Tutti pazzi per le "cose" ?
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Questa la notizia che gira con insistenza nelle ultime ore tra blogger e siti di videogiochi, tutti colpiti da come una madre di tre figli, a 28 anni, abbia potuto perdere la vita in questo modo.
"Ciò che più mi ha colpito - scrive Blog of Funk - è che questa donna era povera e ha pensato che quella fosse un'attività senza controindicazioni, voleva vincere la console per la sua famiglia". Tutti ora si chiedono chi sia responsabile per l'accaduto e molti puntano il dito contro la radio e i suoi DJ, che non avrebbero avvertito i partecipanti dei possibili rischi per la salute derivanti dall'ingestione di enormi quantità d'acqua.
Perché qua, di cose si tratta. Cose che generano desideri, che passano in primo piano davanti ad aspetti ben più importanti della vita sociale, affettiva. O che si assumono il compito (o se ne arrogano il potere) di sostituirne, alcuni o tanti, di questi aspetti. Usurpandone il valore.
Cose che dai media vengono mostrate, vezzeggiate, rese appetibili con subdoli meccanismi di convincimento, la psicologia applicata al denaro.
E può avvenire allora, il caso limite. Il concorso in sé buffo nella sua insolita presentazione, eppur pericoloso nella sua banale perversità. Un record da Guinness per una consolle da gioco. E senza tener conto dei danni.
Quando un umano muore per una cosa, quali sono allora i valori per cui sacrificare la propria esistenza?
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