Zingarata
Ebbene sì, ieri tempo meraviglioso ma dovevo restare a sorvegliare la biancheria a cottura lenta sotto il sole; oggi sembrava giornata così così ma l'alta pressione prometteva bene, e mi son messo in testa di girellare un po'.
Io le chiamo "zingarate" ma ammetto che il termine è un poco improprio - non ho l'allegra compagnia al seguito stile "Amici Miei" e m'accontento allora di andar solitario dove mi porta il cuore, o meglio, dove porta il mixing aleatorio che si crea tra l'improvvisa intuizione di luoghi ameni - della serie "proviamo per di là", e l'implacabile mia tendenza a sbagliare le strade.
Questa volta c'avevo voglia di monti del Pistoiese: ricordavo le ampie aperture di paesaggio che il passo della Collina mi offriva, e così questa mattina ho preso la macchina e via per l'autostrada.
Firenze Pistoia in un batter d'occhio, poi la statale - a un certo punto, no, per la "Collina" qua non si va, toh, c'è scritto Abetone, via, proviamo a salir quassù. E vai e vai per paeselli che via via s'incontrano nel salire, un passo e poi l'altro (passi montani e non di gambe, dico, ché l'auto c'ha quattro ruote che girano e non sgambetta), i paesaggi che mi riempiono la vista, i filari di alberi all'orizzonte, il lontano pennellato leggero della neve rimasta alla base dei boschi - le chiome dei sempreverdi ben pulite.
E le casette tipiche che fanno quasi tutte assomigliare le località che man mano attraversavo.
A un certo punto, tuffo di magone sempre all'erta, luoghi che riconoscevo e mi riandavano alla mia passata vita... mi dicono è ancora normale il balzo di umore per un uomo ancora fresco di cambio stato civile, ma proprio per questo decido d'un tratto di svoltare. A sinistra questa volta, verso il Lucchese.
No, aspetta, già l'avevo fatta l'altra volta - quell'altro mese quando proprio da lassù m'ero imposto di passar per paeselli anche tra Lucca e Montecatini; e no, adesso tocca al percorso successivo, e riprendo la statale che va verso Pistoia.
Fa sempre piacere viaggiar per la statale. Tu vedi le colline d'intorno col verde quasi dipinto; e le lucine delle case che nella penombra dell'imminente tramonto cominciano ad occhieggiare. E il trenino in lontananza - sì, quello regionale che ti fa tutte le stazioni, Viareggio Firenze in due ore ma tu ti rilassi - che prova col fragile gioco di farti immaginare di esser anche tu parte del bel plastico ferroviario, personaggio delle strade e dei campi dei modelli che da ragazzino avresti sempre voluto possedere.
Serravalle Pistoiese appunto, e quasi fu il miracolo che spazzò via le mie malinconie: quante volte avevo desiderato di entrare anche lassù, e scoprire da vicino la magia di quella rocca, e contrapporre "dall'alto" ciò che dal basso del serpente autostradale ammiravo!
Forse la zingarata di quest'oggi aveva proprio questo scopo. Lanciando il dado senza ricercar la meta, lasciando che le strade del destino portassero le ruote dell'auto così, nella sorpresa del desiderato che si avvera all'improvviso.
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