Primi successi in alcune amministrazioni pubbliche al risparmio dei consumi elettrici
Fino al 2002 compreso si registra in Italia un aumento continuo dei consumi energetici per l'illuminazione pubblica. E’ una delle voci minori dell’impiego dell’energia nel paese, ma è molto emblematica, quasi simbolica.
Negli ultimissimi anni si incrociano due tendenze: da una parte salgono le richieste e le promesse di illuminare di più, dall’altra parte le aziende incaricate cominciano a usare lampade più efficienti (ai vapori di sodio) che potrebbero ridurre i consumi complessivi di energia.
Stiamo cercando i dati – ancora parziali - di cosa è successo nel 2003. Emergono casi interessanti.
A Venezia, (intesa come centro storico, non come Mestre) si cominciano a raccogliere i benefici dei “variatori” o modulatori di voltaggio, che diminuiscono la forza della luce durante la notte. E c’è stato un calo dei consumi, pur senza ridurre i punti luce.
A Torino, dove l’illuminazione soprattutto in centro è aumentata, nel 2002 rispetto al 2003 si è registrato un primo anche se lievissimo calo dei Megawatt ora impiegati.
A Milano invece c’è stato un ulteriore aumento di circa l’1,2%, ma l’Aem dice che l’aumento della luminosità è stato più che proporzionale.
A Roma l’Acea ha inaugurato un programma che prevede l’ammodernamento della rete, con la sostituzione delle lampade vecchie con quelle più efficienti, e la realizzazione di nuovi punti luce. Altalenante il consumo di GWh, con un calo dal 2001 al 2002 (dai 150 GWh a 147,2) e poi un aumento nel 2003 (156 GWh).
Con le lampade più efficienti i consumi potrebbero diminuire, se si andasse in controtendenza rispetto alle richieste di avere più luce o almeno se si generalizzasse – con i voltatori o con altri sistemi- l’idea di poter ridurre la luce dopo l’una di notte.
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