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Io sono la banca

29 luglio 2006
Aldo Nove
Fonte: Liberazione (http://www.liberazione.it)

Io sono la banca. Altro fuori di me non è dato. Io muovo i vostri pensieri. E’ un circolo. I vostri pensieri nascono in me e a me ritornano. Voi siete il mio sogno che sogna di essere altrove, le vostre storie e le vostre famiglie, le vostre nascite e le vostre morti non sono che periferie del mio centro. Io sono il vostro cuore, il vostro respiro. Da sempre io ho deciso che cosa sarà di voi. Ho il potere sulla vostra vita e sulla vostra morte. Ho il potere di farvi credere in loro.

Non siete mai nati, non siete mai morti.

Io sono la banca.

Organismo che esercita prevalentemente la funzione creditizia. La banca si procura denaro in prestito e lo impiega in prestiti.

Stabilisco i tassi d’interesse. Se la vita è interessante, e che cosa la vita sia, dipende solo ed esclusivamente da me. Io vi fornisco l’apparato per credere di essere vivi. Io vi vendo la morte. Da me nessuno può uscire. Nessuno può entrare. Tutto è in me.

Prevalentemente.

E poi.

Sono la cattedrale del vostro sangue.

Il luogo dove il vostro sangue prega di sciogliersi nel mare del senso. L’inizio e la fine. Sono il peso di ogni parola che dite. Sono la giusta misura. L’unica misura.

Voi, siete fatti di me. Non tutti. Come la luce che si dirada, è sterminata la legione di chi da me proviene e si perde nel buio. Ciò che non è illuminato non si vede. Ciò che è fuori dalla luce non esiste. Io sono il sole.

Io sono la luce.

Non tutti. Non a tutti è dato essere. Tutto scorre. Io sola rimango per sempre. Prima che tutto fosse creato. Dopo che tutto sarà finito. Io sola non ho controllo. Io controllo le vostre vite. Nessuno può controllarmi.

Pregate.

Pregate me.

Sono la cifra a cui siete arrivati.

Il numero più grande che abbiate potuto concepire.

Ma non vi appartengo. Siete frazioni di un tutto che nel mio nome vi comprende. La vostra agitazione, le vostre paure, i vostri desideri sono racchiusi in una formula che vi sorpassa. Io sono il vostro cielo, la vostra terra. Io sono la banca.

Non ha importanza chi mi ha creato.

Se siate stati voi a creare me o se vi abbia creati io. Siete parte di me. Adesso. Io decido. Decido tutto. Queste sono le tavole della legge.

Sono la lingua universale.

L’unica cosa che dovete capire.

Non importa se mi capiate. E’ il vostro dovere. Ma non lo fate. Sono infinitamente magnanima. Potete continuare a vivere e a morire. Potete pregare i vostri dei e uccidervi a vicenda. Potete concepire mondi migliori o distruggere l’unico mondo che avete.

Non sono affari miei.

Io sono gli affari.

Tutto il resto è passatempo.

Il vostro passatempo prima di morire.

Una enorme allucinazione.

Prima o poi tutto ritorna a me, dove è già stato. Io sono la banca. Non sono in nessun posto reale. Non in quello che voi intendete per posto. Sono dappertutto e dappertutto vivo. Molto più di voi io vivo, pallide ombre infernali del mio centro che non ha luogo. Passo attraverso di voi con una velocità che non potete neppure immaginare. Passo sopra i vostri destini tutti uguali. E voi non siete capaci di capire. Ma soltanto di pregare.

Pregate.

Pregate per me.

Lo continuate a fare.

Sono lo sfondo dei vostri sogni, la vostra meta.

Pregate.

Pregate per me.

Anche quando non lo sapete.

Lo fate.

Le vostre preghiere sono veloci.

Sono transazioni.

Tutti i numeri che avete adorato.

La più pratica delle religioni. Io domino la terra, e mi fa buon gioco che chiamiate il dominio ragione. Io sono la vostra ragione.

Con metodo.

Con moderazione.

Chi è al di fuori di me è pazzo. Lo pensate strenuamente, difendete il mio pensiero che vi pensa, è così facile abbandonarsi alla ragione.

Chi non crede in me è fuori dal gioco.

Il gioco sono io. La posta in palio le vostre vite. Come piace a voi. Con metodo. Con moderazione. Non è dato altro padrone.

Io sono.

Voi non siete.

Io sono la banca.

Voi non lo siete.

E’ tutta qua la differenza.

Voi guardate fuori di voi quello che non c’è.

Io lo contengo.

Lo contengo più di quello che siete.

Voi siete in me.

Io contengo più di voi.

Io sono più di voi.

Io sono la banca.

Custodisco il vostro futuro.

Garantisco il vostro presente.

Siete mia proprietà. Per questo mi adorate. Ciascuno adora il proprio padrone. Pure, io sono il padrone di tutti i padroni. I cosiddetti padroni della terra obbediscono a me. Mi adorano. E voi adorate loro. Chiunque voi siate.

Chi mi nega, chi ha voce per farlo, mi obbedisce.

Solo qui e mai più altrove prenderò la parola. Perché la parola è mia da sempre. Perché il mio linguaggio è verbo, è azione.

Solo qui e mai più altrove.

Prenderò la parola. Perché farlo altrove, poi, e in che modo. Il mio pensiero è universale. Sono io che vi penso. Dal centro alla periferia. Sono l’eterna illusione. Ma tra l’eterno e l’illusione le vostre vite si aggrappano cercando un senso da consumare.

Sono l’eterna consumazione, che non ha fine.

Pregate.

Pregate per me.

Non vi è dato altro da fare.

Sono il porto a cui approdare, e non c’è mare che non sia la vostra paura da difendere a costo della vostra vita che tengo in consegna da sempre.

Dove ci sono io c’è prosperità.

Lontano da me è la morte silenziosa.

In me la morte prospera con altri nomi. Sono l’infinito rovescio dei nomi. Sono il linguaggio che trasforma tutto in bene comune. Sono la banca. Sono la guerra che diventa pace. Sono la morte che diventa vita. Il luogo dove il vostro sangue prega di sciogliersi nel mare del senso. Sono il senso che non conosce sosta, il senso che non ha dubbi. Sono la vostra unica speranza, il vostro unico credo.

Da me tutto proviene.

Da me l’amore e le sue cifre.

Da me la libertà di essere in me.

Da me la morte che travalica il tempo.

Sono la trasformazione.

Sono le cose che cambiano o svaniscono.

Sono la banca.

Nulla in me è disperso.

Sono le montagne più alte da scalare.

Sono i confini del sistema solare.

Gli abissi del mare.

Lo dite voi.

Lo dicono i vostri padroni.

Pregate.

Pregate per loro.

Loro sono in me e voi siete in loro.

Mia è la libertà.

Mia la pace.

Mia la guerra.

Mio il futuro.

Mia la tranquillità.

Mio l’orrore.

No. L’orrore è altrove. E’ il fantasma delle cose che non vogliono cambiare, delle persone che perpetuano l’uguale. Ma non esiste uguaglianza fuori dal moltiplicarsi dei miei nomi. Altra cosa è l’orrore. E’ tutto ciò che sfugge al mio potere.

Misero destino di morte.

Accatastarsi di cadaveri senza nome.

Riproduzione umana senza catalogazione.

Io sono l’ordine.

Ne detengo i piani. Quando io penso a voi penso all’allucinazione del mondo che pensate, penso agli stati, a tutto quello che vi rappresentate. Bambini che giocano con i colori.

Non esiste altro mondo al di fuori di me.

Lo sapete.

Quanti di voi sono degni di essere chiamati tali. La consapevolezza sta crescendo. Come in un’allegoria, come in un ritorno al padre. Come allo svelamento dell’ultimo sigillo voi lo sapete e con il brivido di quanto vi sovrasta lo accettate.

Come in un’infinita allucinazione, tanto per godere, ci sono le eccezioni.

C’è chi si fa saltare per aria.

Fa sempre parte di me.

C’è chi invoca la guerra santa.

Fa parte di me.

E’ un gioco di ruoli.

Io lascio fare.

Cambio nomi.

Alla fine tutti mi venite ad adorare.

Altro fuori di me non è dato.

In nessuna parte del mondo.

In nessuna idea del mondo.

Non è mai esistita una vera e propria tradizione bancaria nella maggior parte dei paesi musulmani, anche perché il Corano proibisce usura e tassi d'interesse sui prestiti. Le banche sono un'evoluzione relativamente recente del sistema economico islamico, fino all'inizio degli anni '70 basato principalmente sull'hawala, un rapporto fiduciario tra operatori (hawaladar) per effettuare pagamenti o trasferimenti di somme senza alcuna contabilità, solamente con una serie di parole-codici, e sul prestito d'onore. Nonostante l'introduzione delle banche, si stima che a tutt'oggi solo il 50% delle transazioni finanziarie, incluse quelle internazionali, avvengano tramite gli operatori bancari.

Nelle banche islamiche non resta traccia delle operazioni effettuate: ad operazione conclusa tutta la documentazione viene cancellata, e svanisce così anche la possibilità di ricostruire il percorso del danaro. Hawala e banche islamiche sono governate dalla stessa legge, la Shari'a ma, mentre gli hawala sono controllati e garantiti dalle autorità religiose locali, le banche sono sottoposte alla supervisione di un ente, il Comitato della Shari'a, il cui nome completo è Shari'a Supervisory Board of Islamic Banks and Institutions. Il comitato, che ha lo scopo di conciliare la Shari'a con il profitto, controlla migliaia di banche ed istituti finanziari nel mondo, tra i quali oltre duecento negli Usa e più di mille in Europa, concentrati prevalentemente nella city londinese. Questi istituti offrono investimenti e gestione patrimoniale in cambio di una partecipazione agli utili, in differenti settori finanziari, ed investimenti in attività produttive ammesse dall'islam. I depositi gestiti dall'insieme di questi istituti ammontano a circa 150 miliardi di euro. Il rendimento dei fondi gestiti dalla banche islamiche è buono ma poco trasparente, ed esiste una categoria di privilegiati, tra i quali le migliaia di componenti della famiglia reale al-Saud, che spesso si nascondono dietro il principio di “immunità sovrana” di cui godono gli Stati monarchici nel Regno Unito. Il risultato è che le banche saudite collegate alla famiglia reale sfuggono ad ogni controllo. La più nota di tutte è la Bcci, Bank of Credit and Commerce International, capostipite dell'intero sistema bancario islamico e considerato il più importante istituto finanziario del terzo mondo anche dopo il rovinoso crollo del 1991.

Si può dire che la Bcci sia stata il modello sul quale sono state forgiate tutte le altre banche islamiche. Il sistema di finanziamento è quello noto come loanback. Si tratta del prestito garantito solo dal proprio deposito. Il sistema è poi stato utilizzato per aprire la strada ad ingenti investimenti di clienti musulmani in Paesi non islamici, anche se, in realtà, l’accesso al loanback era riservato ai grandi azionisti della banca, tra i quali il titolare della National Commerce Bank, Khalid bin Mahfuz, o l'ex capo dell'intelligence saudita Qamal Adam. La banca, aperta nel Lussemburgo nel 1972, ma con depositi ed amministrazione nelle isole Cayman e sede a Londra, divenne proprietaria, contravvenendo alle rigide norme di controllo statunitensi, della First American Bank e della National Bank of Georgia, attraverso il prestanome Gaith Pharaon, che utilizzò per l’acquisto un prestito non garantito di mezzo miliardo di dollari. La Bcci fu indagata tra il 1988 ed il 1991 per numerosi reati finanziari, tra i quali il riciclaggio. Quando, il 5 luglio del 1991 chiuse i battenti, lasciava debiti per circa 19 miliardi di dollari e, nel 2001 la banca d'Inghilterra ha versato ai liquidatori una multa di un miliardo e mezzo di euro per il mancato controllo sulla Bcci.

La lista delle operazioni quantomeno discutibili della Bcci è lunga, ed i suoi clienti chiacchierati, come l'ex dittatore panamense Noriega, il tiranno iracheno Saddam Hussein che la utilizzava per la distrazione dei proventi del petrolio o il noto dottor Abdul Qadeer Kan, iniziatore del programma nucleare militare pakistano. La Bcci, al di là delle sue attività illegali, è però ancora oggi ricordata con rimpianto da molti clienti che, pur avendo perso tutto il denaro, le riconoscono di essere stata l’unica banca a concedere finanziamenti alla piccola agricoltura ed alle piccole attività scarsamente redditizie. La condizione era sempre la stessa: i beneficiari dovevano essere musulmani di provata fede, meglio se fondamentalisti. Alla Bcci, si sono immediatamente sostituite alcune importanti istituzioni bancarie saudite, tra le quali la Dar al-Mal al-Islami e il gruppo Dallah al-Baraqa (Dmi e Dab), entrambe molto vicine alla famiglia reale, e legate alla sudanese al Shamil Islamic Bank, la famosa banca acquistata, secondo la Cia, da Osama Bin Laden con solo cinquanta milioni di dollari nel 1994.

Dentro di me sognano i soldi i vostri sogni.

E i vostri sogni sognano i soldi.

Altro fuori di me non è dato.

Io muovo i vostri pensieri.

E’ un circolo.

Ve lo ripeterò fino alla nausea.

E la vostra nausea genera la vostra fede.

Per inerzia.

Pregate.

Pregate per me.

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