Zone a traffico limitato

Non ammazzate le ZTL con le auto elettriche!

Il governo vuole permettere la circolazione di auto elettriche in zone pedonali e ZTL. Qual è la logica? Perché non puntiamo a ridurre il tasso di auto procapite invece che far circolare ovunque le auto elettriche?
9 gennaio 2019
Linda Maggiori

auto in piazza negli anni 60

Il parco degli autoveicoli in Italia dagli anni ’60 ad oggi è cresciuto di oltre 16 volte. Il tasso di motorizzazione di conseguenza è passato da 50 autoveicoli per 1000 abitanti nel 1961, a 500 nel 1991, a 610 nel 2012, a 637 nel 2017, uno dei tassi più alti in Europa: più di 70,8 vetture ogni 100 abitanti a Roma per esempio, a fronte di una media europea che non arriva a 40 (Berlino 35, Madrid 32).

Le sfide che si pongono al nostro Paese sono chiare: dobbiamo limitare il numero delle auto procapite, difendere le città dall'assedio delle auto, aumentare spazi pedonali e a traffico limitato, liberare le strade dalle auto e restituirle a pedoni, bici, mezzi pubblici (con sensi unici, piste ciclabili, corsie preferenziali per bus e tram), così come stanno facendo in tutta Europa (Oslo, Friburgo, Barcellona, Copenaghen, Londra...).

Ma il governo "del cambiamento" tentenna, sull’onda del populismo, e sulla solita domanda “cosa mi porterà più voti? Favorire l’auto, oppure limitarla?”

Purtroppo la scelta sembra essere ancora la prima, in una logica tutta autocentrica. La legge di Bilancio 2019, emanata dal governo Lega-5 Stelle, punta ad incentivare l’auto elettrica a tal punto da permettergli di scorrazzare fin dentro le zone pedonali e ZTL (legge Stabilità, art. 1 comma 103). Una norma pazzesca, contro la quale tantissimi comuni e associazioni (dalla Fiab a Legambiente alle Famiglie senz'auto) stanno protestando, la stessa ANCI chiede un incontro al ministro dei trasporti Toninelli: con questa norma i sindaci sarebbero obbligati a permettere l'accesso alle auto elettriche nei centri storici, davanti alle scuole, nei luoghi più sensibili, e pedonali. Anche se inquinano di meno l’aria, (ricordiamoci però che le polveri sottili sono provocate e sollevate anche dall’attrito delle ruote sull’asfalto, non solo dal motore), l’auto elettrica uccide tanto quanto un’auto a benzina o diesel (e forse più, in quanto è più silenziosa). L’auto elettrica occupa lo stesso spazio di un’auto a benzina, mortificando la qualità dello spazio urbano. Il governo sembra che si sia accorto della mostruosità e sia corso ai ripari. Vittoria? neanche per sogno! L'emendamento proposto sopprime solo la parola "o ibride" del comma. Nessuna limitazione alle auto elettriche.

Ma quando capiremo che le auto elettriche non ci salveranno, a meno che non si riduca il parco auto esistente?

suv elettrici nelle ztl? no grazie!

Secondo Legambiente, per rispettare gli accordi di Parigi e rimanere entro gli 1,5 gradi centigradi, dobbiamo puntare ad avere nel 2030 meno della metà delle auto attuali. In Italia vorrebbe dire che dalle 38 milioni di auto a combustibili fossili attuali, dobbiamo arrivare a 18 milioni di auto elettriche condivise (car sharing). In un futuro (non troppo lontano) dovranno quindi circolare solo auto elettriche condivise, trasporto pubblico (elettrico), piedi, e bici.  Per questo fin da ora occorre disincentivare il possesso dell’auto, aumentando il costo del bollo, del parcheggio parassitario,  e limitare l’accesso alle città.

Anche Alberto Bellini scrive nel suo libro (Ambiente, clima, salute): "è chiaro che l’uso di autoveicoli privati deve subire un drastico ripensamento: immaginare di convertire l’attuale parco mezzi in veicoli a emissioni zero non rappresenta una soluzione…la mobilità privata (anche a emissioni zero) rappresenta un grande spreco di risorse; si utilizzano grandi quantità di materia e energia per una funzione limitata nel tempo e largamente sovradimensionata rispetto alle necessità, poiché spesso i mezzi sono utilizzati per poche ore al giorno e per una sola persona”. Le auto elettriche sono un progresso solo se sono alimentate con energia rinnovabile e solo se vengono condivise tra più famiglie e solo se ne riduciamo il numero.

Altrimenti si rischia il paradosso: per alimentare un numero sempre crescente di auto elettriche si aprono nuove centrali a carbone (come a Rotterdam) spostando solo la fonte dell’inquinamento. Ogni auto, che sia elettrica o a benzina, che sia ferma o in moto, consuma suolo, materie prime e energia. Il suo “zaino ecologico” è pesantissimo: per costruire un’auto di una tonnellata (che sia elettrica o ibrida o a benzina) occorrono grosso modo 25 tonnellate di materiali, 200 tonnellate di acqua e 1,5 tonnellate di petrolio sotto forma di materie plastiche; e tutto questo, alla fine, si trasforma in 4 tonnellate di CO2.

Le distanze che possono percorrere le auto elettriche, inoltre, sono ancora brevi (distanze percorribili anche in bici o trasporto pubblico locale). I produttori di auto elettriche ne elencano infatti i vantaggi proprio in città, dove possono scorrazzare in pace, senza badare a ZTL e limitazioni varie. Il problema è grave, si rischia di ritornare indietro di 50 anni, quando le auto occupavano piazze e centri storici senza limiti. Le auto elettriche ostacolano l'affermarsi della vera mobilità sostenibile in città, che deve basarsi sui piedi, sulle bici e mezzi pubblici.

Come dice Giulietta Pagliaccio, presidente Fiab: “basta parlare d'inquinamento dell'aria, il tema è la riconquista dello spazio pubblico.”

Note: https://famigliesenzauto.blogspot.com/2019/01/aderiamo-anche-noi-come-famiglie.html
Green Mobility, Come cambiare la città e la vita, a cura di Andrea Poggio ed Ambiente
Ambiente clima e salute, 2016, di Alberto Bellini, Bononia Un.Press

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