In 400mila chiedono che l'acqua sia solo pubblica. Consegnate le firme
ndisi in piazza Montecitorio per ripartire a base di prosecco e di acqua rigorosamente del rubinetto. I comitati per l'acqua pubblica sono appena usciti dalla Camera dove hanno consegnato al presidente Fausto Bertinotti le 406mila e 626 firme a sostegno della legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua e riprendono le fila del discorso, riorganizzano le idee per continuare la battaglia.
Non prima però di avere brindato e gioito per il grande risultato ottenuto: «La campagna nazionale è stata un grande successo», sostengono. Dice Marco Bersani, uno dei leader del movimento: «Abbiamo chiesto al presidente della Camera un impegno per l'immediata calendarizzazione della nostra proposta di legge - spiega - e Bertinotti ci ha assicurato il suo impegno».
L'idea che pare possa affascinare il presidente la ipotizza Vincenzo Migliucci: «Questo Parlamento per la prima volta nella storia della Repubblica ha l'occasione di "farsi" ricordare come quello che ha approvato una legge di iniziativa popolare». Ora serve una mossa di peso: il Senato - chiedono i rappresentanti dei movimenti - approva la moratoria per la privatizzazione dell'acqua.
Come ha già fatto l'aula della Camera. Anche per questo motivo, il movimento per l'acqua come bene pubblico lavorerà in tre direzioni: una grande manifestazione a ottobre per tenere alta l'attenzione sul principio che l'acqua è un bene comune, la pressione a governo e Parlamento perché anche al Senato sia approvata la moratoria dei processi di privatizzazione della gestione dell'acqua come è già avvenuto a Montecitorio e infine l'iniziativa di alcuni parlamentari di «inserire alcuni principi della proposta di legge popolare - spiega Walter Mancini - nel processo di modifica del decreto ambientale». Cosa inimmaginabile appena sei anni fa, come spiega Emilio Molinari: «Adesso però possiamo dire di essere riusciti a sensibilizzare i cittadini - chiarisce - e a condizionare l'agenda politica nazionale».
Anche sui territori è cresciuta l'attenzione. Corrado Oddi spiega infatti che, grazie al lavoro svolto capillarmente dai comitati in tutta Italia, la campagna "acqua bene comune" ha intercettato tante vertenze territoriali «che sono molto forti e che sosteniamo». Dopo le parole è il momento del brindisi. E di Tonino Mancino, battagliero rappresentante del foro contadino, che mostra a favore di telecamera una bottiglia d'acqua con un'etichetta che fa il verso a una famosa marca. C'è scritto: «Liscia? Gassata? no, pubblica. Pubblicità progresso».
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