Pecoraro: «Adesso serve il decreto»

Il ministro sa che non sarà facile resistere alle pressioni interne al suo governo, ma è convinto che l'acqua possa restare un bene pubblico
10 febbraio 2007
Luca Fazio
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Nuota controcorrente il ministro all'Ambiente Pecoraro Scanio, ma almeno nuota. Dice che «l'acqua è un bene comune che non può essere privatizzato», promette che «il governo con questa moratoria si è impegnato a mantenere pubblica la proprietà dei servizi idrici», ma ammette anche che «il percorso non sarà molto semplice». Per ora gli ambientalisti, e tutti coloro che si battono contro la privatizzazione dell'acqua, segnano un importante punto a favore. Ma non è ancora abbastanza.
La moratoria che blocca i processi di privatizzazione dell'acqua, considerate le forti pressioni a privatizzare, era una esigenza immediata. Ma è abbastanza per garantire che l'acqua venga considerata da tutto il governo dell'Unione come un bene pubblico?La moratoria è un primo atto concreto di coerenza con quello che c'era scritto nel programma dell'Unione, ma non è un segreto che nel governo ci siano sensibilità diverse. Adesso dobbiamo cercare gli strumenti per fare in modo che entri in vigore il prima possibile, inserendola in un decreto legislativo per evitare che degeneri la situazione in alcune parti del paese.
Adesso cosa succede dove è già stata presa la decisione di privatizzare l'acqua?Dobbiamo verificare caso per caso con quali modalità sono state condotte queste privatizzazioni. Credo che in molti casi ci troveremo di fronte a procedure irregolari, a privatizzazioni che sono state fatte senza nemmeno tenere conto delle risorse idriche esistenti. Conosciamo tutti la situazione degli acquedotti colabrodo...Dobbiamo senz'altro rivedere tutte le privatizzazioni già fatte e in corso, per esempio sto pensando al caso di Palermo.
Nei prossimi giorni nascerà un comitato di ministri ad hoc per affrontare la questione, e ci saranno anche Pierluigi Bersani, Tommaso Padoa Schioppa e Emma Bonimo. Parliamoci chiaro: c'è poco da stare tranquilli...Ci siamo anche io e il ministro Ferrero, noi due abbiamo posizioni abbastanza chiare. Non penso che la riunione ministeriale debba portare per forza a una mediazione, credo che bisognerà discutere sul modo in cui si dovrà eliminare l'obbligo di fatto a privatizzare i servizi idrici, e su come si dovrà arrivare ad offrire un sistema di qualità per tutti.
Si può arrivare a un decreto in tempi brevi, oppure assisteremo ai soliti passi indietro dei soliti ministri privatizzatori?Abbiamo questa necessità e dobbiamo fare in fretta, ma so per certo che non sarà un percorso molto semplice. Dobbiamo offrire agli enti locali la possibilità di gestire l'acqua pubblica in modo diverso dal formare una Spa, e dobbiamo almeno riuscire a dare la possibilità di scegliere a tutte quelle amministrazioni che hanno già avviato un percorso di consapevolezza.
Una questione cruciale a livello globale...Tutti i governi del mondo stanno affrontando la questione delle risorse idriche, anche alla luce di quanto è emerso nel corso della conferenza internazionale sul clima di Parigi. Ho dato indicazioni all'industria e all'agricoltura perché gli sprechi non possono più essere tollerati. E' inutile lottare per un bene comune da difendere se poi viene sprecato.

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