Sull'obiettivo 12 dell'Agenda ONU 2030 per la sostenibilità

Consumo responsabile

La società è il risultato di regole e di comportamenti e se tutti ci comportassimo in maniera consapevole, responsabile, equa, solidale, sobria, non solo daremmo un altro volto al nostro mondo, ma obbligheremmo il sistema a cambiare anche le sue regole
Francesco Gesualdi

Consumo responsabile

Scegliendo cosa leggere, come, cosa e quanto consumare, da chi comprare, come viaggiare, a chi affidare i nostri risparmi, rafforziamo un modello economico sostenibile o di saccheggio, diamo forza a imprese responsabili o vampiresche, contribuiamo a costruire la democrazia o a demolirla, sosteniamo un’economia solidale e dei diritti o un’economia animalesca di sopraffazione reciproca. In effetti, la società è il risultato di regole e di comportamenti e se tutti ci comportassimo in maniera consapevole, responsabile, equa, solidale, sobria, non solo daremmo un altro volto al nostro mondo, ma obbligheremmo il sistema a cambiare anche le sue regole perché nessun potere sbagliato riesce a sopravvivere di fronte a una massa pensante di persone che fanno trionfare la coerenza sopra la codardia, il quieto vivere, le piccole avidità del momento.

Fra le ragioni che hanno spinto le Nazioni Unite ad aggiungere il consumo e la produzione responsabile fra gli obiettivi all’Agenda 2030 ci sono tre notizie che si accompagnano a tre numeri. La prima: ogni anno si gettano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo. La seconda: la produzione di cibo contribuisce al 22% dei gas serra corresponsabili dei cambiamenti climatici. La terza: 2 miliardi di persone sono obese o sovrappeso. Tre indicatori che ci parlano della nostra follia, perché solo i folli mettono a soqquadro il pianeta per produrre ciò che poi gettano in discarica o consumano contro ogni regola di buon senso.

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