"Worst 2005", le 10 peggiori corporations dell'anno

Gli Oscar di Multinational Monitor: dalla Coca Cola alla Dow Chemical, le multinazionali che più di tutte hanno danneggiato diritti, democrazia, ambiente e comunità umane e animali
28 gennaio 2005
Guy Fawkes
Fonte: Liberazione (http://www.liberazione.it)

Londranostro servizioE' tempo di Oscar, un po' per tutti. La rivista americana Multinational Monitor li ha conferiti alle dieci peggiori multinazionali del 2004. E' dal 1987 che il mensile stila la classifica delle corporations che più di altre si sono distinte per aver danneggiato, tra le altre cose, la democrazia, i lavoratori, i consumatori, le comunità e l'ambiente. La rivista, fondata a Washington nel 1980, deve i suoi natali, tra gli altri, a Ralph Nader, l'avvocato per i diritti dei consumatori e outsider che alle presidenziali del 2000 raccolse quasi il 3% dei consensi. E i risultati, anche quest'anno, sono una sfilata di grandi firme della finanza mondiale, nomi più o meno noti di colossi multinazionali che in nome dei guadagni - riservati ai pochi dirigenti e agli eminenti membri delle boards - si sono distinte nel calpestare la civiltà e la natura.

Assenze importanti
Una premessa però. Le regole del "Worst prize" impongono ai giudici della rivista di non assegnare il "premio" due volte alla stessa multinazionale. Ecco spiegata l'assenza di nomi di primo piano, corporation "famigerate" come la multinazionale tedesca Bayern, che nel 2003 primeggiava tra i Worst 10 per una lunga serie di motivi, tra i quali la sottrazione a Medicaid (il programma assicurativo federale Usa che copre le spese sanitarie per le persone a basso reddito) di centinaia di milioni di dollari e la vendita continuata del farmaco anticolesterolo Baycol (commercializzato in Italia con il nome Lipobay) nonostante la sua pericolosità fosse nota da tempo. Tra i misfatti commessi dalla multinazionale farmaceutica di Monaco lo scorso anno si evidenziano: il patteggiamento e il pagamento di una multa di 66 milioni di dollari alle autorità americane per l'accusa di aver fatto cartello sul prezzo della gomma; la notifica di risarcimento recapitata dalle famiglie di due dozzine di bambini peruviani avvelenati e uccisi nel 1999 da un pesticida prodotto dalla Bayern; le forti pressioni per ottenere l'importazione di riso Ogm nell'Unione Europea; l'inquinamento idrico prodotto in una città Sudafricana con il cromo esavalente (sostanza cancerogena) e la scoperta che l'analgesico naproxen, commercializzato dalla Bayern con il nome Aleve causa disturbi cardiaci. Per non parlare poi della Boeing o della Halliburton, l'ex compagnia del vice presidente americano Dick Cheney. Le nomination del 2003 includevano anche, in ordine alfabetico: Brighthouse, Clear Channel, Diebold, HealthSouth, Inamed, Merrill Lynch e Safeway. «La regola del mai due volte diventa sempre piú difficile da applicare», spiegano Russell Mokhiber e Robert Weissman nel loro articolo, «i colpevoli sono sempre gli stessi». Ma i giudici di Monitor non hanno comunque avuto difficoltà a nominare altri candidati. Li troviamo qui di seguito. E, sempre per non fare torto a nessuno Mokhiber e Weissman li elencano rigorosamente in ordine alfabetico.

Abbott Laboratories
Nel 2003 la ditta farmaceutica statunitense ha aumentato del 400% il prezzo del Norvir (nome generico Ritanovir), un farmaco utilizzato per la terapia antiretrovirale. La ricerca ha dimostrato che il Norvir, quando è assunto insieme ad altri inibitori della proteasi, può ridurre la carica virale plasmatica fino ai livelli più bassi e aumentare la vita delle cellule Cd4+. Per un paziente affetto da Hiv/Aids ciò significa restare sani più a lungo. Solo se il Novir viene assunto con il farmaco Kaletra (un altro inibitore della proteasi prodotto da Abbott) l'aumento del 400% non viene applicato. Un giochetto strumentale sulla pelle dei malati, dal momento in cui è evidente che l'aumento del Norvir serve all'azienda come misura protezionistica per il Kaletra. Oggi il Norvir è essenziale alle cure dei pazienti nei cui casi il virus è diventato resistente ad altri medicinali.

Lynda Dee, la co-presidentessa di Aids Treatment Activists Coalition's Drug Development Committee, non ha esitato a definire la quadruplicazione del prezzo del medicinale «terrorismo farmaceutico perpetrato contro quei pazienti che hanno piú bisogno di nuove terapie». I Laboratori Abbotts sostengono che l'incremento è giustificato dalla «necessità di reperire fondi per la ricerca e lo sviluppo di nuove sostanze terapeutiche» e che «in nessun modo esso precluderà l'acquisto del farmaco per i pazienti». Ma agli occhi dei cittadini americani l'aumento appare ancora piú indigesto se si pensa che Novir fu inventato grazie alla pioggia di fondi del governo federale Usa.

American International Group Inc. (Aig)
A novembre Eliot Spitzer, ll temibile procuratore generale di New York, apriva un fronte d'indagine sulle assicurazioni. Finiva sotto accusa per frode e violazione delle leggi antitrust la società di brokeraggio Marsh & McLennan, leader mondiale del settore. Secondo l'accusa, Marsh & McLennan indirizzava i suoi clienti verso quelle compagnie assicurative con cui aveva accordi per pagamenti speciali, ben al di là delle normali spese di commissione, anche contro l'interesse dei clienti. La frode prevedeva anche la presentazione di offerte artificiosamente alte da parte di un'assicurazione, per far sembrare le altre particolarmente convenienti.

Spitzer indicava quattro compagnie assicurative che partecipavano a queste attività illecite d'intesa con Marsh & McLennan: Ace, The Hartford e Munich American Risk Partners e, appunto, la American International Group Inc. (Aig). Vittime dell'accordo fraudolento tra Marsh & McLennan e le compagnie assicurative sono, per la maggior parte, grandi imprese, ma anche aziende medie e piccole, governi municipali, distretti scolastici e singole persone.

Successivamente i legali della Aig patteggiavano con Spitzer un accordo extragiudiziale che prevede l'ammissione di colpevolezza, la cooperazione con le autoritá giudiziarie, una multa salata e la promessa di non reiterare il reato in cambio del non rinvio a giudizio.

Coca Cola Company
«Ad oggi si registrano 179 violazioni di diritti umani fondamentali sui lavoratori della Coca-Cola, compresi 9 omicidi. I familiari dei sindacalisti vengono rapiti e torturati. Chi appartiene al sindacato viene licenziato se va in assemblea. La compagnia ha fatto pressioni per desindacalizzare i lavoratori e precarizzarli e ha licenziato chi si è opposto. (...) Ma è soprattutto inquietante costatare sempre di piú che le violenze inflitte dai paramilitari ai lavoratori sono eseguite con il consenso e sotto l'egida dei manager dell'azienda stessa». Questo è un passaggio contenuto in un rapporto dell'aprile 2004 stilato dalla delegazione capeggiata da Hiram Monserrate, consigliere comunale di New York. Un'accuse che basta e avanza questo, se non ci fosse molto di più (vedi l'utilizzo eccessivo dell'acqua per produrre la bibita nella regione indiana dell'Asha Ashram) per inserire la Coca-Cola tra i 10 peggior malfattori globali del 2004.

Dow Chemical
Era la mezzanotte del 2 dicembre 1984 quando 27 tonnellate di gas letali fuoriuscirono dalla fabbrica chimica della Union Carbide a Bhopal, India. La mattina seguente l'aria avvelenata aveva ucciso circa 8mila persone. I feriti, di cui moltissimi in modo gravissimo, almeno 500mila. Oggi sono circa 150mila le persone che soffrono di malattie causate dal fall-out chimico. Da vent'anni i responsabili sono ancora impuniti, mentre le vittime non hanno avuto neanche uno straccio di giustizia. L'ammontare del risarcimento che la Union Carbide pagò ai sopravvissuti non è stato sufficiente nemmeno a coprire il costo delle medicine di base, senza considerare i costi connessi con le invalidità e l'impossibilità di tornare a lavorare. I funzionari della Dow Chemical, i nuovi proprietari della Union Carbide, dichiararono e continuano a dichiarae di non aver nulla a che fare con il disastro tuttora in corso.

La Dow può, però, essere presto messa di fronte a un mandato di comparizione emanato dalla corte di Bhopal affinché questa rappresenti la sua consociata Union Carbide per l'accusa di «condotta criminale» o per «ostruzione alla giustizia».

GlaxoSmithKline
E' ancora l'ombra di Spitzer, l'indomito procuratore di New York, a guastare i sonni dei potenti. Nel giugno scorso la multinazionale farmaceutica viene citata in giudizio per «frode ripetuta e persistente». Al cuore del procedimento ci sono infatti le accuse secondo cui la Glaxo avrebbe deliberatamente tentato di insabbiare i risultati di alcuni studi scientifici, in base ai quali il medicinale Paxil (un antidepressivo somministrato ai bambini dal nome generico Paroxetine) non solo era inefficace, ma poteva spingere al suicidio. La Glaxo ha negato ogni responsabilità sostenendo di aver inoltrato le informazioni alle autotità competenti tempestivamente e subito dopo aver appreso il risultato dei test clinici sul prodotto.

Hardee's
«In origine c'erano gli hamburger. Poi vennero i thickburger (gli hamburger più spessi). Adesso Hardee's introduce la madre di tutti gli hamburger: il Monster Thickburger». La nota stampa del 1 novembre 2004. E il «Monster Thickburger» è veramente mostruoso (basta guardare la sua foto al sito www. monsterthickburger. com per farsene un'idea). L'inquietante hamburger è in grado di somministrare, da solo, 1420 calorie (con una porzione di patatine si superano facilmente le 2000 calorie). Hardee's non si preoccupa di sostenere chissà quali qualità nutritive contenga il suo nuovo prodotto. Al contrario, la campagna pubblicitaria per il gigantesco hamburger indirizzata ai consumatori è esplicita «Devi aver paura. Devi avere molta paura». In un editoriale del New York Times si leggeva «E' un passo indietro per la salute pubblica, ma è un trionfo per la verità pubblicitaria».

E per i curatori del Worst.

Merck
Il 30 settembre 2004, la compagnia farmaceutica internazionale Merck, produttrice di farmaci su prescrizione, annunciava il ritiro dal mercato del farmaco antidolorifico e antiartrite Rofecoxib, venduto nella maggior parte dei paesi con il marchio Vioxx, a causa dei risultati di uno studio sull'aumento dei rischi di infarto e ictus. I pazienti che hanno subito lesioni a causa di Vioxx hanno intentato una causa contro Merck per non aver ritirato il farmaco dal mercato non appena si era venuti a conoscenza dei pericolosi effetti collaterali del prodotto. La casa farmaceutica sostiene di aver esibito tutte le informazioni sui rischi relativi all'assunzione del farmaco non appena ne è entrata in possesso. Bugia, perché ci sono prove (pubblicate sul Wall Strett Journal) che indicano come Mercks fosse a conoscenza della pericolosità del medicinale già dal 2000. Premiati.

McWane
E' grazie ad un'inchiesta del prestigioso quotidiano americano New York Times se i (pessimi) dati relativi alla sicurezza dei lavoratori della società costruttrice di impianti di fognatura e tubi McWane, con sede nell'Alabama, sono balzati tragicamente all'attenzione pubblica. Le cifre si commentano da sole: 9 impiegati morti sul lavoro dal 1995 al 2004. Più di 4600 infortuni denunciati a fronte di 5000 impiegati. Almeno tre incidenti fatali sono attribuibili alla palese violazione dell'azienda degli standard di sicurezza sul lavoro. In 5 dei restanti 6 casi, l'inadempienza aziendale in materia di sicurezza ha contribuito alla morte dei lavoratori. L'azienda, sempre secondo il Times è anche responsabile di 450 violazioni per la legge sulla protezione ambientale.

Riggs Bank
Fare il dittatore non è facile come potrebbe sembrare. Ti occorrono delle armi. Ti serve un esercito fedele. Soprattutto è necessario un conto bancario dove tenere al sicuro i soldi. Troppo dura? Macché. La Riggs Bank di Washington è pronta a correre in tuo aiuto. Un rapporto esplosivo di una commissione d'inchiesta del Senato Usa ha rivelato infatti l'esistenza, presso la banca, di conti segreti intestati all'ex dittatore cileno Augusto Pinochet, con depositi dai 4 agli 8 milioni di dollari. Si à anche appurato che la banca statunitense tentò in tutti i modi, leciti e illeciti, di nascondere i depositi alla giustizia spagnola, quando l'ex generale si trovava agli arresti in Gran Bretagna e tutti i suoi conti bancari avrebbero dovuto essere congelati. Sempre secondo la commissione, la prestigiosa banca ospiterebbe 60 conti appartenenti alla Guinea Equatoriale, molti dei quali di proprietà del dittatore Teodoro Obiang, dei suoi familiari e del suo entourage, i quali avrebbero fatto incetta delle centinaia di milioni di dollari pagati dal 1995 ad oggi al governo della Guinea Equatoriale per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi. Il totale dei depositi ammonterebbe a circa 700 milioni di dollari. La Riggs, fondata 165 anni fa, non ha negato le proprie responsabilità mentre la sua inchiesta interna ancora non si è conclusa.

Wal-Mart
Il gigante commerciale Usa versa in un cattivo stato di salute. Una pioggia di azioni legali si è abbattuta sull'azienda. Sono oltre trenta i procedimenti giudiziari iniziati da numerosi dipendenti contro la società per il mancato pagamento degli straordinari. Lo scorso giugno la Corte Federale di San Francisco ha dato il via libera alla trasformazione in Class action dell'azione legale per discriminazione sul lavoro avanzata da sei donne, ex o attuali lavoratrici del gruppo. Ciò significa che la Corte ha ritenuto legittima la possibilità per chiunque di partecipare a una causa collettiva nei confronti dell'azienda se sia stato alle dipendenze di Wal Mart a partire dal dicembre 1998. Sarebbero coinvolte oltre un milione e mezzo di donne. La rivista Fortune ha nominato per due anni di seguito Wal-Mart la compagnia più ammirata d'America. Un rapporto pubblicato dal deputato democratico George Miller nel febbraio 2004 spiega come la compagnia sottopaga e imbroglia i propri dipendenti: si oppone alla sindacalizzazione dei lavoratori, paga in media 8,23 dollari all'ora (la media è di 10 dollari l'ora) e offre coperture mediche inadeguate.

Articoli correlati

PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)