"Crolli" di Marco Belpoliti - Giulio Einaudi editore
Molti hanno parlato, dopo il "crollo" delle Torri, di "apocalisse" nel senso di fine del mondo; sicuramente e' stata la fine di "un mondo", quello dominato dalla super potenza americana; l'unica potenza rimasta dopo il "crollo" del Muro di Berlino...
Ma, la nostra - secondo Marco Belpoliti - non e' un'apocalisse quotidiana, piuttosto e' un'epoca di banalita' ininterrotta, dove il terrore esplode inconcepibile, dove viviamo un "tempo penultimo", una fine che non finisce di finire...
Tutto, e' crollato, durante la Seconda Guerra Mondiale, in Germania; gli ebrei, per primi e poi il nazismo e i palazzi e i monumenti in seguito ai bombardamenti; chissa' quanto quei crolli abbiano, direttamente o indirettamente, condizionato la costruzione del "Muro"...
Su quelle Torri, non belle, non aggraziate, poco amate anche dagli americani, si provava - dicono - una strana sensazione, un allontanamento dalla realta' e dalla vita vera; ci si sentiva giu' da lassu'...
Sono crollati in tempi diversi e in modi diversi; il muro sicuramente per aprire uno spazio, le torri lo hanno, forse, chiuso uno spazio...
Sono crollati in tempi diversi e in modi diversi per rimuovere "lo sciopero degli eventi" che aveva caratterizzato gli anni prima di quei crolli...
E, come ogni "cosa" che "crolla", anche il Muro e le Torri hanno lasciato un cumulo di macerie.
Le macerie del primo vengono raccolte e conservate e vendute ai tedeschi stessi e ai turisti; le macerie delle seconde invece vengono faticosamente dissepolte e occultate!
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