Elementi di riflessione in vista del 29 Novembre

Lettera di Alberto Magnaghi
26 novembre 2003
Alberto Magnaghi
Fonte: Lista Rete Nuovi Municipi - 24 novembre 2003

[...]
Per fortuna il dibattito che non c'è stato a Empoli si è sviluppato nel
seminario del 14 novembre proposto dalla Rete del nuovo municipio al
Social forum europeo di Saint Denis, in una sala sovraffollata di più
di trecento persone, una quarantina di interventi di italiani, francesi,
spagnoli, catalani, brasiliani…. Dunque la curiosità e le aspettative
intorno ai temi e ai progetti della rete sono molto sentiti nel
movimento, dal momento che i temi della democrazia partecipativa e delle
alternative locali alla globalizzazione hanno percorso fortemente tutto
il social forum europeo: il nostro contributo per un'Europa delle
democrazie municipali che abbiamo portato in quella sede, mi sembra da
sviluppare per le prossime scadenze come Barcellona 2004.
Vorrei dunque proporvi qualche elemento di riflessione, sul come
praticare la Carta di intenti, temi su cui dovremo articolare proposte
operative nella prima riunione dell' esecutivo che si terrà a Firenze
il 29 novembre.

I compiti della rete
Il primo compito della rete, che giustifica il pagamento della quota da
parte degli iscritti, è la comunicazione delle esperienze delle idee e
dei progetti. Occorre attivare rapidamente un sistema informativo (sito
webb, news letter, ecc) che metta in rete in modo ordinato ed agibile a
diversi livelli il mondo delle esperienze legate ai temi del Nuovo
Municipio che sono molto più diffuse di quanto ognuno di noi conosce;
per avviare su queste esperienze riflessione, autoriflessione,
comunicazione. Su questo abbiamo già elaborato un sito, di cui
definiremo la operatività e la complessità in base alle risorse da ora
disponibili per gestirlo.
Il secondo compito è precisare operativamente il ruolo delle diverse
componenti istituzionali della rete, il cui incontro reciproco,
costituisce la ragione sociale della Rete stessa. Occorre rendere
operativo questo incontro costruendo insieme progetti di intervento su
specifici ambiti territoriali dove le sperimentazioni sono possibili.
Evidenziare la geografia di queste prime sperimentazioni è la prima
carta di identità della rete, il segnale della sua esistenza;
amplificarle nella comunicazione può aprire un processo espansivo

Il ruolo delle Università. Poiché su questo punto è sorta certa
confusione di ruoli vorrei precisare che le Università costituiscono uno
dei poli costituivi della rete (non solo come promotori della Carta) in
quanto svolgono attività istituzionali, come un Comune.
Prendiamo ad esempio Firenze. L'Università di Firenze aderisce come
Laboratorio di Progettazione Ecologica degli Insediamenti (LAPEI),
struttura ufficiale del Dipartimento di Urbanistica. Al Lapei fanno capo
docenti che gestiscono ricerche finanziate sulla partecipazione che sono
state messe a disposizione della rete (vadasi il documento distribuito a
Empoli sull'apertura di un archivio-atlante delle esperienze di
partecipazione in Italia e in Europa); attivano convenzioni con il
Circondario empolese sulla produzione di atlanti della progettualità
sociale; cooperano alla Costituente partecipativa del Circondario e alle
Conferenze d'area (Bassa Valdelsa e Valle dell'Arno); partecipano al
Forum per Firenze; gestiscono Piani urbanistici, Contratti di
quartiere, ecc. , esperienze all'interno delle quali promuovono e
praticano processi partecipativi; pubblicano libri e riviste sui temi
attinenti al lavoro della rete.
Si tratta dunque di attività istituzionali di ricerca militante, con
ruoli rispetto alla rete diversi, ma paragonabili a quelli del Comune
che, entrando nella rete, attiva processi di partecipazione, o
dell'associazione che promuove azioni politiche, culturali, produttive
comunicative sul territorio. Intendo dire che si tratta di un soggetto
collettivo che produce, in senso lato, "eventi politici". Cosi è ad
esempio per l'Università di Roma dove esiste una tradizione molteplice
di ricerche e di laboratori strettamente connessi con i processi di
partecipazione nella città e nel territorio, alcuni dei quali sono stati
fra i promotori della Carta del nuovo Municipio. Si potrebbe continuare
con il Politecnico di Milano, l'Università di Venezia e altre sedi
universitarie che vorremmo far partecipare al lavoro della rete.

Il ruolo dei comuni: la presenza di consigli comunali (o giunte, o
assessori con deleghe alla partecipazione, quartieri o municipi
decentrati) che hanno aderito alla Rete pone questi comuni in posizione
importante: da subito in questi comuni si possono sperimentare
costituenti, laboratori, processi partecipativi che, rispetto alle
esperienze in atto pregresse, vedano aprirsi una fase di accordi
espliciti fra associazioni e movimenti locali partecipanti alla rete e
municipalità, per attivare specifici percorsi sperimentali, strutturati
e a carattere decisionale.
Si tratta di aprire nel territorio di questi comuni un "patto" fra
associazioni e municipio, un tavolo costituente della sperimentazione
direttamente ispirato ai principi della carta di intenti. Penso ad
esempio all'attivazione di laboratori di economie solidali, di commercio
equo, di finanza etica, di gestione sociale dei servizi, di
"denominazioni" comunali dei prodotti tipici, di pratiche di sovranità
alimentare, insomma esperimenti di modelli di sviluppo locale
autosostenibile, facendo precipitare e cooperare in uno stesso
territorio diverse componenti di movimento, di imprese e associazioni a
valenza etica, aprendo un conflitto con i poteri forti che regolano le
sorti dell'economia locale.

Associazioni, movimenti, singoli. Il ruolo attivo di questa terza
componente è essenziale per la Rete. Senza la presenza attiva delle
associazioni e dei movimenti la Rete è destinata a divenire una
succursale dell'Anci. Questa componente della rete è fondamentale in
quanto costituisce il motore potenziale della trasformazione delle
politiche municipali verso la loro gestione sociale. Senza un percorso
di costruzione di "società locale", di reti civiche, di pratiche di
percorsi alternativi di sviluppo locale, il Comune tende a perpetuarsi
nel proprio ruolo di "cinghia di trasmissione locale" delle politiche
statuali. L'autogoverno dei comuni è dipendente dalla costruzione di
forme avanzate di democrazia municipale, cedere potere alla società
locale è la condizione per acquisire autonomia dai potentati economici e
politici. Questo percorso, per esperienza, non è senza conflitti anche
nei comuni aderenti alla rete (come Ivrea, Empoli) dove i problemi di
comunicazione ad esempio fra social forum locali e Comune sono
rilevanti; ma se le diverse componenti della Rete non accettano il
conflitto inevitabilmente generato dalla salvaguardia delle rispettive
autonomie e ruoli, come conflitto immanente al processo costituente,
difficilmente si andrà avanti: avremo o processi partecipativi
addomesticati, o rotture che porteranno la situazione quo ante alla
costituzione della rete.

La prima discussione propositiva da aprire è dunque come promuovere,
accompagnare (Municipi, Università e associazioni insieme) questo
processo costituente nelle situazioni territoriali dove ciò è possibile.
In altre abbiamo parlato di Contromunicipi… Ci saranno poi situazioni
intermedie, dinamiche dove l'azione di consiglieri, associazioni e
movimenti, dovrebbe spingere i rispettivi municipi a prendere iniziative
e attivare processi.
L'attivazione del processo comunicativo delle esperienze e dei
laboratori (o costituenti o cantieri) municipali sono i primi compiti
della Rete.
Ci sono poi altri piani di azione di cui discutere il programma:
ad esempio:
-l'esemplificazione di azioni di disobbedienza e di alleanze
orizzontali; non è vero che i municipi devono restare necessariamente
appendici e terminali dello stato centrale, come dimostrano gli esempi
di disobbedienza sul condono (ad esempio Regione e Comuni toscani,
Regione Emilia, Campania, con ricorsi al tar, corte costituzionale;
ordini professionali sull'obiezione di coscienza, ecc. ),
sull'attivazione di pratiche di autogestione sociale dei servizi, sulla
realizzazione "locale" di diritti di accoglienza e di cittadinanza
multiculturale. Ci muoviamo in sostanza nell'orizzonte dell'autogoverno
e della costruzione di relazioni e reti non gerarchiche di municipi. La
ribellione in corso di Scanzano, e la sua capacità di propagare reti
orizzontali di solidarietà è un esempio straordinario di disubbidienza
attiva.
-la partecipazione a "campagne" come quella sull'acqua, contro la
privatizzazione dei servizi, contro gli OGM, ecc., assumendo compiti
originali e propri della Rete con la possibilità di costruire "alleanze
locali" fra Municipi e attori sociali locali per praticare gli obiettivi
delle campagne con sperimentazioni;
-la costruzione di reti europee sui temi del Nuovo Municipio, la cui
possibilità il Forum di Parigi ha accelerato.

Spero proprio che la Rete, superando lo sbandamento della sua assemblea
costituente, riesca a proporre un prossimo incontro assembleare
"riparatore" dove discutere a fondo dei propri progetti e delle proprie
speranze di nuovi mondi in costruzione e di nuovi diritti multiversali.

Note: Segreteria della Rete Nuovo Municipio
Via F.lli Rosselli 40
50053 EMPOLI FI
(Orario ufficio: dal lunedì al venerdì dalle 09:00 alle 13:00)
tel. 0571/534357, fax. 0571/534196
r.bazzuoli@empolese-valdelsa.it
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