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Esce nelle librerie "Elogio della pirateria"

Il nuovo libro di Carlo Gubitosa affronta il delicato tema del copyright e dei brevetti. Dieci storie di novelli Robin Hood contro il potere delle multinazionali
Daniele Marescotti30 settembre 2005
Fonte: Redattore Sociale

“Elogio della pirateria” è un libro di 130 pagine scritto da Carlo Gubitosa che, in dieci storie di “ribellioni creative”, ci racconta di hacker, “open source”, copyright e azioni considerate “sovversive”. Tali azioni hanno però anche un fine: il salvataggio di una cultura sempre più mercificata. Carlo Gubitosa, ingegnere delle telecomunicazioni e giornalista freelance, è attualmente segretario di PeaceLink.

Dire che il libro tratta solo di pirati informatici sarebbe limitativo. Gli argomenti trattati infatti sono dei più disparati: vanno dalle antenne per le tv di quartiere al peer-to-peer che permette la condivisione dei file, dalla guerra ai brevetti iniqui al biotech, dalla pittura spray ai “francobolli sovversivi”. Il tutto si conclude con un “manifesto di ribellione creativa” che comprende dieci tesi volte a riassumere un po’ l’essenza del libro stesso nonché il messaggio culturale che si vuole trasmettere al lettore.

A dispetto del titolo, “Elogio della pirateria” non è un libro che elogia la criminalità ma che propone alcune problematiche di carattere non solo culturale ma anche sociale. “I pirati dei farmaci – spiega nel libro Carlo Gubitosa - lottano contro due nemici terribili: un nemico interno, il virus dell’Aids, capace di mutare un miliardo di volte nell’arco delle 24 ore all’interno del corpo umano, e un nemico esterno, le multinazionali del farmaco, capaci di mutare aspetto nascondendo dietro la nobile maschera della ricerca scientifica l’avidità più pura, quella capace di camminare sui cadaveri di altre persone per aumentare gli zeri di un conto in banca”.

Non si tratterebbe quindi di pirati in senso negativo, individui che pensano al loro utile a danno della società, bensì di ribelli che combattono contro le multinazionali per ridistribuire equamente risorse intellettuali, al fine di un miglioramento non tanto del singolo quanto dell’intera collettività. I personaggi reali di cui si parla nel libro sono presentati come dei Robin Hood che tolgono alle ricche multinazionali per dare ai poveri che la globalizzazione non la vivono ma la subiscono.

Il libro è pubblicato da Altreconomia e l’autore ha rinunciato al copyright commerciale, essendo rilasciato con licenza Creative Commons.

Note: Per gentile concessione dell'agenzia stampa Redattore Sociale
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