La meta da raggiungere è di appena 55 mila firme, ma noi vogliamo arrivare a 1 milione per dare forza e definire una volta per tutte che non si possono prendere decisioni senza la partecipazione dei cittadini su questioni cruciali per il benessere generale» ha detto Salvatore Carnevale, uno dei rappresentanti del comitato cittadino, durante la presentazione dell'iniziativa a Napoli.
E' proprio sugli istituti della partecipazione che la Rete dei movimenti per l'acqua intende fare pressione per riuscire a modificare la legge Galli del 1996, quella che ha introdotto il partenariato, le società miste pubblico-privato, fino alla totale privatizzazione degli acquedotti.
Gli istituti, infatti, sarebbero previsti per legge per garantire l'accesso della cittadinanza alla discussione di questioni particolarmente delicate, ma non sono mai stati istituiti.
«Se perdiamo sull'acqua, perderemo sulla sanità, sulla scuola, sui diritti dei cittadini», è stato il commento di padre Alex Zanotelli, che grazie alla sua tenacia è riuscito lo scorso anno insieme alla rete partenopea a sventare la privatizzazione dell'Ato 1, l'ambito territoriale di Napoli e Caserta. «Da quella vittoria insieme alle realtà di tutta Italia dobbiamo partire, ricordando che chi privatizza le risorse idriche è un ladro», ha concluso il comboniano.
«Con questa legge si metterà fine anche al grande inganno sulla divisione tra proprietà e gestione. Chi amministra le reti ne diventa a conti fatti proprietario, per questo devono restare interamente pubbliche», ha spiegato Luigi Servo della Cgil.
Mentre Francesco Amodio dei Cobas ha ricordato che «chi investe nell'acqua vuole trarre un profitto tramite le tariffe, mentre i costi dell'acqua devono essere garantiti dalla fiscalità generale».
Articoli correlati
- Grazie alla costante mobilitazione dei movimenti sociali
Argentina: sconfitta storica per le multinazionali del litio
Lo scorso 25 marzo il Tribunale provinciale catamarqueño ha proibito al governo della regione di concedere di nuovi permessi alle multinazionali per l’estrazione del litio22 aprile 2024 - David Lifodi - Honduras
Urge un approccio globale alla violenza di genere
Organizzazioni di donne smontano campagna di disinformazione e chiedono l'approvazione di una legge integrale15 aprile 2024 - Giorgio Trucchi - Citizen science per il fiume Tara
Le osservazioni al progetto di dissalatore presentate alla Commissione Ambiente di Taranto
La cittadinanza si è mobilitata a difesa del fiume Tara e il Comune ha avviato una fase di ascolto e di approfondimento sulla difesa di un luogo molto caro ai tarantini.Fulvia Gravame - Citizen science
Questionario sul fiume Tara
Si è adottata una metodologia di analisi di Economia Ambientale, riconosciuta ed applicata in molti casi nazionali e internazionali.28 novembre 2023 - Fulvia Gravame
Sociale.network