Responsabilita' sociale d'impresa ed etica degli affari, dibattito in corso dal 1930

Dossier 1, come nasce la teoria degli stakeholders e come si arriva ai codici etici

Schema estratto dall'analisi realizzata da Emilio d'Orazio, espresse nella rivista Politeia
24 aprile 2004
Fonte: Politeia - Rivista di etica e scelte pubbliche
Estratto da Articoli di Emilio d'Orazio
http://www.politeia-centrostudi.org/

Le corporation si sono modificate in modo essenziale
Cambia la natura della corporation - la proprietà (azionisti) si trova ad essere separata da chi controlla l'impresa (manager): nasce il problema di agenzia dei manager. Come lavora il manager, nell’interesse di chi?

Cambia la percezione dell'impresa da parte della comunità in cui opera - prima si pensava che l’economia fosse motore di sviluppo, e che producesse benessere a tutti. Ora nella società è aumentata la consapevolezza dei costi che l'impresa esternalizza, relativi ad es. all'ambiente e ai diritti dei lavoratori.
Anche se lo scopo dell’impresa rimane inalterato, quello di creare ricchezza, nasce la necessità di una nuova legittimazione.



1930 - Dibattito 1 verso RSI: come impedire che il manager agisca nel suo proprio interesse?
Dal momento che i proprietari (azionisti) sono diventati "passivi", quali doveri assume il manager, "agente" stipendiato, verso gli azionisti e verso la comunità dove l'impresa opera?

BERLE&MEANS: con il problema dell’agenzia si generano 3 possibili alternative
1-I manager possono essere incentivati o controllati, ma tendono a colludere con i sistemi di controllo e ad agire nel loro interesse
2-I manager possono essere obbligati per legge a massimizzare il profitto dei proprietari
3-I manager possono rispondere non solo agli azionisti ma a tutta la comunità



1970 - Dibattito 2 verso RSI: Reattività dell'impresa - Responsiveness
L'impresa lavora bene quando riesce a risponde con tempestività alla pressioni della società. Approccio neutro, non agisce necessariamente con una normativa etica.

WOOD tenta di unificare responsività e RSI con un modello di performance i cui principi siano ispirati alla RSI, che misura la responsività di un'azienda, tramite i risultati verificabili



1980 Dibattito 3 verso RSI: Etica degli affari - regole liberiste del mercato
Gli studi della disciplina 2Etica degli affari2 nascono per strutturare meglio le risposte ad alcune domande: perchè il manager deve essere responsabile? come? verso chi? come valutarlo?
Non si può definire tutto per legge: sarebbero briglie bloccanti per l’impresa, il quadro dei valori civili ne uscirebbe indebolito perche' obbligatorio anziché rafforzato.
La business ethics fornisce l’infrastruttura di regole necessarie per il mercato, per l'avvio e la permanenza di una convivenza cooperativa e non distruttiva. Il mercato tenderebbe a degenerare per via di: risorse limitate (non ce n’è per tutti), scarsa informazione (ognuno vede solo il suo naso), scarsa empatia (il mio interesse verso l’altro è modesto).
Per rimanere nel mercato (replica al birraio di Smith) e ripetere gli scambi, non basta l’interesse personale, ci vogliono delle regole condivise che consentano la creazione di fiducia, affinchè il birraio vada al mercato, trovi qualcuno che gli dia fiducia, ed il gioco si possa ripetere a lungo termine anche nei giorni successivi.

regole condivise -> aspettativa reciproca -> reputazione -> fiducia

Il paziente si affida a classi professionali (medici, psichiatri,...), nonostante vi sia un'asimmetria informativa, perchè esiste un gruppo di regole condivise ed una fiducia verso il professionista che si suppone sia monitorata e fatta rispettare dalla confederazione di appartenenza.
Analogamente dovrà avvenire per il cliente che si relaziona con l'impresa.



Friedman - Teoria degli stockholders (azionisti, proprietari)
La teoria di una responsabilità sociale d'impresa è sovversiva; il manager ha come unico dovere quello di rispondere al proprietario, non può tassare i proprietari arbitrariamente. Deve attenersi solo ai vincoli definiti dalla legge.
L'approccio verso gli stakeholders è consentito solo se strategico, rimanendo entro i limiti morali posti dalla società.
Il manager ha solo il dovere di intercettare le pressioni degli stakeholders prima che diventino problemi.


1984 - FREEMAN: Teoria degli Stakeholders (finanziatori, sindacati, società civile organizzata, ecc)
E' necessario ridefinire il ruolo del manager, dentro una precisa teoria etica, affinchè non nasconda il proprio interesse, dietro l'etichetta di RSI.
E' necessario ridefinire il ruolo dell'impresa: la "proprietà di impresa" diventa irrilevante ai fini della gestione, sostituita dalla relazione di componenti e gruppi (stakeholders) necessari alla vita dell’impresa.

La teoria definisce quindi un nuovo modello di corporation (descrittiva), un modello concreto di gestione (strumentale), ed il nuovo scopo dell’impresa (normativa).

Approccio multifiduciario: EVAN-FREEMAN (capitalismo Kantiano) - dato che le persone sono fini e non mezzi, i manager hanno rapporti fiduciari verso tutti stakeholders. I diritti di proprietà degli azionisti non possono autorizzare l’uso delle persone come mezzi, violando gli obblighi morali attesi dalla comunità nei riguardi dell'impresa.
Questo si traduce in due passaggi:
a- tutti i gruppi rappresentanti degli stakeholders devono in qualche modo portare le loro decisioni nel consiglio di amministrazione (ridefinisce lo scopo/legittimità dell’impresa)
b- al momento della decisione, il manager ha un dovere fiduciario verso tutti, non solo verso i proprietari (ridefinisce lo scopo del manager)
Gli azionisti diventano una componente "necessaria", paritetica a tutti gli altri stakeholders.
Il manager diventa il nuovo bilanciatore di tutti gli interessi in campo, per far vivere floridamente a lungo termine l’impresa

Approccio new stakeholder synthesis: GOODPASTER - non è possibile che il manager sia multifiduciario. Il manager è pagato dagli azionisti pertanto ha per forza di cose un rapporto diverso.
Paradosso Stakeholder: sta diventando fondamentale orientare le decisioni degli impresa al soddisfacimento degli interessi degli stakeholder, ma è allo stesso tempo illegittimo, nei confronti degli azionisti, unici portatori di un rapporto fiduciario.
Il paradosso potrebbe così risolversi: le decisioni del manager vengono orientate sugli stakeholder per obblighi di natura morale e non fiduciaria.
Paradosso pratico: nella pratica, rimane che il manager ha un obbligo speciale verso l'azionista, pur essendo inserito in una comunità che non può ignorare.


1980: Teoria contratto sociale - Il codice etico è un contratto sociale
Per legittimare gli Stati, si inventò un ipotetico contratto sociale tra gli uomini.
DONALDSON: per legittimare le imprese, si ipotizza un contratto sociale tra le organizzazioni economiche e la società.
FREEMAN/EVAN: dottrina dei Contratti Equi. Tutti gli stakeholder entrano nel gioco se condividono le regole, altrimenti non vi entreranno.
Ad esempio, il consumatore scegliera'di acquistare da quell'azienda se ha potuto creare le regole del gioco (le scelte imprenditoriali, di produzione, di esternalizzazione costi, ecc) o condividerle.
Il concetto di liberismo sta nel fatto che tutti sono nelle condizioni di poter scegliere le regole del gioco, e tutti hanno il proprio interesse da soddisfare.
Nuovo Ruolo-dovere dell'Impresa/Manager: coordinatore tra i vari interessi in campo.

Articoli correlati

PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.21 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)