Carovane per l'acqua, tocca a Gualdo Tadino. E la Rocchetta vuole più prelievi dal Rio Fergia
Perugia nostro servizio
Il Rio Fergia è davvero bello fuori e pulito dentro, ma per quanto? Se lo chiedono gli abitanti di questo angolo di Umbria stretto tra i comuni di Gualdo Tadino e Nocera Umbra, dove oggi arriverà la carovana per l'acqua partita da Aosta il 24 giugno scorso, la terza delle quattro che in queste due settimane hanno attraversato l'Italia.
Le quattro carovane - partite da Aosta, Trento, Potenza e Palermo - hanno toccato tutti i centri interessati dalla privatizzazione dell'acqua, incontrando i comitati cittadini, le associazioni e i partiti che sostengono questa campagna. A Roma si ritroveranno domani per consegnare le firme raccolte (oltre 300mila) per la presentazione della proposta di legge popolare per la gestione pubblica dell'acqua. Ed è sempre di ieri la notizia che il comitato dell'Abruzzo ha raccolto e consegnato 11mila firme di cittadini.
L'appuntamento in Umbria è a Boschetto, dove già da mesi i comitati contro la privatizzazione presidiano la zona. Qui la Rocchetta ha ottenuto dalla Regione, il 25 maggio scorso, con l'opposizione della popolazione e di forze politiche della stessa maggioranza (tra cui Verdi e Rifondazione), una nuova autorizzazione ad un prelievo di 12 litri al secondo (cioè un milione di litri al giorno) delle acque del Rio Fergia.
Quella della Rocchetta è una storia emblematica anche per capire le trasformazioni del territorio umbro: la Rocchetta di Gualdo all'inizio era una piccola azienda, quasi a livello familiare. E' di un abitante del posto l'idea di imbottigliare e vendere l'acqua che defluiva naturalmente dal fiume Feo, lì dove il fiume si incanala in una gola (quella della Rocchetta, appunto) che darà il nome all'acqua. Un processo nato negli anni '70, dentro una economia cittadina in grado di sostenere quel tipo di sviluppo. Poi, negli anni '90, la svolta multinazionale, come è successo a tante imprese di questa regione. E' successo alla Perugina, è successo alla Ellesse, succede con altri marchi meno noti. La Rocchetta si trasforma, viene abbandonato il vecchio stabilimento, ormai insufficiente, e se ne costruisce uno nuovo, arrivato oggi ad una copertura di 28mila metri quadri.
Alla nuova società viene concesso di prelevare dal fiume Feo, attraverso trivellazioni, un quantitativo di acqua di migliaia di litri al giorno (secondo i comitati, per almeno due milioni di bottiglie), con il conseguente impoverimento del fiume. Lo scorso anno la Rocchetta (attraverso la società Idrea) ha chiesto l'autorizzazione ad un nuovo prelievo, che interesserebbe questa volta il Rio Fergia, per una quantità complessiva di venti litri al secondo, con la promessa di un piano di investimenti per la zona. Ma il piano presentato, per un valore economico di 45 milioni di euro, non lascia presagire nessuna ricaduta sul territorio. Trenta milioni verranno destinati alla pubblicità, 15 milioni alle infrastrutture (di cui solo una piccola parte destinati alla costruzione del nuovo acquedotto, che dovrà rifornire le 240 famiglie che subiranno il distacco delle utenze). In termini occupazionali, si era parlato di venti nuovi posti di lavoro - oggi la Rocchetta dice di impiegare 80 persone, ma secondo i dati del comitato sono appena 37 - che però non hanno alcuna certezza, poiché il prelievo concesso è inferiore a quanto richiesto.
Il Comune di Gualdo Tadino, da sempre favorevole alla Rocchetta, dichiara che la scelta sarà sostenibile: eppure un protocollo di intesa, firmato nel 1993, stabiliva perentoriamente che il prelievo dal Fergia non potesse in alcun caso superare i 28 litri al secondo, da dividere tra i comuni di Nocera (20) e Gualdo (8). Dove prenderà l'acqua Gualdo? L'unica possibilità è di aumentare la sua quota, facendo restare all'asciutto la popolazione. Il Comune di Nocera Umbra, da sempre contrario ad ogni ulteriore sfruttamento delle acque del fiume, non ci sta e annuncia ulteriori ricorsi, dopo quello presentato al Tar.
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