I movimenti e la politica
Se l'accordo che sembra profilarsi all'interno dell'Unione in merito ai servizi idrici è reale, un altro passo significativo è stato fatto nel rispettare l'impegno preso nel programma elettorale: la natura pubblica nazionale di questo servizio viene ribadita e mi sembra si accenni ad un percorso per il governo pubblico dell'acqua. Ciò che si prospetta è una moratoria di tutte le messe a gara, di tutte le operazioni finanziarie di fusione e di tutte le iniziative legislative regionali e deliberative degli Ato idrici, che andavano verso la privatizzazione.
In una parola si tratta di un congelamento della situazione nei territori da sancire con un decreto nella delega ambientale in attesa di varare una legge specifica e complessiva.
Il movimento dell'acqua ha conseguito un altro innegabile successo, l'impegno di Rifondazione comunista in particolare e dei Verdi e Comunisti Italiani e la grande carica con il quale è iniziata la raccolta delle firme hanno sicuramente pesato sulla trattativa. Ciò dimostra ancora una volta che il diffuso lavoro che abbiamo fatto in questi anni sull'acqua e la sua eccezionalità: culturale, di informazione, di mobilitazione, di partecipazione e il rapporto dialettico con la politica, alla fine paga. Si aprono crepe nella cultura delle privatizzazioni, devastante per la vita di ogni comunità.
Il movimento dell'acqua fa da modello e in queste ore si esprimerà con comunicati unitari su ciò che riguarda i servizi idrici; e il movimento più generale si esprimerà su l'insieme delle liberalizzazioni trattate, cosa che invece solleva perplessità. A questi giudizi mi rimetto, ma voglio utilizzare questo spazio per chiedere alla politica, un ulteriore impegno e una ulteriore chiarezza.
In primo luogo, come coinvolgere il movimento nel definire i provvedimenti da attuare. E' chiaro che istituzioni, partiti e governi hanno sedi e procedure proprie, ma io credo che il movimento dell'acqua abbia avviato una vertenza nazionale e al contempo conquistato un ruolo di soggetto politico, indipendente, capace di produrre leggi e di rappresentarsi. E' giunto il momento di esprimere le proprie posizioni e di stabilire, con la sinistra impegnata, le forme del coinvolgimento nelle decisioni istituzionali finali. Come può essere coinvolto il movimento nel definire i termini del decreto di moratoria?
Altra questione quella dei tempi che non sono secondari. Il movimento è radicato nei territori e conosce le manovre e le debolezze nella politica a livello locale. Le forze locali privatizzatici, molto forti in certe regioni, determinate e mosse da interessi trasversali, sia al centro destra che al centro sinistra, non resteranno ferme. Alla luce di tutto ciò, diventa ancora una volta determinante un rilancio dell'Associazione degli eletti dell'acqua. E' determinante il lavoro di reciproco coinvolgimento nelle scelte istituzionali, nella gestione del percorso della moratoria e della legge di governo dell'acqua, nello scambio d'informazioni e nel definire che fare per la vertenza nazionale e internazionale.
Devono agire in stretta relazione con i movimenti e i comitati locali nella raccolta delle firme, nel muovere i sindaci, nel relazionarsi alle imprese pubbliche, nel definire la fuoriuscita dalle Spa. Una battaglia da aprire ad altri settori investiti dalle privatizzazioni, per un possibile rinnovamento della politica.
Siamo in procinto di partire per Nairobi. E sembra che questa volta l'Italia si potrà presentare tra le nazioni che stanno nel campo del diritto all'acqua, tra chi si batte contro la mercificazione di questo bene. Allargherà questo campo, gli darà maggior forza
E' il campo di chi chiederà che l'acqua esca dai negoziati del Wto, venga riconosciuto universalmente il diritto umano e 50 litri al giorno per tutti. Che si tolga ogni legittimità al Consiglio mondiale dell'acqua che ogni tre anni indice i Forum mondiali, pur essendo un organismo delle multinazionali; per consegnare invece tale compito all'Onu. Si deve preparare assieme anche con parlamentari e di esponenti governativi italiani l'assise di marzo a Bruxelles, la prima assemblea mondiale degli Eletti e dei movimenti sull'acqua.
Il primo grande incontro tra politica, movimenti, imprese pubbliche, sindacati, sull'acqua e i beni comuni. Se ciò che si profila come decisione del governo in materia di servizi idrici va nella direzione del movimento, questi scenari sono altrettanto reali e possibili.
* Presidente del comitato italiano del Contratto mondiale per l'acqua
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